La capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera invia una mail riservata ai suoi deputati in cui accusa coloro che "fanno uscire tutto quello che ci scriviamo o diciamo sui giornali". E Grillo, dopo il flop delle amministrative, torna a ribadire: "Niente accordi col Pd"
“Volevo scrivervi qualcosa per condividere con voi questa specie di assedio a cui siamo sottoposti, ma grazie allo stronzo/i che fanno uscire tutto quello che ci scriviamo o diciamo sui giornali, mi è passata la poesia. Grazie per averci tolto anche la possibilità di parlarci in libertà. Sei una merda, chiunque tu sia. R.”. E’ questa la mail, riportata dal sito on line del quotidiano Europa, che Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera dei 5 Stelle, ha inviato ai suoi deputati per ‘denunciare’ le fughe di notizie. Un messaggio che arriva alla vigilia dell’incontro dei parlamentari 5 Stelle per discutere del flop del Movimento alle amministrative.
Sale così la tensione interna, tra le accuse di “spionaggio” interno e i moniti di Beppe Grillo che oggi in un post è tornato anche sul capitolo dissidenti: di accordi con il Pd non se ne fanno – ha ribadito il leader del Movimento ai suoi – se qualche parlamentare la pensa diversamente può accomodarsi, “è meglio buttarsi nel vuoto da soli che essere spinti”. E giovedì alle 16.30, senatori e deputati 5 Stelle si vedranno a Montecitorio per un’assemblea congiunta, la prima dall’ultimo appuntamento a cui prese parte Beppe Grillo. Sul tavolo anche i risultati delle comunali, con un responso elettorale che alcuni tra i parlamentari stellati annoverano tra le conquiste e altri etichettano come un vero e proprio flop.
In attesa dell’incontro, il M5S per la prima volta ‘sposa’ in Aula una proposta di altri, votando compatto per la mozione Giachetti favorevole al ritorno del Mattarellum. Alla riunione Grillo non ci sarà, ma fa sentire il fiato sul collo ai ‘suoi’ parlamentari. Il suo diktat rimbalza in un lampo a Montecitorio e genera tensioni tra le voci critiche del Movimento. La maggior parte si mostra restia a rilasciare dichiarazioni, complice il nuovo ‘caso spie’ scoppiato alla Camera, innescato dalla mail di Lombardi. Alcuni deputati stellati temono la resa dei conti che potrebbe andare in scena domani, al termine di una serie di voci su possibili fuoriuscite di singoli parlamentari dai gruppi. Altri, sempre compresi nel gruppo dei parlamentari che scalpitano, negano però che ci sia la volontà di lasciare. “Nessuno ha mai parlato di scissione, nessuno vuole lasciare. E’ normale che ci siano sensibilità diverse” assicura Alessio Tacconi. Al Senato, poi, l’idea che qualcuno possa costituire un nuovo gruppo viene bollata come “fantapolitica” ad esempio da Francesco Campanella che scarta l’ipotesi: “I deputati del Pd con cui si può immaginare un dialogo sono al massimo 30. Per il resto sono lontanissimi da noi”.
Ma allo stato attuale sembrano rientrare le pulsioni di quanti avevano in animo di gettare la spugna e di trasferirsi armi e bagagli in un nuovo gruppo. Se la tentazione resta, il progetto è una mira di certo non a breve termine. Un ‘antipasto’ dei dissidi interni è stato servito oggi da Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera in quota 5 Stelle, che su Facebook ha bacchettato Tommaso Currò per l’intervista rilasciata a Il Mattino, con “dichiarazioni chiaramente in malafede”, l’accusa mossa da Di Maio. Currò non replica e incassa il colpo, “oggi non rilascio dichiarazioni alla stampa”, taglia corto. Anche Adriano Zaccagnini, altra voce critica del Movimento, sceglie la via del silenzio: “vediamo che succede domani in assemblea, prenderò atto di quel che verrà detto”.
Al netto dei dissidi tra eletti, secondo Grillo l’analisi del voto delle amministrative consente ai Cinque Stelle di ridimensionare la batosta elettorale: se il M5S non ha vinto, dicono i ‘risultati’ che vengono postati sul blog, gli altri partiti non possono cantare vittoria: sia Pd che Pdl dimezzano i voti mentre il M5S piano, piano, continua a salire. “Il M5S cresce ogni giorno, è un fatto. Non abbiamo fretta..” commenta l’ex comico che oggi riprende la crociata contro stampa e tv. “Dopo le elezioni politiche stampa e Tv si sono scatenate contro il M5S come se fosse l’anticristo “ si lamenta il leader che prende di mira anche la Rai, una “fogna” da riformare al più presto. A viale Mazzini, insomma, “i nominati dai partiti, comincino a preparare gli scatoloni..”. E mentre si prepara al nuovo tour elettorale in Sicilia, chiarisce che il M5S non darà indicazioni di voto ai ballottaggi: “Non appoggeremo nè destra sinistra”.