Reggio Calabria, lungomare, mattina presto. Incantato dal mare, accanto ad un vecchio pescatore affannato tra le canne, mi sono concesso una mezzora fluttuante a seguire il pigro andare del galleggiante tra le onde.
Abboccato, il pesce (una ‘Opa’, o Boga) ha iniziato a nuotare controcorrente spostando il galleggiante verso la Sicilia prima e poi verso nord. Il galleggiante, pigramente trascinato, sembrava dire al pesce: ‘Nuota nuota, tanto non prenderai mai il largo’.
Quel galleggiante pigro ed ammiccante mi ricorda quell’Italia cinica, quel sud sfiduciato, che costringe i suoi figli ad ‘abboccare’ (alla sfiducia, alla depressione, alla criminalità, alle slot machine, all’alcool) o a fuggire in Germania, Inghilterra, Nord Europa: con una emigrazione giovanile aumentata del 400% al sud negli ultimi 10 anni (dati alma laurea), uno stato semivegetativo di un terzo dei giovani 15-24 anni (i Neet, Not in Education, Employment or Training, quasi il 30% al sud), all’interno di un quadro di disoccupazione giovanile al 38,5% con punte del 60% tra le ragazze. (dati ISTAT 2012).
Nonostante tutto, nonostante i luoghi comuni, c’è tantissimo amore, talento ed impegno in Calabria. Ieri abbiamo incontrato dirigenti dell’Assessorato al Lavoro della Regione, che si pongono attivamente il problema di cambiare i modelli di sviluppo dell’occupazionale giovanile. Ci sono realtà sociali come la Progetto Sud di Don Giacomo Panizza (prete bresciano ‘emigrato’ in Calabria molti anni fa, da brivido il video con Fazio e Saviano) che impiegano migliaia di persone e moltissimi giovani. ‘Dobbiamo vincere la sfiducia e la depressione dei giovani, riportarli a sviluppare visioni e sogni’, mi dice Marina Galati, con Antonello Rispoli tra i principali animatori della Comunità, ‘Intercettare i nuovi linguaggi e le nuove ‘piazze’ da quelle fisiche a quelle virtuali’ mi dice don Giacomo.
E proprio ospiti di Progetto Sud, a Lamezia Terme, in uno stabile confiscato alla criminalità organizzata che accoglie ora mille attività sociali, abbiamo aperto una sede locale del Social Innovation Lab di ASVI– centro internazionale di creazione di progetti ad alto impatto sociale ‘connesso’ a Roma, Londra e Bangkok. Sulla Progetto Sud e l’imprenditoria sociale di frontiera, rimando anche al mio post ‘Imprenditori di legalità’ e all’iniziativa didattica ‘progettare con il sud’ di ASVI.
La Calabria è sempre sorprendente nel bene e nel male: grazie all’ottimo libro di Saverio Ciccarelli ‘Calabria Positiva’ (Meligrana Editore, 2010) scopro ancora cose, dalla produzione della seta a Longobucco al grano tipico ‘raro’ e presidio slow food, e tanti argomenti per sfatare tanti luoghi comuni che dipingono la Calabria più ‘in black’ di quel che è (leggetelo, non voglio privarvi delle mille sorprese!).
Sabato 18, proprio in un Convegno da noi organizzato sullo Start Up sociale innovativo, Maurizio Franzini (Direttore del Dipartimento di Economia Politica all’Università di Roma La Sapienza e per anni all’Università della Calabria) aveva messo in discussione persino la tesi sociologica consolidata del ‘familismo amorale’ da Banfield sul finire degli anni 50 in poi.
Al convegno abbiamo presentato anche 4 casi scelti di Start Up sociale innovativo, uno pugliese, uno siciliano, uno laziale (Gaeta) ed uno marchigiano, per certi versi geniali o quantomeno sorprendenti. Di uno parlo subito (gli altri nel prossimo post) è il progetto “Fork in progress”, di Luana Stramaglia & Co, sulla innovazione (sociale) della tradizione culinaria pugliese e sulla costruzione creativa della trasmissione di sapere intergenerazionale, arrivato 50mo su 3000 nel bando ‘Bollenti Spiriti’ della Regione Puglia e finanziato con 25.000 euro.
Fork in Progress prevede la gestione di un ristorante di cucina tradizionale, prevalentemente a chilometro zero in cui ogni sera una coppia “nonno & nipote” sperimenterà la solidarietà tra generazioni ai fornelli, come cuochi ‘volontari’ del ristorante (con il nipote proveniente da istituti alberghieri convenzionati).
Come nasce l’idea? Grazie (indirettamente) al nonno, prima attivissimo al lavoro e in campagna, che, costretto a ‘fermarsi’ per un grave un incidente in campagna, molla la campagna e diventa il Re della cucina, capace persino di sfornare il panettone a Natale!
Dice Luana: ’Il 2012 è stato l’anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni e vogliamo dimostrare anche con questo progetto che ‘i vecchi’ possono essere protagonisti di progetti di sviluppo e non solo di assistenza. Uno sviluppo economicamente sostenibile e socialmente inclusivo. La solidarietà tra le generazioni è una pietra angolare per il progresso sociale perché valorizzando il contributo degli anziani, offre ai più giovani occasioni di apprendimento e responsabilizzazione. Per realizzare questi obiettivi puntiamo sulla cucina come strumento di progresso sociale e culturale. E’ la valorizzazione di ciò che è passato a rendere possibile ogni forma d’innovazione.’
Non tutti i pesci abboccano e non tutti fuggono. Molti rimangono e navigano, vivi, nelle contraddizioni.
Vorrei tanto chiudere in bellezza questo post dicendo che la ‘boga’ del pescatore si è liberata ed è riuscita a prendere il largo. Purtroppo non è cosi: molti purtroppo, non ce la faranno.
Ps: Se ci sono ristoratori o altri interessati a supportare il progetto di Luana, o persone interessate alla Progetto Sud, mi scrivano su: m.crescenzi@asvi.it .