E’ ospitato in studio il pentito di mafia, Santino Di Matteo, che prese parte alla strage di Capaci anche se non partecipò all’esecuzione materiale. E’ grazie alla sue rivelazioni che i magistrati hanno compreso molti punti oscuri dell’attentato a Giovanni Falcone. Il collaboratore di giustizia racconta le conseguenze della collaborazione tra pentiti e magistratura. Di Matteo rievoca il suicidio di Antonino Gioè, che scelse di farla finita per paura della sua famiglia. E narra il rapimento di suo figlio, Giuseppe, sequetrato da Brusca, Bagarella e altri mafiosi dopo due mesi dall’inizio dalla sua collaborazione coi giudci. Il pentino, infine, racconta che un telecomando come quello usato per le stragi fu consegnato ai fratelli Graviano

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