Il leader del Movimento 5 stelle porta in piazza settemila persone. E il Pd trema per la storica roccaforte. Grande assente la "sua" deputata Mucci.
“Non vorrei essere al posto di Dio quando se lo troverà davanti con quel sigaro puzzolente”. Beppe Grillo scende dal camper a Imola e ha gli occhi lucidi. Della morte di Don Gallo l’ha saputo in viaggio da Sestri Levante, a metà pomeriggio. Una notizia dolorosa, per lui cittadino di Genova e amico di tante battaglie. Commosso evita di rispondere alle domande e poi si lascia scappare un pensiero sottovoce. “Ne parlerò dal palco voglio ricordarlo con tutte le persone che sono venute a sentirmi”. Stima e affetto, con qualche pacca di rimprovero nell’ultimo periodo. Don Gallo poteva dire a Grillo quello che nessun altro avrebbe potuto permettersi. “E’ buono, è onesto. Ma non faccia il padreterno”, aveva commentato il prete poco dopo le elezioni del febbraio 2013, “glielo dirò non appena lo vedo”. Un incontro avvenuto? Il leader del Movimento 5 Stelle commenta con un sospiro, poco prima di salire sul palco.
“Sentire una messa di Don Gallo era un’esperienza meravigliosa. Capite? Se ne vanno queste persone qui e a noi chi resta?”. Il comizio comincia così, con un pensiero a chi non c’è più e con l’amarezza, dice Grillo, per chi resta: “A noi restano questi politici sempre uguali e sempre al potere. Restano quelli della trattativa Stato-mafia”.
A Imola il camper di Grillo è arrivato per le elezioni amministrative della prossima domenica. Candidato Claudio Frati, imprenditore classe 1976. E’ la piazza delle migliori occasioni che lo accoglie e subito ci tiene a ricordare “l’impresa di essere arrivati in Parlamento”. Sul palco gli amministratori dell’Emilia Romagna, tra cui il consigliere regionale Andrea Defranceschi, il sindaco di Comacchio Marco Fabbri e i consiglieri comunali Marco Piazza e Massimo Bugani. “Tirate giù le bandiere”, grida alla folla, “siamo cittadini normali. I giornalisti, i partiti tradizionali ci attaccano in ogni modo e dimenticano tutto quello che stiamo facendo”. Il clima è caldo, la sconfitta del Partito Democratico nella terra rossa sarebbe uno dei colpi più duri.
“Perdono tempo con le discussioni sulla diaria e le polemiche del giorno, ma noi siamo altro”, continua il leader. La città già in sapore di Romagna lo accoglie con oltre 7000 persone. “I nostri amministratori consumano le scatole di Malox quando vedono questa piazza. Noi le sappiamo gestire, loro le sanno solo sopprimere”. Tra i grandi assenti, la deputata Mara Mucci, parlamentare a 5 Stelle originaria di Imola. “Ci sarà venerdì sera per l’incontro con Pizzarotti”, assicurano gli organizzatori, “oggi era impegnata a Roma per i lavori della Camera”. Beppe Grillo non ne fa accenno e ricorda ai sostenitori che grande conquista sarebbe vincere le elezioni a Imola ad un anno dalla vittoria di Federico Pizzarotti a Parma: “Sarebbe davvero uno scacco al mondo avere un sindaco a 5 Stelle qui a Imola. Faremo mole cose, poi però vi dovrete attivare”.
Una partecipazione dal basso che chiede il coinvolgimento diretto dei cittadini. “Basta con i leader”, dice Grillo, “io do solo una mano. Ora tocca a voi. Ricordate che il Pd è scomparso. Sono persi in correnti e correntine. Per non parlare di quell’altro, Renzi che arriva con un giubbottino. Copia e incolla, fa finta che siano le sue idee. Alle elezioni ci saremo noi del Movimento contro Berlusconi e come Highlander alla fine ne rimarrà uno solo. Il comizio è anche l’occasione per affrontare i temi caldi della politica italiana, partendo dalla “buona politica”, dice, “dei 5 Stelle”. Durante la giornata il senatore Giovanni Endrizzi ha fatto un intervento per denunciare il rapporto tra politica e gioco d’azzardo. “Sono queste le cose che facciamo. Enrico Letta ha ricevuto finanziamenti per il suo Think Thank VeDrò da società legate al gioco d’azzardo. Questa è la situazione e noi la denunciamo. Continuiamo il nostro lavoro”.
Una riflessione anche per l’Europa, quella che chiede sacrifici e sempre al centro delle polemiche con il Movimento 5 Stelle. “Gli inglesi non sono nell’euro, ma sono in Europa e l’anno prossimo faranno un referendum. Io voglio rimanerci in Europa. Ci chiedono un sacrificio a noi e hanno due parlamenti. Ci chiedono i sacrifici e fanno le lingue in dodici lingue. I finanziamenti vanno nel petrolio, nelle gomme. Non hanno idea di come fare gli investimenti. Le città diventano cosi