A luglio riunione straordinaria dei ministri del Lavoro dei Paesi Ue. Il presidente del Consiglio: "Molto soddisfatto che il presidente Ue Van Rompuy ha accettato la nostra proposta sul fatto che al prossimo consiglio il tema della lotta alla disoccupazione giovanile sarà il punto qualificante su proposta italiana"
“La disoccupazione è l’incubo del nostro tempo”. Parola del premier Enrico Letta, intervenuto a Bruxelles sottolineando però che ”i dati sul lavoro confermano che quella che stiamo seguendo è la strada giusta”. Il presidente del Consiglio ha spiegato di essere “molto soddisfatto del fatto che il presidente Ue Van Rompuy ha accettato e comunicato la nostra proposta sul fatto che al prossimo consiglio di giugno il tema della lotta alla disoccupazione giovanile sarà il punto qualificante su proposta italiana”.
A luglio, come ha avvertito Letta, i ministri del Lavoro della Ue si riuniranno infatti a Berlino per un consiglio straordinario focalizzato sulle migliori misure per creare occupazione giovanile. Il premier ha poi precisato che ”sei miliardi per l’occupazione non bastano, però partiamo da lì”, facendo riferimento ai sei miliardi da dividere per i Paesi europei destinati all’occupazione giovanile. E ha aggiunto: “Bisogna fare di tutto per dare occasioni ai giovani, che siano occasioni di qualità. L’impegno di Giovannini è in questa direzione. La priorità è dare occasioni”.
Sul tema dell’occupazione, il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, al tavolo con le parti sociali sulle ipotesi relative alle risorse circolate nei giorni scorsi, ha dichiarato: “Dodici miliardi per il lavoro? La vedo difficile”. Ma, ha precisato, “se il governo dice che l’occupazione giovanile è la priorità, non si fa a costo zero“, sottolineando che “stiamo lavorando su ipotesi costose e meno: sulla base delle compatibilità economiche si lavorerà su quelle più efficaci. Si sta lavorando anche su ipotesi di defiscalizzazione e decontribuzione“.
Ma il discorso di Letta a Bruxelles non riguarda soltanto l’allarme disoccupazione. Sul fronte dell’evasione fiscale, dopo che il presidente del Parlamento Ue Martin Schulz ha esortato al conseguimento dell’obiettivo di dimezzare l’ammanco fiscale entro il 2020, il premier italiano ha detto che il vertice di Bruxelles ha segnato “una forte spinta in avanti” concordando la data di fine anno per procedere “con lo scambio automatico di informazioni” tra i 27 stati membri della Ue.
Mentre per quanto riguarda le tasse il presidente ha avvertito che “se ci saranno le risorse, sarà auspicabile che si eviti l’aumento che è già stato deciso dell’Iva“, spiegando che “dobbiamo discutere sulle risorse che saremo in grado di reperire tagliando la spesa da altra parti, capendo se è possibile riuscire in questa diminuzione delle tasse”.
Il presidente ha poi affrontato il tema della legge elettorale, assicurando che la prossima volta non si andrà al voto col Porcellum. ”Dobbiamo rispondere alle richieste della Corte costituzionale“, ha detto. “Mettere in sicurezza subito la legge elettorale per rispondere alla Corte costituzionale ed evitare una pronuncia di incostituzionalità sulla legge che ha eletto questo Parlamento, perché gli effetti sulla legittimità di questo Parlamento e quindi di questo governo sarebbero molti pesanti”. Ma, ha concluso, “deve essere chiaro che questi eventuali piccoli cambiamenti non sono la legge elettorale con la quale voteremo”.