Il ministro dell’Interno, Manuel Valls esprime “gratitudine ai poliziotti della brigata criminale. L’inchiesta, condotta sotto la guida della procura antiterrorismo, dovrà stabilire i percorsi, l’ambiente e le motivazioni di questo giovane”
Il presunto aggressore del soldato francese, ferito sabato scorso alla Defense, alle porte di Parigi, è stato arrestato stamattina a La Verriere, in banlieue. Secondo il ministero della Difesa l’uomo, 22 anni, è vicino all’“islam radicale”, ma non un jihadista. Il ministro dell’Interno, Manuel Valls esprime “gratitudine ai poliziotti della brigata criminale. L’inchiesta, condotta sotto la guida della procura antiterrorismo, dovrà stabilire i percorsi, l’ambiente e le motivazioni di questo giovane”.
Il giovane era conosciuto dalla polizia per piccoli reati, in particolare furti. Il sospetto è “vicino all’islam tradizionalista, radicale, da tre o quattro anni”, tuttavia, non è noto come un “esponente della jihad’’, hanno aggiunto fonti dell’Interno, esortando alla prudenza: “L’inchiesta dovrà stabilire in che momento ha aderito ad un progetto jihadista”. Il soldato assalito era di pattuglia per la struttura di prevenzione del terrorismo ‘Vigipirate’ ed era stato aggredito con un taglierino. L’aggressione aveva suscitato molto clamore anche perché successiva all’omicidio di un soldato a Londra.
Per il ministro dell’Interno “ci sono potenzialmente in Francia diverse decine, anche centinaia, di Merah” alludendo a Mohammed Merah, il “killer di Tolosa”, un giovane seguace della jihad islamica che nel marzo 2012 uccise fra Tolosa e Montauban sette persone, fra le quali tre bambini di una scuola ebraica. Parlando in tv, Valls ha fatto riferimento a “giovani che hanno già avuto a che fare con la giustizia per fatti di delinquenza comune” e “che si radicalizzano” attraverso internet o diventando seguaci di imam radicali.
Il giovane arrestato ha confessato l’aggressione ha detto poi in una conferenza stampa il procuratore di Parigi, Francois Molins. Il magistrato ha aggiunto che nell’azione del ventiduenne era “piuttosto evidente l’intenzione di uccidere e che aveva motivazioni religiose”.