Un tempo c’erano le Coffe house o i Cafés, dove, come dice l’Abbé Prévost, «ognuno aveva diritto di leggere i giornali, filo e antigovernativi, dove era di casa la libertà inglese». Luoghi aperti e privilegiati, di incontro e di lavoro per intellettuali, politici, artisti, che mettevano a fattor comune idee e buoni affari. I Loyd’s di Londra ebbero origine nella Coffe house di Edward Lloyd, così come la lista di titoli che portò al London Stock Exchange. Al Procope di Parigi nacque l’Encyclopédie e si ritrovavano personalità come Voltaire, Rousseau e Diderot.
Complice la crisi, si riducono le spese, si ottimizzano le risorse e riemerge il valore della condivisione, la comunanza di spazi fisici all’insegna dell’intelligenza collettiva e della capacità di fare gruppo: il coworking.
A realizzare il primo motore di ricerca italiano per il coworking – Coworkingfor.com – ci ha pensato la start up di Claudia Merlini, 35 anni, studi in lingue e master in gestione culturale. La Merlini, assieme con Dario Salvi e Sabrina Mezzatesta, è riuscita nell’impresa di aggregare ed accendere la rete di coworking su tutto il territorio nazionale.
«Coworkingfor è stato un lungo percorso – racconta la startupper – nato per uscire dallo stato di precarietà. Studiavo il carpooling, quando mi è venuta l’idea di creare un sistema diffuso capillarmente, nel quale lo spazio fisico, comune, si potesse coniugare con lo sviluppo di sinergie, di occasioni di lavoro e di progetti tra professionisti».
Il coworking vuole recuperare dunque la dimensione del reale, colmando quel vuoto tra soggettività e realtà esterna descritto da pensatori come Zygmunt Bauman o Jean Baudrilland nelle riflessioni sulle relazioni sociali nell’era di internet.
Completo di applicazioni per Android e iOs, il motore di ricerca permette di trovare un ufficio, una scrivania, una sala riunioni, catalizzando le esperienze di collaborazione sociale. Utilizzare Coworkingfor è semplice e gratuito. Si comincia geocalizzando la propria posizione o inserendo nella barra di ricerca il luogo di interesse. Immessi i dati, ecco apparire in consultazione libera tutti gli spazi disponibili, corredati da immagini, dotazioni, orari e prezzi.
Per le altre operazioni, invece, prenotare o inserire annunci, è richiesta la registrazione anche tramite Facebook o Twitter. L’interfaccia è tale da permettere che con un unico account l’utente possa essere allo stesso tempo host e coworker, offrendo e richiedendo, cioè, la disponibilità di locali e servizi.
Le schede per gli annunci sono analitiche: dal wifi alla cucina, dalla presenza di climatizzazione e reception ai collegamenti metro ed autobus, senza tralasciare la possibilità di utilizzo di stampanti, computer e video conferenza. Per ogni prenotazione andata a buon fine, Coworkingfor richiede una fee del 15%.
Appena sbarcato in rete il motore di ricerca ha registrato un boom, con incrementi di host e coworkers. Decine di richieste al giorno che vanno a coprire città come Milano, Roma, Torino, Venezia, Pisa, Bologna, Pescara, Matera, Bari, Reggio Calabria, Palermo. Il blog garantisce inoltre un flusso costante di informazioni sui luoghi collaborativi e sulle opportunità del social business.
«Ci stiamo impegnando a fondo per Coworkingfor, crediamo che la partecipazione sia vincente. Nel micro welfare e nelle piattaforme di condivisione c’è futuro» conclude Claudia Merlini.