Ecco la foto, agli atti dell'inchiesta, che ha fatto pensare a una svolta nell'inchiesta. Ma l'analisi della polizia scientifica, confermata dai magistrati di Caltanissetta, smentisce che si tratti del quaderno del magistrato ucciso, si cui si sono perse le tracce dopo l'attentato
Dopo la diffusione della falsa notizia che raccontava la possibile presenza dell’agenda rossa sul luogo della strage i magistrati di Caltanissetta hanno ordinato un supplemento di indagine alla polizia scientifica di Roma e a quella di Palermo. I camici bianchi delle forze dell’ordine già vent’anni fa, però, avevano chiarito come quella macchia rossa fosse soltanto un pezzo di un parasole per automobile utilizzato per coprire i resti carbonizzati dell’agente Emanuela Loi, travolta dall’esplosione della Fiat 126 che conteneva la bomba. Quel parasole era stato etichettato e fotografato come ogni oggetto presente sul luogo della strage.
E oggi il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari ha mostrato la foto dell’epoca che ristabilisce la verità. “È stato un clamoroso errore giornalistico” ha detto Lari, spiegando che ora la procura sta acquisendo anche video amatoriali girati da privati cittadini sul luogo della strage per cercare di registrare qualsiasi movimento in via d’Amelio.