L'attrice milanese, morta oggi a Milano all'età di 84 anni, otto giorni fa aveva risposto alle domande del nostro giornale circa la querelle dei rimborsi spesa in casa Movimento 5 Stelle. E aveva ricordato il suo metodo quando era parlamentare: "Mi pareva normale comportarmi in maniera responsabile. Tutto quello che non spendevo per l'affitto, il cibo o per i miei collaboratori lo versavo a chi ne aveva bisogno"
Ci sono persino i 5,50 euro per la colla Attack spesi il 28 marzo 2007. Quando Franca Rame era senatrice, la rendicontazione per lei era una pratica meticolosa. Ora che un gruppo di “grillini” protesta per tenersi la diaria non spesa, le abbiamo chiesto di raccontarvi come si regolava in quei due anni scarsi a Palazzo Madama.
Franca, che ne dice delle richieste dei 5Stelle?
Senza presunzione, se i 5Stelle vogliono continuare a rappresentare l’anti-casta devono farseli anche loro i conti, nelle proprie tasche.
Lei, tra stipendio, indennità e rimborsi, nel periodo in cui lavorava a Palazzo Madama, ha percepito circa 315 mila euro: tutti spesi.
Sì, ma attenzione: tutte queste spese sono maniacalmente rendicontate. Erano soldi dallo Stato: mi pareva normale comportarmi in maniera responsabile. Tutto quello che non spendevo per l’affitto, il cibo o per retribuire i miei collaboratori (1.200 euro al mese più contributi, vitto e alloggio), lo versavo a chi ne aveva bisogno.
Ha decurtato parte del suo stipendio per acquistare 20 computer per il Tribunale dei Minori di Milano, per un totale di 12.228 euro: perché?
Lo Stato non muoveva un dito e le cause aumentavano. La mancanza di quei mezzi tecnici costringeva gli operatori a riempire moduli e a scrivere documenti a mano, creando gravi ritardi nell’amministrazione della giustizia.
Ha pure spedito 10 mila euro agli operai dell’Eutelia di Pregnana Milanese.
Non avevano denari per mangiare, loro e le loro famiglie; erano disoccupati e disperati.
Aiuti a famiglie in difficoltà, finanziamenti a studenti universitari, inchiesta sugli sprechi nella Pubblica amministrazione, e così via: anche le donazioni sono catalogate.
Sono contenta che se ne parli, chissà che non serva d’esempio. L’esempio della solidarietà me l’hanno trasmesso mio padre, mia madre e tutti i parenti che recitavano con noi e, per venire in aiuto ai disperati, spesso si toglievano dalla bocca parte della loro giornata. Quando Dario ha vinto il Nobel per la Letteratura, nel 1997, dopo il rito della premiazione ci trovammo con 1 miliardo e 690 milioni di lire consegnatoci dal Re di Svezia.
Che ne avete fatto?
Dai primi calcoli abbiamo scoperto che avremmo potuto procurarci 32 pulmini, tecnicamente attrezzati per il trasporto dei portatori di handicap. Così abbiamo fondato il comitato “Un Nobel per i disabili”.
Torniamo agli interventi col denaro della sua retribuzione.
Me ne sarebbero serviti molti di più per far fronte alle centinaia di richieste. Dopo una giornata massacrante a Palazzo Madama, vai a casa e ti fai un risotto, un panino… Ho sempre evitato di cenare in ristoranti alla moda. A pranzo stavo al ristorante del Senato: 3 o 4 euro per un primo, verdura e un frutto. Ora pare che i senatori consumino i loro pranzi in trattorie a prezzo concordato. Si son messi a risparmiare pure loro. Bene!
Grillo ha proposto ai suoi di tenere 5 mila euro lordi al mese e di restituire la diaria non rendicontata. E’ giusto?
Se questi erano gli accordi pattuiti prima di essere eletti, la richiesta mi sembra normalissima: così prescrive il loro codice di comportamento. Oggi quasi tutti gli italiani stanno facendo molti sacrifici: 5 mila euro al mese, seppur lordi, non sono affatto pochi. D’accordo, devono pagare affitto, vitto, vestiti. E allora si affittino, come fanno altri, un appartamento e ci abitino in 3 o 4.
Alcuni sostengono che tener conto di ogni euro speso non è pratico.
E’ vero, è pure noioso. Per quanto mi riguarda, mi ero impegnata ad avere un rapporto continuo con imiei quasi 500 mila elettori: mi pareva corretto rendicontare loro le mie spese, non credo di aver fatto nulla di speciale. È una questione di testa, di responsabilità. Inoltre stare in Parlamento è rendere un servizio ai cittadini. Quale sarà il passo successivo, cari grillini? E non vi accorgete che questa vostra polemica interna é facilmente strumentalizzabile dalla stampa e dagli altri partiti?
Il premier Enrico Letta la sta già cavalcando per colpire il M5S.
Questi ragazzi dovrebbero sempre aver presente che il nostro è un Paese più che disastrato. Il debito pubblico aumenta di minuto in minuto, è sopra i 2 mila miliardi di euro. L’evasione fra i 120 e i 150 miliardi di rapina. I 5 Stelle dovrebbero battersi affinché i nostri governanti instaurino in Italia il sistema fiscale degli Stati Uniti. Lì tutti, o quasi, pagano le tasse. Anche perché c’è chi si è preso oltre 150 anni di galera per avere evaso.
Cosa le resta dell’esperienza in Senato?
Ho fatto interpellanze, proposte di legge: mai neppure avuto risposta. Abbiamo denunciato sprechi orrendi. Ma alla fine di concreto ho ottenuto troppo poco. Il Senato è il frigorifero dei sentimenti. Difficile avere un sorriso, persino un saluto. Ero lì, piena di buona volontà, per conoscere e imparare, perché senatori non si nasce. Perciò dico ai grillini: pensate ai vostri elettori e a dar conto di come usate i denari del vostro stipendio. Mi sembra il più bello dei punti di partenza.
Dei loro primi passi in Parlamento che pensa?
I grillini mi piacciono, ma dico: attenti alle sirene. Sappiamo che qualcuno vi ha già proposto denaro e vantaggi pur di farvi voltare gabbana. Ma voi avete sempre denunciato i diavoli tentatori: sono certa che non cadrete in trappola. Mi spiacerebbe trovarmi davanti a un grillo tramutato in bacherozzo, come De Gregorio che per 3 milioni ha dato via: dignità, onore e anche – se me lo permettete – il culo.
da Il Fatto Quotidiano del 21 maggio 2013