Entro un anno l’Italia dovrà trovare una soluzione per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri e risarcire i detenuti che ne sono stati vittime. E’ quanto ha deciso la Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha rigettato la richiesta del governo italiano per il riesame davanti alla Grande Camera del ricorso Torreggiani, contro il sovraffollamento carcerario. In questo modo viene confermata la sentenza emessa lo scorso 8 gennaio dai giudici di Strasburgo, che aveva condannato l’Italia per trattamento inumano e degradante di sette carcerati detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza. La Corte aveva stabilito che ai sette detenuti dovesse essere pagato un risarcimento di 100 mila euro per danni morali.
Sul problema era intervenuta anche il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, che pochi giorni fa aveva denunciato le condizioni inumane delle carceri italiane, definite “indegne di un Paese civile”. E aveva promesso un rapido intervento, valutando una modifica del sistema delle pene.
A causa delle cattive condizioni di detenzione la Corte di Strasburgo ha già condannato l’Italia quattro volte in quattro anni, di cui l’ultima l’estate scorsa per aver violato l‘articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani. Che sancisce che nessuno può essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti, anche se, secondo Strasburgo, l’Italia era venuta meno ai suoi obblighi non volontariamente ma per “inerzia e mancanza di diligenza”.