Interdizione a vita dai pubblici uffici la richiesta di pena accessoria della Procura di Milano per l'ex direttore del Tg4, l'ex agente dei vip e l'ex consigliera regionale, imputati per favoreggiamento e induzione alla prostituzione. L'accusa: "Sapevano che era minorenne. Saggiavano le ragazze. La legge Merlin madre di questo processo"
“Abbiamo ricevuto una macroscopica notizia di reato, riguardante una ragazza minorenne che girava per le strade di Milano con pacchi di denaro, che frequentava alberghi di lusso, che viveva con una prostituta e andava a casa di un uomo ricco e potente da cui diceva di ricevere denaro dopo essere fuggita da una comunità”. E’ il giorno della requisitoria nel processo Ruby bis, in cui sono imputati l’ex direttore del Tg4 Emilio Fede, l’ex agente dei vip Lele Mora e l’ex consigliera regionale lombarda Nicole Minetti per induzione e favoreggiamento della prostituzione di Ruby e di altre giovani ospiti delle serate ad alto tasso erotico di Arcore.
Secondo la Procura i tre imputati sapevano che la ragazza era minorenne e per questo ha chiesto 7 anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e da tutte quelle strutture pubbliche, come scuole e strutture sportive, di ogni ordine e grado che presuppongano la presenza di minori. Furono Fede e Mora, “che saggiavano le ragazze”, che portarono la minorenne marocchina nella residenza dell’allora premier e fu la Minetti a gestire i contatti. E Ruby, da quanto si capisce dalle intercettazioni, ebbe rapporti sessuali con Silvio Berlusconi. Anche se lo ha sempre negato.
Le serate ad Arcore erano delle “orge bacchiche” ha detto il procuratore aggiunto di Milano Piero Forno. Forno, che con il pm Antonio Sangermano sostiene l’accusa, ha parlato di “ambiente orgiastico” e nel descrivere le feste nella villa di Silvio Berlusconi le ha paragonate alle feste descritte in alcune opere greche in cui i partecipanti arrivano a perdere il controllo. L’accusa ha chiesto di condannare gli imputati a pagare una multa di 35mila euro ognuno. Il procuratore aggiunto nella sua requisitoria ha citato anche Veronica Lario, l’ex moglie di Silvio Berlusconi. Il pm ha ricordato quando nel 2009, prima di chiedere la separazione dall’ex premier, dichiarò che “per la sua dignità non poteva tollerare un sistema in cui le vergini venivano date in pasto per la loro ambizione e i lori interessi”.
La difesa di Nicole Minetti definisce “eccessiva e sorprendente” la richiesta di pena e Lele Mora dichiara di non riconsocersi “nella persona che è stata descritta dai pm, non sono quella persona e non ho altro da dire”. La sentenza è prevista per il 12 luglio.
Il pm: “Noi non spioni, legge Merlin madre di questo processo”. “Qui non si giudica Silvio Berlusconi (per cui l’accusa nel procedimento principale ha chiesto 6 anni, ndr)”, ha specificato il pm, i giudizi su di lui “spettano ad altre sedi democratiche, la sua vicenda la giudicherà la storia”. In questo processo “il ruolo di Silvio Berlusconi sarà toccato solo in ottica probatoria. Si tratteranno i profili comportamentali in relazione alla valenza probatoria”. “La rilevanza politico-culturale del caso Ruby e la convergenza tra alcuni mezzi di informazione ha dipinto il processo come una farsa. Tale sintonia è arrivata a dipingere i magistrati come accaniti spioni. C’è qualcuno che, indossando come noi la toga, a fronte delle dichiarazioni di una minorenne, delle oggettive anomalie della notte del 27 maggio 2010, che sentendo Lele Mora dire nelle telefonate di inghindarsi con biancheria intima e la Minetti retribuire le ragazze, c’è qualcuno, ripeto, che avrebbe riattaccato la cornetta e si sarebbe tappato le orecchie senza indagare?”. Per l’accusa “la legge Merlin è la madre di questo processo. A distanza di 55 anni resiste intatta e ha mediato tra la libertà individuale di disporre del proprio corpo e il divieto assoluto di vendere la propria sessualità. L’interposizione di un terzo che istighi e sfrutti l’altrui sessualità non è lecita”.
Il pm: “Ruby immatura e vulnerabile, impresa ragguardevole screditare se stessa”. “Immaturità e vulnerabilità”; il pm Antonio Sangermano nel descrivere la ragazza marocchina, che ha testimoniato per due udienze negando rapporti sessuali con l’ex premier, e il suo comportamento in aula durante la sua audizione, ha sottolineato che “Ruby si è contraddetta”, aggiungendo che “l’unico dato certo è che Ruby ha sempre negato di essersi prostituita e di avere avuto rapporti a pagamento con Silvio Berlusconi”. Ma non solo; la giovane marocchina, spacciata per la nipote dell’ex presidente egiziano Mubarak, “ha tentato una impresa ragguardevole, e cioè di screditare se stessa. Ruby ha mescolato verità e menzogna. Hanno agito diversi impulsi, tra cui la prospettiva utilitaristica di ritrattare e trarne un vantaggio economico. Può avere pesato un calcolo. Ha sempre negato talune circostanze, altre le ha affermate e si è contraddetta su altre – ha proseguito -. Ha sempre negato dichiaratamente di avere avuto rapporti sessuali tanto meno a pagamento con Silvio Berlusconi, ha sempre negato di essersi prostituita. Come in un videogame ha calato persone vere e immaginarie tentando una impresa ragguardevole: discreditare se stessa miscelando verità e bugie” e dire di avere inventato “cavolate”.
Il pm: “Imputati sapevano che era minorenne. Saggiavano le ragazze”. “I nostri imputati sapevano che era minorenne” ha affermato il pm. Il ruolo del giornalista e di Mora era quello di saggiare “la gradevolezza delle ragazze, facevano l’esamino per vedere se avevano anche una capacità socio-relazionale e poi le immettevano nel circuito delle serate ad Arcore, un circuito a cui non è sfuggita nemmeno Ruby”. I due, definiti “saggiatori di vino pregiato”, assieme a Nicole Minetti “hanno concorso all’intrusione di Ruby nel circuito. In questo processo la prova che Ruby sia una prostituta non è essenziale. Non dobbiamo stabilire questo ma capire se le persone che l’hanno introdotta lì l’hanno istigata alla prostituzione”. Per il pm è necessario capire se la ragazza “fu introdotta in un particolare contesto dove si sarebbe potuta prostituire”. Emilio Fede fu colui che ”portò ad Arcore” Ruby e “da quel momento in poi, Mora ebbe il compito di prendersene cura”. Dopo che la giovane marocchina venne portata ad Arcore per la prima volta il 14 febbraio 2010, ci fu “un abbraccio mortale di Mora nei confronti della minore, Mora per proteggere e tutelare la ragazza per conto di Berlusconi mise in piedi un apparato militare per ‘salvare il soldato Ryan‘ e fece da sentinella”.
Il pm: “Il bunga bunga non è parte della torbida mente degli inquirenti”. “Il bunga bunga non è un parto della torbida mente degli inquirenti ma il contesto ambientale in cui si sviluppa un complesso sistema di prostituzione. Gli eventi organizzati ad Arcore – ha aggiunto il pm – avevano certamente una natura prostitutiva”. Nicole Minetti non ebbe solo un ruolo di “intermediazione”, ma partecipò alle feste di Arcore “compiendo anche atti sessuali retribuiti”. Le ragazze che partecipavano alle serate di Arcore “avevano l’esatta percezione del ‘favor’ economico di cui beneficiava Ruby” ha spiegato il pm riportando stralci delle intercettazioni telefoniche fra Nicole Minetti e altre ragazze che si lamentavano delle somme di denaro ricevute da Karima El Mahroug.
Il pm: “Le ragazze ad Arcore erano assatanate di soldi”. “Le ragazze ad Arcore erano assatanate di soldi”. Riferendosi a una intercettazione e descrivendo il ruolo di Emilio Fede e Lele Mora nell’organizzare le feste di Arcore il pm ha ricordato come le giovani ospiti facessero richieste continue di denaro. Mora, descritto come “soggetto specifico preposto a individuare le ospiti, pescando tra le donne con cui intratteneva rapporti di lavoro”, dava nelle telefonate intercettate la certezza che “chi sarà disponibile verrà retribuito e – ha concluso il pm – le ragazze sapevano ciò che sarebbe accaduto per compiacere il dominus”. Un dominus in qualche modo sfruttato perché Fede e Mora ottenevano “vantaggi economici in danno, e sottolineo in danno, di Berlusconi” ha spiegato il pm facendo riferimento all’episodio già emerso di un prestito milionario erogato dall’ex premier a Mora, attraverso “la sottile persuasione di Fede”. L’accusa ha sottolineato la “valenza pressoria nei confronti di Berlusconi” che i due imputati potevano avere, anche perché “conoscevano tutti i segreti” delle serate di Arcore.
Il pm: “Quando Fede ha visto Ruby ha pensato che era perfetta per Arcore”.Quando Emilio Fede ha visto Ruby nell’ormai famoso concorso di bellezza in Sicilia, nel 2009, “non si è certo limitato alla solidarietà morale per la sua storia di disagio, ma ha rilevato la sua gradevolezza estetica e l’ha ritenuta idonea e perfetta per le serate di Arcore”. Così il pm ha ricostruito il primo incontro tra l’ex direttore del Tg4 e la giovane marocchina. E Ruby ”sapeva che aveva fatto qualcosa per cui poteva chiedere denaro e aspettarsi una ricompensa” da Silvio Berlusconi ha ricostruito il pm Antonio Sangermano a proposito della presunta trattativa riguardo gli oltre 4,5 milioni che lei aveva scritto nel foglio ritrovato nella sua abitazione genovese dagli investigatori. L’accusa ha spiegato che pur non essendoci “una traccia contabile del versamento” milionario da Berlusconi a Ruby, la Procura ritiene che ci sia stata “una trattativa”, anche perché la ragazza aveva “una valenza persuasiva”. Ossia, la giovane marocchina poteva chiedere soldi all’ex premier perchè lei era a conoscenza di quello che aveva fatto e di ciò che era successo ad Arcore. “E’ una impresa ardua – ha aggiunto il pm – ritenere sul piano logico probatorio che Ruby per la sua storia di disagio santificasse e sterilizzasse l’ambiente di Arcore”.
Il pm: “Interrogatorio di Ruby fatto orribile”. Il ”misterioso interrogatorio” di Ruby il 6 ottobre 2010 alla presenza dell’allora avvocato di Mora, Luca Giuliante, e di un “emissario di Lui (come si legge in un’intercettazione, ndr)”, è un “fatto di orribile valenza”. Lo ha detto il pm, Sangermano, parlando di una “gravissima attività di inquinamento probatorio”, perché alla ragazza si chiese conto, verbalizzando ‘illegalmente’, di ciò che aveva riferito ai pm. Tra gli imputati, ha aggiunto il pm, “c’era paura e allarme”. E’ una ”grave anomalia” il fatto che “l’imputato Berlusconi” abbia iniziato a “remunerare” le ragazze-testimoni dei due processi sul caso Ruby dopo lo scoppio del presunto scandalo sui media. Le ragazze, secondo il pm, si sono mosse come “un blocco dichiarativo” e con “approccio fideistico” nei confronti di Berlusconi.
Il pm: “Nelle intercettazioni Ruby allude ad atti sessuali con Berlusconi”. “Non vi è dubbio che Karima nelle intercettazione dica di aver negato la verità ai pm e alluda continuamente ad atti sessuali con Silvio Berlusconi”. Lo ha detto il pm Antonio Sangermano nel corso della sua requisitoria al processo Ruby 2, sottolineando la necessità di distinguere la “Ruby dialogica da quella dichiarativa”. Perché, benché “la ragazza abbia sempre negato di aver avuto rapporti con Berlusconi”, nelle intercettazioni emergerebbe un quadro diverso. E anche in questo, conclude il pm, “consiste l’impianto accusatorio”.
Fede: “La corte mi dia almeno 30 minuti e smonterò le accuse”. ”In una delle prossime udienze chiederò alla Corte di concedermi almeno 30 minuti per parlare e sono sicuro che riuscirò a smontare almeno il 90% del teorema dell’accusa”. Emilio Fede parlando con l’Ansa afferma di poter dimostrare la sua innocenza: “Mi sento quasi mortificato per quei giudici che hanno mortificato così la mia dignità, la mia professionalità, la mia famiglia. Tutto mi è sembrato paranoico, paradossale e ho vissuto questi momenti con grande malinconia. Non temo di finire in carcere a 83 anni e ho ancora grande fiducia nella giustizia – ha continuato Fede – ma addirittura l’interdizione dai pubblici uffici, il non poter insegnare nelle scuole … va beh rinuncerò a insegnare siciliano in una scuola cinese. Ma si rendono conto quei Pm di cosa è stata la mia vita per 80 anni? – ha aggiunto – . Ho diretto e fondato telegiornali, ho così creduto nella giustizia da trasmettere 20 anni fa tutte le fasi di tangentopoli in diretta dal Tribunale di Milano. Ho chiesto ai miei avvocati ‘ma che devo dire ai giornalisti che mi cercheranno?’ – ha raccontato – Mi hanno riposto ‘quello che ti senti’ e a me verrebbe quasi voglia di fare un paragone con Michele Misseri, scherzo ovviamente”. “E’ venuto fuori da più parti come ho conosciuto quella ragazza, Ruby, che non l’ho portata io ad Arcore, che non conoscevo la sua età, ma non c’è stato nulla da fare, è stato deciso di mettere in piedi e portare avanti quell’impianto accusatorio come se fosse la cosa più normale del mondo che io alla mia età mi metto a fare induzione alla prostituzione … Mi spiace quasi per quei Pm per le cose che sono state detto anche oggi, sono quasi mortificato per loro – ha detto ancora – Li ho visti impantanarsi in sabbie mobili eppure andare avanti convinti con il loro teorema, sostenendo addirittura che facendo io il giornalista non potevo non sapere tante cose, ho assistito ad alcune testimonianze che facevano solo sorridere e non so come si potessero prendere sul serio. Insomma – ha concluso – metaforicamente parlando una pagliacciata”.