Politica e gioco d’azzardo, un legame pericoloso e sempre più consolidato. Il nome è quello di Enrico Letta, e l’attacco viene dai banchi del Movimento 5 Stelle. Perché se non possono definirla azione illegale, almeno ci tengono a denunciarla. L’intervento arriva dopo lo scoop del programma “Le Iene”, e a pronunciarlo è Giovanni Endrizzi, senatore del Veneto ed educatore del Sert a Rovigo, dove si occupa di ludopatia e dipendenze. “Non è difficile vedere il filo rosso che, in maniera legale, ma deleteria per il Paese, unisce politica e gioco d’azzardo”, ha affermato in Senato il grillino che non ha paura di fare nomi. Il primo è quello del premier del Partito Democratico e a capo della fondazione VeDrò: “Il Think Thank nel 2010 è stato sponsorizzato da due multinazionali, Lottomatica e Sisal. In quell’occasione Letta ricevette 15 mila euro di contributo da Porsia, titolare della Hbg, una delle più grandi aziende del settore”. L’attacco è al primo ministro che due anni fa ha ottenuto un finanziamento per il suo “pensatoio giovane” da multinazionali del gioco d’azzardo. Una di queste, Sisal, dal 2010 è presieduta da Augusto Fantozzi, ex ministro di Romano Prodi. La cifra versata sarebbe di circa 20 mila euro confermati dal tesoriere Riccardo Capecchi. Proprio lui, a Il Secolo XIX, ha spiegato come la partecipazione dei due sponsor fosse legata ad una “maggiore comprensione del fenomeno del gioco, delle sue conseguenze sociali e delle ricadute fiscali”. Tanto da presentare sempre in quell’occasione, una simulazione di Texas Holdem, uno dei giochi più diffusi online.
Letta è solo il primo di un lungo elenco. Nella lista, secondo il senatore M5S, “c’è anche il nuovo ministro della cultura Bray”, direttore al tempo stesso della rivista Italianieuropei: “Anche in quell’ambito, abbiamo rilevato importanti contratti pubblicitari con le industrie del gioco d’azzardo. Per questo ci chiediamo, a chi andrà la delega ai giochi? Forse al nuovo sottosegretario Giorgetti, per anni con lo stesso ruolo sotto il governo Berlusconi?”. Si fa riferimento alla denuncia di Matteo Iori, presidente del Conagga, Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo, che ha la sua sede proprio a Reggio Emilia, patria del neoministro e sindaco dimissionario Graziano Delrio. Tanti i nomi che risultano una volta aperto il capitolo relazioni tra politica e gioco, e il riferimento è all’inchiesta di Conagga e agli articoli de Il Fatto Quotidiano.
“Apprendiamo”, ha continuato Endrizzi, “che Snai ha finanziato regolarmente: Gianni Alemanno, Margherita, Udc, Ds, Mpa e Gianni Cupèrlo del Pd. Ci sono ex politici e loro parenti entrati nel business: Augusto Fantozzi, presidente Sisal, Vincenzo Scotti, che lanciò “Formula Bingo” insieme a Luciano Consoli, uomo di fiducia di D’Alema. Francesco Tolotti dell’Ulivo che con Nannicini, Vannucci, Salerno e Gioacchino Alfano, nel 2007 riuscì a far modificare il Testo Unico che regola le slot-machine”. E poi ancora, citano i 5 Stelle, l’onorevole Laboccetta e Massimo Ponzellini. C’è anche Antonio Cannalire, proprietario della Jackpot Game che a Milano gestiva sale da gioco d’azzardo insieme alla Finanziaria Cinema, di proprietà di Marco Jacopo Dell’Utri, figlio di Marcello Dell’Utri. “Non possiamo omettere Pellegrino Mastella, figlio di Clemente Mastella, che attraverso Sgai e Betting 2000 dei fratelli Renato e Massimo Grasso avviò altre aziende di gioco. Fra queste King Slot e Wozzup, poi indagate per gravissimi reati”. Tra gli altri anche il governo Berlusconi, con la decisione di liberalizzare il gioco d’azzardo online, “esattamente qualche giorno prima che la Mondadori acquisisse il controllo del 70% di Glaming, azienda che opera nel settore”.
I 5 Stelle, tra discussioni sulla compattezza interna e nuove strategie di comunicazione cercano di avviare l’attività parlamentare. Il gioco d’azzardo è la prima grande battaglia che intendono portare avanti. “Sono certo”, ha concluso Endirzzi, “che la maggioranza di voi non ha alcun legame di lobby e condivide l’urgenza di una stretta normativa contro slot machines e giochi online che lucrano su gravissimi danni per cittadini e famiglie”.