L'Italia esce dalla procedura di infrazione con una serie di raccomandazioni del Consiglio europeo. Quasi tutte da libro dei sogni, come la maggiore efficienza della burocrazia e un fisco più semplice. Tra le poche rapidamente attuabili, quella sui tempi di estinzione del reato, per limitare l'impunità di corrotti e corruttori. Ma il Pdl ha sempre fatto muro
Tra le raccomandazioni del Consiglio europeo all’Italia ce n’è almeno una che potrebbe essere messa in pratica in tempi brevissimi, con una legge di poche righe da infilare nel codice penale: la riforma della prescrizione. Ben altri sforzi richiederebbe la messa in pratica delle altre indicazioni distillate da Bruxelles dopo la chiusura della procedura d’infrazione per deficit eccessivo nei confronti del nostro paese. Raccomandazioni che vanno dalla richiesta di maggiore efficienza della pubblica amministrazione alle politiche contro la disoccupazione giovanile e femminile, dalla semplificazione fiscale allo snellimento della giustizia civile, e via sfogliando il libro dei sogni delle eterne riforme mancate. Ma ecco che a pagina quattro del documento spunta una ricetta apparentemente semplice e veloce: “Occorre dar seguito alla legge anticorruzione del novembre 2012 e vi è margine per migliorare ulteriormente l’efficacia della repressione della corruzione, in particolare agendo sull’istituto della prescrizione, caratterizzato attualmente da termini brevi”.
Non è la prima volta che l’Unione europea chiede all’Italia una legislazione più efficace contro la corruzione. E l’intervento sulla prescrizione è una delle 22 raccomandazioni rivolte al nostro paese già nel 2009 dal Greco (il Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa). Molti processi a politici e funzionari corrotti, rileva il Greco, finiscono in niente perché il reato si estingue prima della sentenza definitiva. Così i responsabili la fanno franca e questo diffonde una sensazione di impunità che finisce per aumentare il già florido business delle mazzette.
La prescrizione serve a tutelare il cittadino da un’azione penale indefinita da parte dello Stato. In altri sistemi giuridici, però, si interrompe per esempio una volta che è stato decretato il rinvio a giudizio: una volta che l’accusato diventa imputato, subisce la sentenza senza guardare il calendario. Ma alla faccia delle reiterate raccomandazioni europee, in Italia qualunque intervento in questo senso sulla prescrizione è stato bloccato innanzitutto dal Pdl. E anche durante l’estenuante discussione sulla nuova legge anticorruzione della scorsa legislatura, il partito di Berlusconi ha fatto chiaramente capire che la prescrizione non si poteva toccare, pena la caduta del governo “salva Italia” di Mario Monti. Anzi, alla fine i tempi sono risultati sostanzialmente ridotti per il reato di concussione.