“Non ho mai esercitato ingerenze o pressioni che potessero favorire il senatore Mancino”. E’ un passaggio della lettera scritta il 18 giugno 2012 da Loris D’Ambrosio, ex consigliere giuridico del Quirinale, al presidente Giorgio Napolitano, citato come teste al processo di Palermo. D’Ambrosio, che in quella lettera rassegnava le dimissioni poi respinte da Napolitano, scriveva: “Lei sa di ciò che ho scritto anche di recente su richiesta di Maria Falcone. E sa che in quelle poche pagine non ho esitato a fare cenno a episodi del periodo 1989-1993 che mi preoccupano e fanno riflettere; che mi hanno portato a enucleare ipotesi – solo ipotesi di cui ho detto anche ad altri – quasi preso anche dal vivo timore di essere stato allora considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi”