I deputati del M5S minimizzano la portata del risultato elettorale: "Siete voi che vi aspettavate troppo". Ma non nascondono i problemi: "Siamo stati un po' ingenui, ma siamo vittime di una bastonata comunicativa senza precedenti"
Fuori la prima sconfitta elettorale, dentro i parlamentari a 5 Stelle in seduta a Camera e Senato. Gli eletti grillini continuano il loro lavoro nonostante tutto e cercano di arginare il colpo. “Noi non smetteremo di combattere come leoni”, commenta Carla Ruocco, deputata del Lazio, “non credano i partiti di averla avuta meglio. Io sono ottimista, il lavoro è appena cominciato”. Si chiedono da dove ripartire e quali siano stati i difetti di una campagna elettorale per le amministrative in salita. “La verità è che siamo stati vittima di una bastonata comunicativa senza precedenti. E’ colpa nostra e ora dobbiamo cercare di trasmettere all’esterno tutto il lavoro che stiamo facendo qui”.
La prima accusa va alla comunicazione, un po’ dei giornalisti un po’ dello stesso gruppo interno, che non avrebbe permesso di parlare con obiettività del lavoro svolto fino a questo momento. Del resto, mentre i deputati parlano, lo staff manda indicazioni contrarie: evitare commenti a caldo sul risultato delle comunali. Questa almeno l’indicazione arrivata ai senatori del Movimento 5 Stelle dallo staff di comunicazione del gruppo a Palazzo Madama. Il consiglio dato ai singoli senatori è quello di non sbilanciarsi in commenti su un risultato che appare in calo rispetto alle politiche, nelle città in cui si è votato. A ciascuno, naturalmente, la libertà di decidere poi l’atteggiamento da tenere. E qualcuno, anche solo per sminuire la portata del risultato, sceglie di parlare: “Non dimentichiamo che le elezioni amministrative sono diverse dalle politiche. Ci siamo presentati al voto in città nelle quali non avevamo quasi nessun tipo di esperienza. Paragonare la vittoria a Parma un anno fa con Roma è una follia”. Il punto secondo i parlamentari a 5 Stelle è che ci si dimentica di chi il lavoro lo sta facendo seriamente all’interno delle istituzioni: “In questo momento, siamo gli unici presenti in un parlamento semi vuoto a parlare della ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Gli altri partiti non ci sono. Noi siamo qui come sempre, i cittadini devono saperlo”.
Roma come Brescia, ma anche Siena. Le città lungo la penisola vedono un calo significativo del Movimento 5 Stelle rispetto alle elezioni politiche. Nessun ballottaggio, e quasi dieci punti percentuali persi. “Io sono molto preoccupato”, dice Massimo Artini, deputato della Toscana, “perché c’è il 30% delle persone che si è astenuta. Sono quegli scontenti a cui di solito riusciamo a parlare e che ora non sono andati a votare per scegliere il nostro gruppo”. Un’analisi chiara di chi da due mesi è sotto i riflettori e cerca di portare avanti l’attività parlamentare. “La situazione è difficile. Dobbiamo cercare di migliorarci. Io la vedo comunque in modo positivo, secondo me anche quando entra uno solo dei nostri consiglieri si deve festeggiare”. Secondo il deputato della Toscana, il problema resta il rapporto con la stampa: “Io credo che dovremmo riuscire a comunicare meglio, il lavoro lo stiamo facendo e non c’è niente da cambiare. Siamo concreti e sempre impegnati, ce la metteremo tutta”.
Il clima è teso, le settimane non sono state delle migliori, prima il problema della diaria, gli scontrini e poi i difficili rapporti con il gruppo di comunicazione. Una cena di dissidenti, montata dai racconti e che si è rivelata essere un incontro di routine tra chi dentro il gruppo vede problemi e mancanza di democrazia. Ora il gruppo cerca di ricompattarsi. “Non dimentichiamo”, dice Manlio Di Stefano, deputato della Lombardia, “che Roma come Milano sono città molto complesse, dove si vota ancora seguendo il volto del leader. Noi puliti e sconosciuti fatichiamo per forza di cose”.
In casa 5 Stelle sanno che c’è da migliorare e che gli ultimi avvenimenti li hanno danneggiati volenti o nolenti. “C’è stata una davvero cattiva esposizione mediatica nei nostri confronti. Siamo stati anche un po’ ingenui, miglioreremo. E in più stiamo iniziando a lavorare solo adesso. Non scordiamo che siamo qui dentro da solo due mesi”. Ma guai a parlare di delusione, ci tengono a sottolineare gli eletti. “Io sono molto tranquillo. Siete voi, politici e stampa, che vi aspettavate troppo. Noi sappiamo come funziona sul territorio e sappiamo che ci vuole tempo. Abbiamo appena cominciato e non ci facciamo spaventare”.