Marisol Touraine, ministro della Sanità francese, aveva ricevuto appena pochi giorni fa un primo rapporto di esperti sulla sigaretta elettronica, assai critico nei confronti dell’e-cig, proprio nel mezzo delle polemiche che infuriano nel Paese. Non ci ha messo molto tempo a reagire. Oggi, in occasione della giornata mondiale contro il tabacco, il ministro ha annunciato che la nuova sigaretta sarà proibita nei luoghi pubblici. “Bisogna dire che una e-cig – ha detto – è fumare. Non è un prodotto banale. Dobbiamo applicare le stesse misure che applichiamo per il tabacco“. Non solo: Parigi punta al divieto di vendita della sigaretta elettronica ai minori, oltre a quello della pubblicità.
Insomma, a Parigi stanno finendo mesi di anarchia normativa su un fenomeno che annovera già 500mila “consumatori”. A oggi non è chiaro quali siano i tempi. La Touraine ha specificato che contatterà al più presto il Consiglio di Stato per verificare la costituzionalità delle nuove norme. Il dicastero della Sanità aveva già commissionato un rapporto a un pool di esperti, come base per l’intervento dell’Esecutivo. Il corposo documento non consiglia il divieto assoluto dell’e-cigarette, come già fatto in altri Paesi, vedi il Canada e il Sudafrica. Ma spinge per sottoporla a una serie di limiti, che in sostanza sono gli stessi della sigaretta normale. E sono gli stessi subito, puntualmente ripresi dal ministro. Tanto che vi sarebbe allo studio anche un divieto assoluto per le donne incinte.
Gli esperti sono stati coordinati da un noto pneumologo, Bertrand Dautzenberg, che è anche presidente dell’Ufficio nazionale di prevenzione del tabagismo. Il documento parte dal presupposto che analisi scientifiche sulla sigaretta elettronica sono in corso a livello mondiale, ma ci vorrà ancora del tempo per arrivare a conclusioni affidabili. Al tempo stesso, “esigere i risultati degli studi scientifici, attesi da qui a uno-cinque anni, prima di intervenire – si legge nel rapporto – significherebbe lasciare gli utilizzatori (e i non utilizzatori) senza protezione, ostaggio del mercato”. E così gli esperti non arrivano a probire per precauzione il nuovo prodotto e lo stesso Dautzenberg, presentando il rapporto, ha sottolineato che “per chi fuma davvero tanto, è evidente che la sigaretta elettronica sarà sempre una soluzione migliore”. Ma, in attesa di dati scientifici davvero affidabili, “bisogna regolamentare il prodotto, la sua distribuzione e il suo utilizzo”.
Gli esperti francesi consigliano al Governo di ridurre a 18 mg/ml la concentrazione massima di nicotina nella cartuccia di liquido per caricare la sigaretta elettronica dai 20 attuali (un livello da superare solo per prodotti considerati medicinali, che saranno disponibili solo in farmacia). Soprattutto chiedono che la vendita di e-cigarette e delle cartucce sia probita nei supermercati e consentita solo in punti vendita autorizzati. La raccomandazione principale, comunque, riguarda l’utilizzo nei luoghi pubblici, che deve essere vietato (il fumo è proibito in Francia dal 2007), perché in quell’ambito il ricorso alla sigaretta elettronica “potrebbe rappresentare un’incitazione a fumare”. Ed è questa motivazione che la Touraine sta già cavalcando. Vedremo se anche le altre proproste saranno fatte proprie dal Governo.
Inventata in Cina, dove si vende dal 2004 come alternativa salutare alla normale sigaretta, l’e-cigarette sta registrando un vero boom anche nel mondo occidentale, in particolare negli Stati Uniti. Anche in Francia rappresenta ormai un business in corsa. 500mila francesi la utilizzano già regolarmente e tre milioni hanno ammesso di averla provata. Il dibattito – come anche in Italia – è vivace, anche perché in tanti ritengono che il nuovo prodotto potrebbe aiutare la Francia a risolvere il problema del tabagismo. Sono stati appena resi noti da un istituto sanitario pubblico (l’Institut national de veille sanitaire public), gli ultimi dati sul numero di fumatori in Francia: fuma il 34% della popolazione adulta, contro il 13% in Canada, il 15% negli Usa e il 21% in Italia, come indicato dallo stesso studio francese.
Ma, mentre la quota sta calando progressivamente un po’ ovunque (Italia compresa), in Francia, dove era in flessione continua dagli anni Settanta, a partire dal 2005 ha ricominciato a crescere. Determinante è l’aumento dei fumatori nelle classi socio-economiche più basse. Sempre secondo i dati più recenti, il fumo provoca in Francia la morte di 200 persone al giorno. E in tutto l’anno grazie alla vendita di sigarette lo Stato incassa 14 miliardi di euro. In compensi, tra spese sanitarie e di previdenza sociale, ne sborsa 47.
Mondo
Sigaretta elettronica, da ministero Sanità francese parte la stretta contro le e-cig
Il dicastero di Marisol Touraine ha proposto una serie di limiti: divieto nei luoghi pubblici, vendita proibita ai minori, no alla pubblicità (o almeno limitarla fortemente), vietarla alle donne incinte
Marisol Touraine, ministro della Sanità francese, aveva ricevuto appena pochi giorni fa un primo rapporto di esperti sulla sigaretta elettronica, assai critico nei confronti dell’e-cig, proprio nel mezzo delle polemiche che infuriano nel Paese. Non ci ha messo molto tempo a reagire. Oggi, in occasione della giornata mondiale contro il tabacco, il ministro ha annunciato che la nuova sigaretta sarà proibita nei luoghi pubblici. “Bisogna dire che una e-cig – ha detto – è fumare. Non è un prodotto banale. Dobbiamo applicare le stesse misure che applichiamo per il tabacco“. Non solo: Parigi punta al divieto di vendita della sigaretta elettronica ai minori, oltre a quello della pubblicità.
Insomma, a Parigi stanno finendo mesi di anarchia normativa su un fenomeno che annovera già 500mila “consumatori”. A oggi non è chiaro quali siano i tempi. La Touraine ha specificato che contatterà al più presto il Consiglio di Stato per verificare la costituzionalità delle nuove norme. Il dicastero della Sanità aveva già commissionato un rapporto a un pool di esperti, come base per l’intervento dell’Esecutivo. Il corposo documento non consiglia il divieto assoluto dell’e-cigarette, come già fatto in altri Paesi, vedi il Canada e il Sudafrica. Ma spinge per sottoporla a una serie di limiti, che in sostanza sono gli stessi della sigaretta normale. E sono gli stessi subito, puntualmente ripresi dal ministro. Tanto che vi sarebbe allo studio anche un divieto assoluto per le donne incinte.
Gli esperti sono stati coordinati da un noto pneumologo, Bertrand Dautzenberg, che è anche presidente dell’Ufficio nazionale di prevenzione del tabagismo. Il documento parte dal presupposto che analisi scientifiche sulla sigaretta elettronica sono in corso a livello mondiale, ma ci vorrà ancora del tempo per arrivare a conclusioni affidabili. Al tempo stesso, “esigere i risultati degli studi scientifici, attesi da qui a uno-cinque anni, prima di intervenire – si legge nel rapporto – significherebbe lasciare gli utilizzatori (e i non utilizzatori) senza protezione, ostaggio del mercato”. E così gli esperti non arrivano a probire per precauzione il nuovo prodotto e lo stesso Dautzenberg, presentando il rapporto, ha sottolineato che “per chi fuma davvero tanto, è evidente che la sigaretta elettronica sarà sempre una soluzione migliore”. Ma, in attesa di dati scientifici davvero affidabili, “bisogna regolamentare il prodotto, la sua distribuzione e il suo utilizzo”.
Gli esperti francesi consigliano al Governo di ridurre a 18 mg/ml la concentrazione massima di nicotina nella cartuccia di liquido per caricare la sigaretta elettronica dai 20 attuali (un livello da superare solo per prodotti considerati medicinali, che saranno disponibili solo in farmacia). Soprattutto chiedono che la vendita di e-cigarette e delle cartucce sia probita nei supermercati e consentita solo in punti vendita autorizzati. La raccomandazione principale, comunque, riguarda l’utilizzo nei luoghi pubblici, che deve essere vietato (il fumo è proibito in Francia dal 2007), perché in quell’ambito il ricorso alla sigaretta elettronica “potrebbe rappresentare un’incitazione a fumare”. Ed è questa motivazione che la Touraine sta già cavalcando. Vedremo se anche le altre proproste saranno fatte proprie dal Governo.
Inventata in Cina, dove si vende dal 2004 come alternativa salutare alla normale sigaretta, l’e-cigarette sta registrando un vero boom anche nel mondo occidentale, in particolare negli Stati Uniti. Anche in Francia rappresenta ormai un business in corsa. 500mila francesi la utilizzano già regolarmente e tre milioni hanno ammesso di averla provata. Il dibattito – come anche in Italia – è vivace, anche perché in tanti ritengono che il nuovo prodotto potrebbe aiutare la Francia a risolvere il problema del tabagismo. Sono stati appena resi noti da un istituto sanitario pubblico (l’Institut national de veille sanitaire public), gli ultimi dati sul numero di fumatori in Francia: fuma il 34% della popolazione adulta, contro il 13% in Canada, il 15% negli Usa e il 21% in Italia, come indicato dallo stesso studio francese.
Ma, mentre la quota sta calando progressivamente un po’ ovunque (Italia compresa), in Francia, dove era in flessione continua dagli anni Settanta, a partire dal 2005 ha ricominciato a crescere. Determinante è l’aumento dei fumatori nelle classi socio-economiche più basse. Sempre secondo i dati più recenti, il fumo provoca in Francia la morte di 200 persone al giorno. E in tutto l’anno grazie alla vendita di sigarette lo Stato incassa 14 miliardi di euro. In compensi, tra spese sanitarie e di previdenza sociale, ne sborsa 47.
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Israele, terremoto allo Shin Bet: Netanyahu silura il capo Bar e denuncia il suo predecessore
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il presidente del partito israeliano Unità Nazionale, Benny Gantz, definisce il licenziamento, da parte del premier Benjamin Netanyahu, del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, "un colpo diretto alla sicurezza dello Stato e allo smantellamento dell'unità nella società israeliana per ragioni politiche e personali".
Anche il presidente di Yisrael Beytenu, Avigdor Liberman, condanna la decisione, dichiarando che se il Primo Ministro Netanyahu “avesse combattuto Hamas con la stessa determinazione con cui sta combattendo il capo dello Shin Bet, l'ufficio del Procuratore generale e il sistema giudiziario, l'olocausto del 7 ottobre sarebbe stato impedito”.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - La Russia ha ripetutamente affermato che non dovrebbero esserci “forze di peacekeeping” della Nato in Ucraina. E se l'Alleanza decidesse di aiutare Kiev in questo modo, significherebbe la guerra. Lo ha affermato su X il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e di averlo "informato che la prossima settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato".
In una dichiarazione successiva, Netanyahu ha spiegato: “In ogni momento, ma soprattutto durante una guerra esistenziale come quella che stiamo affrontando, deve esserci piena fiducia tra il primo ministro e il capo dello Shin Bet. "Ma sfortunatamente, la situazione è l'opposto: non ho questa fiducia. Nutro una sfiducia continua nel capo dello Shin Bet, una sfiducia che è solo cresciuta nel tempo".
(Adnkronos) - "Il nemico americano ha lanciato un'aggressione palese contro il nostro Paese nelle ultime ore con oltre 47 attacchi aerei", si legge nella dichiarazione. In risposta, "le Forze Armate hanno condotto un'operazione militare specifica prendendo di mira la portaerei americana USS Harry S. Truman e le sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale con 18 missili balistici e da crociera e un drone".
"Con l'aiuto di Allah Onnipotente", prosegue la dichiarazione, "le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nella zona di operazioni dichiarata finché gli aiuti e i beni di prima necessità non saranno consegnati alla Striscia di Gaza".
Sana'a, 16 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno risposto ai bombardamenti americani sullo Yemen attaccando la USS Harry S. Truman nel Mar Rosso con missili balistici e un drone. Lo rivendica il portavoce del gruppo yemenita.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha aperto un'indagine sull'ex capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet, Nadav Argaman, dopo che venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato una denuncia.
Il premier israeliano ha accusato Argaman di ricatto e reati legati alla legge che riguarda lo Shin Bet, che proibisce ai dipendenti dell'organizzazione di divulgare informazioni ottenute nell'ambito del loro lavoro.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un abitante di Gaza, che stava "tentando di piazzare ordigni esplosivi" nei pressi del corridoio di Netzarim, è stato ucciso. Lo riferisce l'esercito israeliano.