Un crollo al di sopra di ogni aspettativa. Sette milioni di italiani erano chiamati alle urne per le elezioni del sindaco e del consiglio comunale di 564 comuni nonché dei consigli circoscrizionali, ma molti meno si sono presentati all’appuntamento con il voto. Il dato dell’affluenza mostra chiaramente il distacco diventato ormai voragine tra gli italiani e i partiti. Nella prima giornata di voto, alle ore 22, si presenta alle urne il 44,66 per cento, più di 15 punti in meno rispetto alle precedenti omologhe, quando i votanti furono il 60 per cento. E si tratta certamente di uno dei dati più bassi delle ultime tornate elettorali.
Le percentuali di votanti sono in calo quasi ovunque, con un crollo al di sopra di ogni aspettativa nella Capitale dove alle 22 ha votato solo il 37,69% degli aventi diritto, quasi 20 punti in meno rispetto alle precedenti omologhe, quando votò il 57,20%.
In Lombardia ha votato il 47,91% degli aventi diritto contro il 67,45% delle precedenti elezioni. 95 i comuni coinvolti di cui tre capoluoghi: Brescia (47,75% l’affluenza contro il precedente 70,55%), dove la campagna elettorale è stata più accesa con contestazioni e tensione in piazza al comizio di Silvio Berlusconi, Sondrio (42,99 la percentuale di votanti) e Lodi (49,80).
Quarantasette i Comuni al voto (10 sopra i 15 mila abitanti) in Veneto dove l’affluenza è stata del 48,47%, quasi 18 punti in meno rispetto alle precedenti amministrative. A Treviso e Vicenza le sfide più attese, con una forte probabilità di ballottaggio.
Il Piemonte (52 comuni al voto di cui solo due con oltre 15 mila abitanti) vince, invece, la partita dell’affluenza alle urne fra le regioni del nord: i votanti sono in calo come ovunque, ma il dato del 49,58% (a fronte del precedente 64,79) è il più alto fra tutte le regioni settentrionali. Niente voto nel nuovo Comune di Mappano (Torino), nato a gennaio: un ricorso al Tar ha congelato le elezioni e un comitato di cittadini ha promosso per oggi una fiaccolata di protesta.
Freddo, pioggia in mattinata e un crollo di circa 19 punti nel dato sull’affluenza (40,00 contro 59,15 delle precedenti comunali) hanno caratterizzato la prima giornata di voto ad Ancona. Per la seconda volta consecutiva il capoluogo torna alle urne dopo la fine anticipata della consiliatura, e questo spiega forse una certa disaffezione fra i cittadini. In Umbria si vota per il rinnovo del consiglio in cinque piccoli Comuni: Corciano, Trevi, Passignano sul Trasimeno, Monte Santa Maria Tiberina (Perugia) e Castel Giorgio (Terni). Corciano è l’unico Comune per il quale è previsto l’eventuale ballottaggio.
L’affluenza è generalmente in calo nella regione rispetto alle precedenti amministrative: 44,82 (62,64 nel 2008). La Campania è la regione con l’affluenza più alta in Italia: ha votato il 51,84% degli aventi diritto (nelle ultime elezioni il dato era stato del 59,40); ad Avellino una vera debacle nell’affluenza, scesa dal 60,29 al 40,16%. In Basilicata undici (dieci in provincia di Potenza e uno in quella di Matera) i Comuni chiamati al voto. In nessun caso ci sarà bisogno del ballottaggio, perché tutti e undici i Comuni hanno una popolazione inferiore ai 15mila abitanti. Alle 22 l’affluenza nella regione è del 43,12% (51,73 nelle passate elezioni).