Mentre studia l'acquisto della rete da Telecom Italia e l'alleanza tra Bancoposta e Mps, la società pubblica che gestisce i risparmi postali degli italiani sostiene le operazioni all'estero del proprietario di Impregilo
Tempi di stretta del credito. Ma non per tutti. Già perchè ci sono società come Salini che riescono a strappare importanti finanziamenti direttamente alla Cassa Depositi e Prestiti. Per di più anche assicurati dalla Sace, assicuratore del credito controllato a sua volta sempre dalla Cdp di Franco Bassanini. Si tratta di una linea di credito da 60 milioni di euro (su un totale di 100 milioni contanto la partecipazione delle banche Bnp Paribas e Popolare di Sondrio) “destinata allo sviluppo delle attività internazionali della società di costruzioni”, che controlla Impregilo, l’azienda italiana capofila nel consorzio Eurolink, quello che avrebbe dovuto realizzare il Ponte sullo stretto di Messina e che ora è in contenzioso con lo Stato per la vicenda della penale da almeno 300 milioni per la mancata realizzazione dell’opera.
“Il finanziamento, della durata di cinque anni, – si legge nella nota diffusa da Sace – comprende una tranche di 60 milioni erogata da Cdp e interamente garantita da Sace, e una di 40 milioni erogata in parti uguali dalla Banca Popolare di Sondrio e Bnp Paribas”. E servirà a finanziare investimenti per l’esecuzione di commesse estere. Fra queste l’impianto idroelettrico Gibe III in Etiopia, appalto vinto da Salini nel 2006 che dovrebbe essere ultimato nel luglio 2014 con un anno di ritardo rispetto al previsto e al centro di un dibattito ambientale molto acceso sugli effetti derivanti dalla modifica del corso del fiume Omo. La diga segue la realizzazione di Gibe II, finanziata con 220 milioni di euro dal ministero degli Esteri che crollò nel 2010 a soli dieci giorni dalla sua inaugurazione.
“L’operazione consentirà a Salini di investire per l’esecuzione di commesse estere in portafoglio – sintetizza la nota di Sace – tra le principali, quelle relative agli impianti idroelettrici GerdP e GIBE III in Etiopia e ai progetti stradali di Zhytomir in Ucraina e Kyzilorda in Kazakhstan; partecipare a gare internazionali, non solo in Paesi nei quali la società opera storicamente (prevalentemente in Africa), ma anche in Asia, Europa ed Europa dell’Est”.
Ma l’operazione Salini non è la prima in ordine di importanza per la Cassa che gestisce i depositi postali degli italiani. Mentre finanzia il costruttore romano, il gruppo pubblico è nel pieno delle trattative con la Telecom di Franco Bernabé per la creazione di una società per lo sviluppo della rete in fibra ottica del Paese in cui la Cdp secondo le attese farà confluire la propria partecipazione in Metroweb, azienda che investirà 4,5 miliardi per cablare le più importanti trenta città italiane. Progetti di ampio respiro, insomma, per la Cassa e per i risparmi postali degli italiani che rischiano di assistere anche ad un’altra maxi-operazione allo studio: quella dell’alleanza tra Bancoposta e Monte dei Paschi di Siena, riportata da L’Espresso nei giorni scorsi.