Il segretario nazionale del Pd boccia l'accordo delle Larghe intese sulle modifiche soft alla legge Calderoli. E la scorsa settimana i democratici di ogni corrente hanno depositato una proposta di legge che ricalca il presidenzialismo alla francese
Meglio il Mattarellum delle “correzioni minime” al Porcellum. Ma l’ideale sarebbero altre strade. Parole chiare quelle del segretario del Pd Guglielmo Epifani, che sulle modifiche alla legge vergata dall’ex ministro Calderoli non usa mezze misure: “Non mi convince” eliminare solo il premio di maggioranza senza toccare le liste bloccate perché si rischia di produrre una legge “assolutamente non giusta” e un “Parlamento ingovernabile”. L’idea dell’ex segretario della Cgil è sempre la stessa: “Noi abbiamo una preferenza per il Mattarellum, ma si possono trovare altre strade”.
E le altre strade, a quanto pare, dal Pd sono già state trovate, anche se sono difficili da percorrere nell’immediato. La scorsa settimana, infatti, secondo quanto risulta al Foglio di Giuliano Ferrara, il Partito democratico ha depositato una proposta di legge che punta a riformare il sistema elettorale tarandolo sul presidenzialismo alla francese. Ovvero: elezione diretta del capo dello Stato e doppio turno. Altra notizia dal peso specifico importante è la provenienza dei firmatari di un disegno di legge che sembrerebbe riappacificare una volta per tutte ogni anima interna ai democratici. Per averne conferma, basta leggere i sostenitori del provvedimento; che sono: Vinicio Peluffo (veltroniano), Roberto Giachetti (renziano), Enzo Amendola (dalemiano), Dario Parrini (renziano), Andrea Manciulli (giovani turchi), Chiara Braga (area dem), Walter Verini (veltroniano), Antonio Misiani (bersaniano), Andrea Martella (veltroniano) e Alan Ferrari (Area Dem). Almeno per questa volta, quindi, Pd compatto. E, c’è da scommetterci, la proposta piacerà – non poco – anche a Silvio Berlusconi, che da anni propone l’elezione diretta del Presidente della Repubblica.