Esaurita tale querelle, peraltro non troppo avvincente, il punto è: coloro che hanno votato M5S, sono contenti di questi tre mesi? Credo che molti non lo siano, e questo è un dato che i 5 Stelle – al netto della “stampa cattiva” e della corresponsabilità ignominiosa del Partito Disastro – non possono negare.
Per molti italiani, il M5S “non ha fatto niente”, “ha restituito all’Italia Berlusconi”, “è stato arrogante” e “sa solo criticare”. La realtà è un po’ più complessa, ma se molti italiani la pensano così un motivo ci sarà.
Se dovessimo individuare tre errori evidenti del Movimento 5 Stelle, sarebbero questi.
1) Non avere fatto il famoso nome (Rodotà, Settis o Zagrebelsky) al secondo giro di consultazioni. Non avrebbe cambiato nulla, perché il Pd voleva l’inciucio, ma avrebbe tolto al Pd qualsiasi alibi (anche se certi tromboni e i soliti bimbominkia avrebbero continuato a difenderlo).
2) La classe dirigente (chiamiamola così). La comunicazione è stata spesso un pianto, e infatti Casaleggio ha voluto dare ad alcuni parlamentari alcune lezioni su come rapportarsi alla stampa: “Lavoriamo tanto ma lo comunichiamo male”. Più Di Battista e Sarti, meno parlamentari acerbo-arroganti e blogger complottisti (tipo Martinelli, il punching ball prediletto da Facci e ospite ideale della D’Urso, nel senso che più lo vedi e più dai ragione a chi non vota il Movimento 5 Stelle. E dunque la D’Urso è contenta. Vedi anche alla voce Mastrangeli). In tivù dovete imparare ad andarci. Se non imparate, meglio stare a casa.
3) Il rapporto con i giornalisti. Attaccare Pigi Battista è naturale, benché in realtà sia uno che si attacca da solo (e infierire non è mai bello). Prendersela con Gabanelli o Report non solo è berlusconiano, ma presta il fianco a chi dice “Il Movimento ama solo i giornalisti che parlano bene di loro”. E’ vero che quasi tutti ce l’hanno con voi, ma reagire da frignoni che rifiutano a prescindere il dialogo con i media non gioca a vostro favore. Se vi criticano, replicate punto su punto. Senza gridare a complotti e congiure.
Il M5S non se ne sta però in Parlamento a dormicchiare. Per esempio (cito da alcuni vostri commenti sulla mia pagina Facebook): “1) il governo ha votato per non eliminare il porcellum; 2) il governo ha bocciato una mozione del m5s che prevedeva di non acquistare più gli F35, permettendo di risparmiare milioni di euro; 3) il governo ha bocciato una mozione del m5s che proponeva la riduzione del numero dei parlamentari; 4) il governo ha bocciato una mozione del m5s che prevedeva il dimezzamento del numero dei consiglieri provinciali; 5) il governo ha bocciato una mozione del m5s che prevedeva la soppressione delle province; 6) il governo ha detto no alla proposta del m5s di mettere un limite massimo di 2 mandati per i parlamentari; 7) il governo ha votato no alla proposta del M5s di non candidare persone definitivamente condannate”.
Il M5S può in questi giorni festeggiare anche una buona notizia: la fine dei tre mesi di Roberta Lombardi, Biancofiore di se stessa e sciagurata Egidia della politica 2.0. Fare peggio di lei sarà impossibile. Dunque: siate sereni.
Il Movimento 5 Stelle deve ora migliorare nella comunicazione, uscendo dalla tana in cui si è trincerato e dimostrando di essere anche concreto e propositivo. Per esempio, ieri da Mentana c’era il senatore Morra al Tg7. Ha letteralmente sotterrato l’improponibile – e a dire il vero sin troppo sopra le righe – Sposetti del Pd. Mi chiedo: perché fino ad oggi avete puntato sulle Lombardi e quasi mai su quelli bravi? Chi ve l’ha fatto fare? E’ un ben strano masochismo.
Ah, dimenticavo. Molti mi chiedono se voterei ancora M5S. Non provo imbarazzo nel rispondervi. A febbraio, sì. Lo rivoterei. A livello locale, dipende (a Milano avrei votato Pisapia, a Roma Marino, a Napoli De Magistris, ad Arezzo due anni fa M5S). Alle prossime nazionali, vedremo.
Al momento ho davanti, come credo molti, un trivio: 1) M5S. 2) Il “Cantiere della Sinistra” (se nascerà) con i vari Landini, Civati (che deve decidere una volta per tutte cosa fare da grande: questi balletti “vorrei ma non posso” cominciano a triturare gli zebedei) e Rodotà. 3) Astenermi. Non necessariamente in quest’ordine. Altre scelte non esistono.
Se l’unico futuro per l’Italia è il Pd, come ha ripetuto Don Bersani anche martedì da Ballarò, l’Italia non ha futuro