E’ la app delle auto di lusso: basta una prenotazione via smartphone e le super berline diventano accessibili a prezzi leggermente più alti di una corsa in taxi. E scatena le polemiche della categoria, che parla di concorrenza sleale. Si chiama Uber ed è un’applicazione attiva in molti paesi del mondo. In Italia è presente a Milano dal 9 marzo e a Roma dal 7 maggio e si prepara a sbarcare in altre città. “Il tuo autista privato su richiesta, il vostro modo di muovervi con classe e sicurezza in città” è la presentazione che si legge sul sito. Il funzionamento è semplice: si scarica la app, ci si registra, si inseriscono i dati della propria carta di credito e il giorno in cui si ha necessità si richiede l’auto, per la quale l’applicazione si appoggia a dei noleggi con conducente (ncc). Dopo la corsa non si paga direttamente l’autista, ma il conto viene addebitato direttamente sulla carta. E le tariffe hanno già dei prezzi base: “Dopodiché calcoliamo la corsa in base alla velocità. Quando è superiore ai 17 km/h, applichiamo una tariffa a km. Sotto i 17 km/h, applichiamo una tariffa a tempo”, si legge sul sito. “Pensiamo di essere una soluzione che può aiutare la mobilità cittadina”, spiega Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber Italia. “Uber è un’application – illustra – è come un’agenzia che permette di trovare un gruppo di clienti registrato, è un tramite tra il servizio di ncc che continua comunque a fare il suo lavoro tradizionale, che però con noi accede a un gruppo nuovo di clienti”.
I TASSISTI: “NON VIENE RISPETTATA LA LEGGE QUADRO” – A Milano lo scontro con i tassisti è aperto. Sono diversi i punti che le associazioni di categoria contestano all’applicazione. La legge 21/1992 prevede che le auto ncc stazionino in un’autorimessa, che non girino sul suolo pubblico attendendo clientela e che il prezzo della corsa sia contrattato preventivamente. Oltretutto, per i noleggiatori non è previsto l’obbligo di corsa, come per i tassisti. Questo vuol dire che i ncc possono rifiutare alcune corse. “Noi chiediamo solo l’applicazione della normativa – spiega Marco Marani del sindacato dei tassisti Unica Taxi Filt Cgil – qui a Milano fino a qualche mese fa si conviveva bene, perché ognuno faceva il proprio servizio, rispettando le regole. Con questa applicazione non viene rispettata la legge quadro”. Gli fa eco Giovanni Maggiolo, presidente dell’Unica Taxi Filt Cgil Lombardia: “Un servizio che non ha obbligo di servizio, come i ncc a cui si appoggia Uber, non può essere considerato alla stregua del servizio pubblico, per cui non dovrebbe godere dell’uso delle corsie preferenziali e dell’ingresso in centro”. Anche i social network sono un terreno di battaglia: su Facebook la pagina “Uber, no thanks“, che ribattezza l’applicazione “Ruber” conta al momento 956 “like”.
IL COMUNE DI MILANO: “INTERVENTO CON SANZIONI” – La categoria ha presentato un esposto al Comune di Milano, accolto da Palazzo Marino. “In merito al servizio Uber si è già intervenuti sia sanzionando direttamente alcuni operatori, sia effettuando una serie di accertamenti per verificare il rispetto delle prescrizioni vigenti”. E l’assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, in attesa di sviluppi della controversia, conferma la posizione di Palazzo Marino. “Queste macchine sono state fermate. Il danno economico è risibile – sostiene Maggiolo – perché il fenomeno a Milano è limitato a 10 vetture, il vero problema è difendere la regolamentazione“. E Marani aggiunge: “Aspettiamo la sentenza del tribunale del 25 di giugno, scendere in piazza prima non avrebbe senso. Noi come categoria abbiamo denunciato questo modo di fare il servizio. A questo punto sono le istituzioni che devono far rispettare le leggi. Loro sono entrati nel mercati troppo aggressivamente“. E le polemiche arrivano fino a Roma, dove Nicola Di Giacobbe, coordinatore nazionale di Unica Taxi Cgil, avvisa: “Incontreremo il candidato sindaco Marino e gli spiegheremo le nostre preoccupazioni anche rispetto a Uber”.
UBER SI DIFENDE: “NESSUN TASSAMETRO A BORDO” – Ma Uber non sui ferma e si difende dalle accuse. “Noi continuiamo a lavorare finché non c’è un giudice che prende una decisione, nessuno può decidere se hanno ragione i tassisti o noi”. Benedetta Arese Lucini è esplicita. Secondo la general manager alcune contestazioni che vengono fatte all’applicazione non possono esistere. “Le macchine al loro interno non hanno un tassametro – spiega Lucini – la tariffa viene concordata attraverso il telefono e l’utente sa benissimo quanto gli verrà a costare più o meno la corsa”. E poi: “Le nostre macchine non è che vanno per strada e tirano su un cliente a caso. I nostri clienti sono privati, devono prenotare su Uber e gli autisti prendono chi si è prenotato via app”. E a farle eco è anche Mauro Ferri, presidente di Anitrav, l’associazione nazionale imprese trasporto viaggiatori: “E’ vero che si rischia di andare in contrapposizione con i taxi. Effettivamente Uber è abituata a ragionare in un mercato diverso rispetto a quello italiano. Il vero problema è che abbiamo una normativa feudale, però io ho anche parlato con strutture di tassisti che vedono l’app come un’opportunità”. E sembra lontana anche una possibile collaborazione tra i due settori: “Cercano confronto solo per avere pubblicità”, è l’accusa di Maggiolo.
EZ DRIVER, LA NUOVA APP CHE PROMETTE CONCORRENZA – Questa non è l’unica applicazione del genere. Il 30 maggio, sempre a Milano sbarcherà anche EzDriver. Ma i creatori, Tommaso Lazzari, ad della società e Giovanni Stella, del marketing sottolineano le differenze con l’applicazione contestata: “L’utente può prenotare dall’app le auto ncc. La prenotazione dà un taglio diverso per due motivi – spiega Lazzari – il primo è che non si dà per assunto che ci siano auto disponibili nei paraggi, la seconda è che attraverso la prenotazione si ha sempre la certezza del servizio, ma la prenotazione va fatta almeno venti minuti prima. L’altra differenza con Uber, poi, è che la nostra tariffa è solo chilometrica, più 5 euro per la chiamata”. La struttura, che lavora presso l’incubatore e acceleratore di imprese del Politecnico di Milano, il Polihub, punta ad ampliarsi: “Abbiamo tanti progetti – prosegue Lazzari – come quello di aprire il servizio ad altre città, integrare altri servizi come le auto per disabili e perché no, anche avere il servizio taxi sulla piattaforma”. E per realizzare questo “sogno” sono già all’opera: “Ne abbiamo parlato con due associazioni e ora i colloqui sono in fase preliminare”. Stella però specifica: “Sappiamo che questo non è un mercato facile, ma stiamo cercando di lavorare per non metterci in contrapposizione con i taxi, perché crediamo che i due servizi possano coesistere“.