Polemiche anche sulla sede del meeting: le isole Mauritius, location ad hoc per tenere lontani giornalisti e polemiche. Risultato: l'organismo spende più per se stessa (241 milioni di dollari) che per lo sviluppo del calcio nel mondo (177 milioni)
Nelle intenzioni di Joseph Blatter la due giorni del 30 e del 31 maggio doveva essere l’occasione per celebrare il cambiamento della Fifa, nel segno del rinnovamento e della trasparenza. In realtà il congresso annuale 2013 della massima associazione calcistica mondiale si è trasformato nell’ennesima fonte di polemiche sulla sua presidenza. Ed entrambe – le polemiche e la presidenza di Blatter – potrebbero durare ancora a lungo. Già la scelta della location ha fatto discutere: le isole Mauritius, angolo di paradiso nell’Oceano Indiano. Adatte più ad una vacanza che ad un meeting ufficiale di rilevanza internazionale, sostengono alcuni. Gli stessi che si chiedono quanto possa essere costata una simile trasferta. Numeri a riguardo non ce ne sono. Di certo, però, alla Fifa amano trattarsi bene: nel 2011 il Congresso si era svolto alle Isole Bahamas. E nel bilancio 2012 si legge che oltre 32 milioni di dollari sono stati spesi per l’organizzazione di comitati e congressi. La Fifa, insomma, spende più per se stessa (241 milioni di dollari, di cui 188 di costi operativi e 53 di “governance”, in cui rientrano appunto i congressi e le spese legali) che per lo sviluppo del calcio nel mondo (177 milioni, per altro in calo rispetto al 2011, quando erano stati 183 milioni).
Ma soprattutto, secondo i detrattori, la scelta delle Mauritius (non esattamente il posto più facile da raggiungere di questo mondo per i giornalisti) sarebbe stata dettata dalla volontà di consumare il congresso lontano dall’eco mediatica. Che avrebbe potuto dar risalto alle decisioni prese, poco rivoluzionarie. O piuttosto a quelle non prese. E’ il caso, ad esempio, dell’introduzione di un limite di età e numero di mandati per le cariche della Fifa. Di questa misura si parla da almeno un paio d’anni: la Fifa avrebbe dovuto votarla nel corso del congresso in atto, ma pochi giorni fa ha deciso di posticipare la discussione al prossimo vertice previsto nel 2014 in Brasile, a San Paolo. E le implicazioni di questa scelta sono facili da intuire. Il provvedimento colpirebbe molti dei dirigenti attualmente incarica, in primis Joseph Blatter, che a 77 anni si appresta a concludere il suo quarto mandato alla Presidenza della Fifa. L’ultimo, secondo quanto annunciato a più riprese dal diretto interessato in passato. Ma alcune mosse recenti dello svizzero fanno pensare ad una possibile marcia indietro: “Sarà l’ultimo mandato della riforma, non della mia presidenza”, ha affermato ad inizio maggio al congresso della Confederazione Asiatica. Adesso lo slittamento del voto sul limite di età – nei cui confronti Blatter ha pubblicamente preso posizione contraria – alimenta le speculazioni: che siano cominciate le grandi manovre per l’ennesima ricandidatura a Presidente della Fifa nel 2015?
Le reazioni alle novità dalle Mauritius non si sono fatte attendere. “Purtroppo non ci sarà mai accordo sulla questione, perché riguarda Blatter in prima persona”, ha dichiarato in aperta polemica Michel Platini. Che – non è più un mistero – aspira a fare il grande salto dalla presidenza della Uefa a quella della Fifa. Ci aveva già provato nel 1998 l’allora numero uno del calcio europeo Lennart Johansson, sconfitto nel segreto dell’urna fra mille intrighi. Da allora Blatter è stato rieletto altre tre volte, nel 2002, nel 2007 e nel 2011 sempre da candidato unico (nell’ultima occasione in seguito al ritiro, in circostanze misteriose, dello sfidante Bin Hammam). Per Platini, che sognava una “comoda” successione , la mancata approvazione del limite di età è una pessima notizia. Forse il regno di Joseph Blatter non è ancora finito. O quantomeno lui potrebbe non essere intenzionato ad abdicare.