Politica

Grillo vs Rodotà, due deputati M5S: “Non ci riconosciamo in quelle parole”

I deputati Aris Prodani e Walter Rizzetto non approvano i toni del leader. I più fedeli invocano una cattiva interpretazione del post: “La stampa non capisce”, dice Patrizia Terzoni, “c’è un messaggio tra le righe per Rodotà, la sinistra ti ha congelato e poi tirato fuori all'occorrenza, non farti trattare in questo modo”

“Non mi riconosco in quelle parole, sono libero di dirlo oppure no?”. Il commento più duro all’attacco di Beppe Grillo sul suo blog, spetta ad Aris Prodani, deputato del Friuli Venezia Giulia. Si riferisce all’intervento del leader del Movimento 5 Stelle in cui Stefano Rodotà viene definito “ottuagenario resuscitato dalla rete”. Grillo non usa il guanto di velluto dopo i rimproveri al Movimento 5 Stelle che l’ex candidato al Quirinale ha mosso a mezzo stampa, in un’intervista al Corriere. Ma non tutti, tra i suoi, approvano i toni. “Dopo Milena Gabanelli”, scrive Prodani sulla sua pagina pubblica, “oggi tocca a Rodotà. Guardando la lista delle Quirinarie il prossimo potrebbe essere Gino Strada”. E contattato dal fattoquotidiano.it spiega: “Posso dire se non sono d’accordo o devo stare zitto? Io ho delle opinioni personali e non per questo vuol dire che voglio andare nel Partito Democratico”. A sostenerlo c’è Walter Rizzetto, suo amico e collega nei banchi di Montecitorio che commenta: “Condivido con viva e vibrante soddisfazione. Solo chi non vuole capire non capisce. Nessuno di voi era presente durante l’elezione del Presidente della Repubblica e nemmeno in assemblea quando Rodotà veniva santificato al grido Ro-do-tà. Evidentemente non si vuole vedere. Sono posizioni diverse. Fatto sta che il post è chiaro e il santo subito Rodotà è stato malamente maltrattato”. Aris Prodani e Walter Rizzetto si uniscono in un abbraccio solidale e commentano con amarezza le parole del loro leader. 

E’ l’ennesima giornata difficile per i grillini, in una settimana che sembra non finire più. Dal flop alle elezioni amministrative, passando per la gaffe di Roberta Lombardi che in una mail privata ha definito “m.” chi fa la spia ai giornalisti, fino al duro attacco di Grillo a Rodotà. I punti da chiarire sono tanti e in serata senatori e deputati avevano in programma una delle tante assemblee. All’ordine del giorno alcuni temi: innanzitutto le proposte di legge, come migliorarle e renderle più efficaci; al secondo punto, i laboratori di comunicazione che partiranno presto a Milano alla Casaleggio Associati per chi dovrà cominciare a fare apparizioni in televisione. Un’esercitazione che si va ad aggiungere ai corsi spontanei organizzati dagli eletti. Ultimo punto e il più delicato, una discussione sulla destinazione della diaria e degli stipendi che verranno restituiti da ogni eletto. 

Il tema della giornata resta però l’attacco a Rodotà e gli eletti a 5 Stelle sono costretti a dare spiegazioni. I più fedeli invocano una cattiva interpretazione del post: “La stampa non capisce”, dice Patrizia Terzoni, “c’è un messaggio tra le righe per Rodotà, la sinistra ti ha congelato e poi tirato fuori all’occorrenza, non farti trattare in questo modo”.

Nel frattempo i più delusi si incontrano sul web e in particolare sul blog di Grillo. “Le critiche vanno ascoltate e accettate se vengono da chi si è candidato alla Presidenza della Repubblica”, scrive Enrico R. in fondo al post, “se andavano bene prima, dovrebbero andar bene anche dopo”. Oppure Giovanni: “Siamo alla frutta. Ci vuole tantissimo per creare un movimento e pochissimo per distruggerlo. Complimenti per la coerenza. Ho sbagliato a votare”. Paola Corazza rincara la dose: “Credo che quest’ultima esternazione di Grillo sia fortemente sbagliata. Attaccare così Rodotà, nostro candidato alla presidenza della Repubblica, oltre che ingiusto è anche stupido, perché disorienta i nostri elettori”. Pochi cercano di giustificare la scelta: “Approvo il post”, scrive Adriano da Savona, “E’ in atto un attacco a tutto campo contro il M5S, alcuni cadranno nella trappola in buona fede, altri verranno cooptati da “lorsignori””. La paura è che la rottura sia già in atto: “Segnatevi questi nomi: Tommaso Currò, Walter Rizzetto e Aris Prodani”, commenta Simona Cervelli. Rischiano di essere i primi della lista tra i deputati che hanno perso la pazienza in un tiro alla fune dove Beppe Grillo non sembra aver intenzione di mollare.