Politica

Lega nord, Bossi all’attacco di Maroni. E il partito taglia i viveri al Senatur

Maroni ha distrutto il partito. E ora io me lo riprendo”. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, Umberto Bossi va all’attacco di Roberto Maroni (leggi l’intervista di Davide Vecchi), l’ex fedelissimo che, dopo lo scandalo Belsito, ha estromesso il fondatore dalle cariche operative della Lega Nord sostituendolo con i suoi uomini e sottoponendo il vecchio leader all’umiliazione delle “ramazze.  Parole forti quelle del Senatur contro l’ex amico che hanno fatto imbestialire il diretto interessato e provocato, come conseguenza, il taglio ai contributi (oltre 800mila euro all’anno) per il vecchio leader. Ma come? – avrebbe confidato ai suoi l’ex titolare del Viminale – Lunedì l’ho visto, abbiamo riso e scherzato. E il giovedì se ne esce con robe del genere?”. E così, quando ieri pomeriggio Bossi e Maroni si sono ritrovati uno di fronte all’altro in occasione del consiglio federale, l’ex ministro dell’Interno ha chiesto pubblicamente a Bossi “cosa cavolo sei andato a dire sui giornali?”. Il fondatore non ha risposto. E dopo alcuni istanti ha abbandonato il federale.

A quel punto, come ricostruito da Repubblica e Corriere, Maroni ha presentato il bilancio consuntivo 2012 che sarebbe stato approvato di lì a poco. Poi, la frase sui finanziamenti pubblici ai partiti la cui disciplina è stata modificata ieri da un disegno di legge presentato dal governo: “Come sapete, oggi è stato approvato il ddl per il superamento in tre anni del finanziamento ai partiti. Oggi noi abbiamo un attivo patrimoniale di quaranta milioni. Ma il conto economico è in passivo di quasi undici. In pochi anni, potremmo trovarci in gravi difficoltà. E dunque, la proposta è quella di tagliare qualsiasi spesa che non abbia a che fare con il nostro core business, che è soltanto l’attività politica”. 

Ma in che cosa consiste il taglio? In pratica, circa sei milioni in totale “per contributi decisamente troppo generosi alle associazioni del partito”. E qui sta la “vendetta” di Bobo. Perché, nella cifra da tagliare è incluso anche l’appannaggio di Bossi: “Circa 500mila euro per le spese di segreteria e di cura di Bossi: assistenti per la malattia, autisti, aiutanti”. Poi, “150mila euro senza causali particolari. Una sorta di stipendio per Bossi”. Infine, “circa 200mila euro per la scuola Bosina”, l’istituto fondato a Varese dalla moglie di Bossi, Manuela Marrone. Che peraltro nell’ultimo anno del governo Berlusconi aveva ricevuto con la ‘legge mancia’ 800mila euro.

Tutto tagliato? Ancora non si sa. Secondo il Corriere, a sentire coloro che godono della fiducia di Maroni, l’idea sarebbe quella di ridurre la cifra complessiva a circa un terzo di quella attuale. Ma, appunto, ci sono parecchi conti da fare. La macchina maroniana è già partita per stoppare tutte le critiche che dovessero sorgere. “Il segretario federale – dicono gli accoliti – costa alla Lega zero euro all’anno. Anzi, qualcosina sì: i cioccolatini che sono sulla sua scrivania di via Bellerio da offrire ai visitatori”.

In mattinata il primo a intervenire è il segretario della Lega Lombarda e vicesegretario federale della Lega Nord Matteo Salvini: “Non abbiamo ancor deciso dove tagliare“, ha risposto a chi lo interpellava sulle ipotesi di rimodulamento delle spese sostenute dal Carroccio per il presidente Umberto Bossi. Sarà un nuovo consiglio federale della Lega Nord, quindi, probabilmente il prossimo, a valutare se e dove tagliare le “spese non direttamente collegate all’attività politica del movimento”, come già definite ieri da via Bellerio. E gli 800mila euro destinati a Umberto Bossi o collegate ad attività della sua famiglia, come la scuola Bosina? “Non mi risulta se ne sia parlato in riunione”, ha replicato Salvini confermando che “non si è ancora deciso dove andare a tagliare”. Il principio sarà in sostanza di “tagliare il tagliabile” allo scopo di destinare più fondi alle sezioni del movimento.

Intanto, come che sia, il primo taglio è politico e non economico. Sarebbero state annullate, infatti, tutte le apparizioni politiche del Senatur previste nei prossimi giorni. A cominciare da quella di questa sera nel programma tv Quinta colonna. Anche se le versioni più concilianti raccontano di interviste già registrate e superate dagli eventi.