Una pesante spada di Damocle pende sul capo degli oltre 200mila Ata della scuola (bidelli e impiegati, dirigenti amministrativi): un piccolo aumento di stipendio ottenuto in seguito alle aumentate responsabilità di lavoro viene oggi dichiarato illegittimo dalla Funzione pubblica. Conseguenza: andrebbe restituito. Un’autentica sberla, perché secondo la Flc Cgil scuola la somma contestata ammonta a 1200 euro per i bidelli e il doppio per gli impiegati. A tanto corrisponde quanto ottenuto in aumenti dal 2011 ad oggi. Un’amara sorpresa derivante da un provvedimento dell’ex ministro Giulio Tremonti nel 2010 bloccava gli stipendi per personale. Per un paio d’anni la questione sembrava non riguardare gli Ata, ma ecco improvvisamente una recente interpretazione del dipartimento della Funzione pubblica che invece dichiarava fuori norma anche questo incremento stipendiale.
Finora vano ogni tentativo di bloccare la richiesta di restituzione dei soldi contestati: se ne riparlerà il 27 maggio, durante un incontro fissato tra ministero e organizzazioni sindacali, ma già è partita la minaccia di una sciopero. “Bloccheremo le scuole”, dicono alla Cgil. Una questione che rischia di mettere in crisi l’intera organizzazione delle istituzioni scolastiche. Significativa una lettera inviata nei giorni scorsi da Carlo Testi, un dirigente scolastico toscano al ministro dell’istruzione: “Una interpretazione quanto meno discutibile delle norme giunge ora a negare a questo personale la retribuzione delle cosiddette posizioni economiche imponendo perfino la restituzione di quanto percepito negli ultimi due anni per il lavoro svolto a norma di contratto di lavoro; agli assistenti amministrativi che svolgono la funzione superiore di direttore dei servizi (carenti in gran numero per il sempre rinviato concorso) viene negata l’indennità spettante a causa di errati provvedimenti che vanno rapidamente superati”.
Non meno grave valuta la penalizzazione del lavoro dei collaboratori scolastici: “Certo è ancora l’addetto alle pulizie – continua Testi – ma è ormai operatore dell’accoglienza degli alunni e delle loro famiglie, del supporto ‘vivo’ alla didattica, colui che accudisce l’alunno con disabilità bisognoso di cura e assistenza di base (talora di alimentazione e di pulizia personale), ha un ruolo educativo condiviso con il resto del personale, in particolare nelle ormai numerose situazioni di disagio degli alunni, che deve usare, in quanto adulto, con sapienza e pazienza”.