Erano circa 300 gli antagonisti, molti a volto coperto, qualcuno con aste di bandiere in mano, giunti dal Centro e dal Nord Italia a Parma per la manifestazione contro il regime carcerario e il 41 bis. Così gli agenti di polizia in tenuta anti-sommossa erano più dei manifestanti in tutto in una città blindata per il timore di scontri. La manifestazione organizzata dall’assemblea antagonista Uniti contro la repressione, è partita dal centro storico, trasformato in una grande zona rossa ed è arrivata senza i temuti scontri fino al carcere di massima sicurezza nella periferia. All’interno della struttura ci sono 600 detenuti, contro una capienza di 350, ma soprattutto ci sono 50 reclusi al 41bis tra i quali il boss di Corleone, Bernardo Provenzano.
Di fronte al penitenziario i ragazzi appartenenti a centri sociali e a gruppi anarchici, provenienti soprattutto da Roma, Livorno, Padova, hanno dato vita a un sit in mentre cercavano di comunicare con i detenuti oltre le sbarre. L’articolo 41 bis per loro significa tortura: ‘‘Ma non è una manifestazione a favore di Provenzano, figuriamoci’’, ha spiegato Francesco, portavoce della piattaforma che organizzava il presidio. Si è invece ricordato Marco Mezzasalma, brigatista, uno dei capi delle nuove Br, condannato a due ergastoli per gli omicidi Biagi e D’Antona, al 41 bis anch’egli nel penitenziario di via Burla. ‘‘Si tratta di persone che nel bene o nel male hanno scelto di fare la loro lotta e per questo stanno pagando. Ma non si può trattarlo come un mostro in maniera inumana’’, ha detto il manifestante.
La città amministrata dal Movimento 5 stelle del sindaco Federico Pizzarotti, ha vissuto una giornata surreale. Il centro è stato circondato dalle camionette di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza mentre due elicotteri hanno sorvolato per ore il centro seguendo da vicino i movimenti dei manifestanti. Entrare in città in auto è stata una vera impresa dalle prime ore del mattino fino al tardo pomeriggio quando la manifestazione si è sciolta. L’immagine dei viali senza auto, coi parcheggi sgomberati, i negozi chiusi e le famiglie chiuse dentro casa aveva lasciato temere il peggio.
Poi, a parte qualche momento di tensione tra manifestanti da una parte e giornalisti e fotografi dall’altra, non c’è stato alcuno scontro. Venerdì il gruppo consiliare di maggioranza in Comune, quello del Movimento 5 stelle si era dissociato dalla manifestazione: ‘‘Noi crediamo che il carcere debba essere non solo punitivo ma anche riabilitativo, questo però non significa che i reati e quindi i carcerasti siano tutti uguali’’, hanno scritto in un comunicato i consiglieri che appoggiano Pizzarotti. ‘‘Il gruppo M5s Nonostante sia importante il diritto a manifestare per chiunque e quindi la legittimità dell’autorizzazione rilasciata dalla questura, non condivide in alcun modo la manifestazione che domani si svolgerà per le vie della città’’