Angelo Grassi avrebbe dovuto assistere la madre malata dal 22 novembre 2012 al 21 marzo 2013. Scovato per caso dai vigili urbani, ora è ai domiciliari per truffa aggravata e dovrà risarcire l’ente di 8 mila euro di stipendio usufruito senza averne diritto
Arrestato dipendente infedele del Comune di Piacenza. Angelo Grassi, 51 anni e originario di Pagani in provincia di Salerno ma residente nel Lodigiano è accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato. L’arresto è stato eseguito in mattinata dalla Polizia municipale negli uffici di via Beverora dove il dipendente prestava servizio. Arresto in esecuzione di una misura cautelare richiesta dal pm Antonio Colonna, sulla base delle indagini effettuate dalla Municipale e firmata dal gip Gianandrea Bussi. Ora si trova ai domiciliari e ha già ricevuto la visita dell’avvocato difensore Alida Liardo.
Secondo le accuse, il dipendente aveva goduto di un lungo periodo di congedo per assistere la madre malata, rigorosamente pagato dal Comune. Per questo il 51enne aveva chiesto e ottenuto di stare a casa dal 22 novembre del 2012 al 21 marzo di quest’anno, pur non avendone diritto, secondo gli accertamenti degli investigatori: la madre invalida, infatti, può già beneficiare dell’assistenza del marito e di conseguenza – sempre secondo la polizia municipale – non poteva essere concesso il congedo straordinario previsto dal decreto 151 del 2001. Da chiarire anche il perché il permesso era alla fine stato concesso.
Ma invece di assistere la madre, Grassi sarebbe andato in vacanza a spese del Comune. E probabilmente non sarebbe emerso nulla se non fosse stato per un problema legato all’appartamento nel quale vive l’anziana e per il quale è stato richiesto un intervento dei vigili urbani. “Della casa si occupa solo mio figlio” avrebbe detto l’anziana rispondendo alle domande degli agenti al loro arrivo. Quando poi le è stato chiesto dove fosse il figlio, ha candidamente risposto: “E’ in Ecuador per un periodo di relax”.
Da qui sono scattate le verifiche ed è emerso che in effetti il dipendente comunale era partito il 30 novembre per il Sudamerica e sarebbe poi tornato il 19 dicembre. Tre settimane di vacanza senza prendere ferie e con lo stipendio garantito. Motivo per cui dalla procura è partita la richiesta di sequestro preventivo degli stipendi indebitamente percepiti: 7mila e 874 euro.
“La situazione è ancora tutta da chiarire – ha dichiarato l’avvocato difensore -, ci sono numerosi documenti che di cui devo ancora prendere visione e per ora non sono in grado dire altro” e ha poi aggiunto che “il mio assistito è davvero provato, anche perché nella vicenda ha coinvolto la madre”.