Nessuna tregua per l’Italia. Mentre l’agenzia di rating Moody’s taglia il merito creditizio di quattro regioni, anche l’Ocse lascia poco spazio all’ottimismo per il futuro del Paese. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha tagliato ancora una volta le stime sul Pil italiano, passando da -1,5% a -1,8% per il 2013 e da +0,5% a +0,4% per il 2014, e ha segnalato che “i rischi riguardano soprattutto il settore bancario“.
Gli istituti di credito, secondo l’Ocse, sono infatti “indeboliti dal crescente livello dei prestiti in sofferenza e per molte aziende resta difficile e costoso ottenere credito“. Per l’Italia “nonostante il rafforzamento delle esportazioni e il calo del consolidamento fiscale, la crescita rimarrà quindi bassa nel 2014 e il deficit italiano continuerà a diminuire”, avverte l’organizzazione, che prevede un rapporto deficit/Pil al 3% per quest’anno e al 2,3% per il prossimo.
Il debito pubblico, calcolato secondo la definizione di Maastricht, sarà invece in aumento: passerà dal 127% del Pil nel 2012 al 131,7% nel 2013 e al 134,3% nel 2014. Mentre, per quanto riguarda la disoccupazione, “è cresciuta abbastanza in fretta negli ultimi anni e continuerà ad aumentare anche il prossimo anno”. Secondo l’Ocse la percentuale di senza lavoro in Italia salirà infatti dal 10,6% del 2012 all’11,9% nel 2013 e poi fino al 12,5% nel 2014. Per uscire dalla crisi l’Italia dovrà quindi “consolidare le riforme positive per la crescita” ed “evitare riduzioni premature delle tasse”.
Pier Carlo Padoan, vice segretario e capo economista dell’Ocse, ha dichiarato che “la ripresa dell’economia globale seppur deludente, va avanti a velocità differenti, che rispecchiano i differenti percorsi verso una crescita in grado di sostenersi da sola”. E ha avvertito che la Banca centrale europea “ha abbassato in modo appropriato i suoi tassi e si è impegnata a mantenere un atteggiamento accomodante fino a quando sarà necessario, ma si può fare di più con ulteriori misure non convenzionali”.