Tanto tuonò che piovve. A un anno di distanza dalle denunce della Nuovo Trasporto Viaggiatori di Luca di Montezemolo, i riflettori dell’Antitrust si sono accesi sulle Ferrovie dello Stato. L’autorità garante della concorrenza ha deciso di avviare un’istruttoria “per verificare se il gruppo abbia abusato della propria posizione dominante per favorire Trenitalia ostacolando Ntv”, mentre le stesse Ferrovie riferiscono che “stamattina rappresentanti dell’Antitrust si sono presentati nella sede di Ferrovie dello Stato Italiane per condurre un’ispezione in relazione a una denuncia presentata dalla società Ntv”.
L’Antitrust ha deciso di agire dopo le segnalazioni inviate dalla società di Italo tra il 2012 e il maggio del 2013, anche se a capo dell’Authority – dal novembre 2011 – c’è sempre stato Giovanni Pitruzzella. Una novità degli ultimi mesi è invece che Alberto Bombassei, azionista di Ntv con il 5%, è stato proclamato il 5 marzo scorso deputato alla Camera nel partito di Monti. I soci con una quota più massiccia restano Montezemolo, Diego Della Valle e Gianni Punzo, che detengono il 33,5%, mentre Intesa Sanpaolo ha il 20%, anche se quasi tutte le azioni sono in realtà in pegno alla banca guidata da Enrico Cucchiani, come eredità della gestione Passera.
Nella riunione del 22 maggio 2013, si legge in una nota del Garante, l’Authority ha deliberato di avviare un’istruttoria per verificare se il gruppo Fs abbia abusato della propria posizione dominante nei mercati dell’accesso all’infrastruttura ferroviaria nazionale, della gestione degli spazi pubblicitari all’interno delle principali stazioni italiane e nel mercato dei servizi di trasporto ferroviario passeggeri ad alta velocità. Secondo l’Antitrust, i comportamenti denunciati che Fs avrebbe messo in atto, per il tramite delle controllate RFI, Trenitalia, Grandistazioni, Centostazioni ed Fs Sistemi Urbani, “potrebbero rallentare l’ingresso nel mercato dei servizi ferroviari ad alta velocità da parte dell’operatore nuovo entrante Ntv a beneficio di Trenitalia, con pregiudizio per il consumatore finale”.
In base alle denunce il gruppo pubblico avrebbe attuato, in primo luogo, una strategia volta a ostacolare l’accesso all’infrastruttura ferroviaria e a rendere non profittevole l’offerta di servizi ad alta velocità da parte di Ntv: si tratterebbe di comportamenti di compressione dei margini ai danni dell’unico concorrente nel trasporto passeggeri ad alta velocità e di comportamenti ostruzionistici nell’accesso all’infrastruttura ferroviaria. In secondo luogo si sarebbero verificate discriminazioni e ostruzionismo alle attività di Ntv in numerose stazioni facenti parte del network dell’alta velocità.
Ci sarebbero infine inefficienze nella gestione di numerose stazioni servite da Ntv. “Tali condotte, se verificate, potrebbero incidere in maniera decisiva proprio nella fase più delicata di start-up di Ntv”, conclude la nota dell’Antitrust, “innalzandone significativamente i costi di ingresso e favorendo Trenitalia”. La società di Montezemolo, d’altronde, ha già problemi a fare quadrare i conti pur essendo ancora nel pieno della fase di lancio. Le passività sono salite nel 2012 a quota 790 milioni, contro i 241 milioni dell’anno precedente. Così anche se il fatturato è salito, il risultato operativo ha segnato un rosso da 140 milioni, cifra circa quattro volte e mezzo superiori al dato del 2011 (31 milioni).