Il sindaco di Firenze: "Il leader dei Cinque Stelle ha detto che se ha perso è colpa degli elettori: mi verrebbe da dire 'Salvate il soldato Grillo'". Poi il timore sulla legge elettorale: "Il rischio è la melina, questo è un governo delle larghe intese, che non si trasformi nelle lunghe attese"
Grillo? Un ferro vecchio della Prima Repubblica per come ha reagito dopo i risultati elettorali delle comunali del fine settimana scorso. Lo dice Matteo Renzi che, intervistato a Otto e mezzo commenta il post-elezioni e l’operato del governo, oltre che l’azione politica del Pd. “Mi ha molto colpito – dice il sindaco di Firenze – la reazione di Grillo ai risultati elettorali del Movimento Cinque Stelle, ha detto che se ha perso è colpa degli elettori: questa è una reazione da ferrovecchio della Prima Repubblica perché se perdi è colpa tua. Mi verrebbe da dire ‘salvate il soldato Grillo’, riportatelo alla primitiva passione”. Quanto al Pd, alla elezioni, secondo Renzi “abbiamo fatto il sorpasso in retromarcia. C’è stata una altissima astensione; abbiamo perso meno degli altri, ma decine di migliaia voti sono andati via”.
Renzi ha invitato quindi il Pd a non esultare troppo per il calo elettorale degli altri partiti: “Intanto gli elettori possono tornare a votare Berlusconi; intanto perché Berlusconi e Grillo sono bravissimi a recuperare. Come dice Trapattoni ‘Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco’”. Per Renzi il punto di forza del partito sono “i sindaci e i candidati”. “Saranno i sindaci a salvare il Pd – ha commentato – non viceversa”. Renzi ha ricordato i successi dei candidati sindaci del Pd a Treviso, Vicenza e altre città del Veneto. “Persino il Veneto può cambiare, ma bisogna mettere facce credibili. Non facciamo come Grillo, cerchiamo di vincere e diamo speranza alla gente”.
Ma l’affondo Renzi lo riserva al governo perché vede un rischio “melina”, soprattutto sulla legge elettorale (oggi è stato bocciato il ritorno al Mattarellum proposto dal renziano Roberto Giachetti). “I democristiani erano persone serie – riflette – ma una parte di liturgia democristiana in questo governo è un tantino eccessiva. Ora diamoci una mossa. Il problema è se il governo è in grado di fare le cose o no. In queste settimane alcune cose sono state fatte; per esempio il centrodestra ha preso l’impegno sull’Imu, ed è stato fatto, anche se non è un tema centrale nella vita di un paese; i Fondi Europei sono 15 volte quella somma. Ebbene in queste settimane il governo Letta ha messo a segno le richieste del centrodestra. C’è bisogno che il centrosinistra suoni la carica e si faccia sentire”. Insomma, conclude Renzi: “Non vorrei che si verifichino le parole del Conte Zio (nei Promessi sposi ndr) ‘sopire, troncare’. Forse c’è un eccesso di democristianeria”.
La preoccupazione, quindi, è che “rinviino troppo”: “Il rischio è la melina; questo è un governo delle larghe intese, che non si trasformi nelle lunghe attese. Trovino una intesa su legge elettorale” per la quale “chi ha vinto governa. Giachetti prima di essere renziano è una persona seria, uno dei pochi che sulla riforma della legge elettorale ci ha messo la faccia ed ha fatto addirittura lo sciopero della fame”.
Infine, sullo sfondo, il congresso del Partito Democratico. “E’ ancora presto per decidere” chi vorrebbe come prossimo segretario, dice Renzi, perché “innanzitutto bisogna ancora capire quando si farà il congresso perché c’è chi lo vorrebbe rinviare. Poi alcuni vogliono un traghettatore e c’è già Epifani, mentre io vorrei un navigatore che vada in mare aperto. Comunque lo vedremo nei prossimi mesi. Però voglio un segretario gentile con gli italiani perché abbiamo iniziato a perdere le elezioni quando alle primarie abbiamo respinto la gente dai seggi. Non dobbiamo più essere arroganti”.