I soldati coinvolti, che si trovavano a bordo di un Lince, non sono in pericolo di vita. Trasportati all’ospedale di Herat, uno dei due ha riportato ferite al volto, l’altro delle contusioni. L'attentato, avvenuto a circa trenta chilometri da Farah, è stato rivendicato dai talebani
Due militari italiani rimasti feriti a seguito dell’esplosione di un ordigno in Afghanistan. L’attentato è avvenuto ad una trentina di chilometri da Farah, una delle zone da sempre più turbolente dell’area affidata al controllo del contingente italiano. I militari coinvolti, che si trovavano a bordo di un blindato Lince, sono stati subito soccorsi ed evacuati e, secondo quanto riferito da fonti del ministero della Difesa italiano, non sono in pericolo di vita. Trasportati all’ospedale di Herat, uno dei due ha riportato ferite al volto, l’altro delle contusioni. Uno dei due bersaglieri è residente a Trapani, l’altro a Villabate di Palermo.
L’attentato è stato rivendicato dai talebani afghani, sostenendo che è stato compiuto “da un kamikaze” e che “cinque italiani sono morti”. In un breve comunicato il portavoce degli insorti Qari Yousuf Ahmadi ha scritto che “l’attacco suicida” è stato effettuato alle 9,30 locali vicino a Bala Boluk. L’attentato è avvenuto al passaggio di un convoglio composto da mezzi di militari italiani e dell’esercito afgano quando uno dei mezzi è stato investito dall’esplosione di un’autovettura civile. Ad esplodere è stata un’autobomba, presumibilmente azionata a distanza, mentre il convoglio, di cui facevano parte militari italiani della Transition support unit south e soldati dell’esercito afgano, si stava dirigendo da Farah a Bala Boluk.