“Non credo che la politica debba essere lasciata al denaro dei privati”. Arriva a Bologna accolto da applausi e cori da stadio, Stefano Rodotà, ospite della manifestazione organizzata da Libertà e Giustizia in difesa della Costituzione e tra i tanti commenti esprime la sua preoccupazione per la nuova legge sui finanziamenti pubblici ai partiti.

“Letta mi ha stupito”
Il giurista dal palco si scaglia contro le aperture al presidenzialismo manifestate in queste ore sia dal premier Enrico Letta, sia dal ministro Angelino Alfano: “Sono rimasto stupito che, un politico accorto come l’attuale presidente del consiglio, abbia detto che il prossimo presidente della Repubblica non sarà eletto con il sistema dei grandi elettori.Visto che non sono riusciti a eleggere il Presidente della Repubblica i partiti vogliono uscire dalle loro difficoltà prendendo la via delle riforme istituzionali”, spiega il professore in Piazza Santo Stefano più volte interrotto dagli applausi.

Nel corso del suo discorso, ricorda anche che la personalizzazione è la “via regia al populismo”. Il giurista aggiunge che è falso sostenere che il presidente del consiglio non ha potere. “Spesso un problema politico diventa un problema istituzionale scaricando così sulla Costituzione l’incapacità di fare il proprio mestiere”. Insomma, secondo il giurista la carta non si può sacrificare in nome della politica e della tenuta dei partiti. Un bocciatura, quella dell’ex Garante della privacy, a cui fanno eco le parole del leader di Sel, Nichi Vendola, secondo cui il fatto che si parli di presidenzialismo è “segno di uno sbandamento culturale”.

Polemica con il Movimento 5 Stelle
Prima di salire sul palco Rodotà concede anche qualche battuta sulla polemica scatenata dall’attacco di Beppe Grillo: “Non ho nessuna intenzione di spaccare il Movimento 5 stelle e nemmeno di andare a caccia dei dissidenti”. Arriva a Bologna accolto da applausi e cori da stadio, Stefano Rodotà, ospite della manifestazione organizzata da Giustizia e libertà in difesa della Costituzione. Lui che nel giro di poche settimane è stato prima il candidato ideale dei 5 stelle per il Colle, e poi l’ottuagenario miracolato dal web, per giorni al centro delle invettive di Grillo, preferisce non alzare il livello dello scontro. Risponde pacato, alzando le spalle: “Deluso da Grillo? Perché dovrei esserlo? Ognuno fa la sua parte. Con i parlamentari del Movimento ho avuto un rapporto molto serio, ne apprezzo il lavoro a Roma e questo è tutto quello che posso dire perché è la verità. Come io rivendico la mia libertà di manifestazione del pensiero, rispetto quella degli altri. Non ho mai avuto l’abitudine di polemizzare”, ha proseguito riferendosi agli attacchi che sono arrivati dall’ex comico di Genova, “preferisco toni ragionati. La notizia mi viene nuova e incomprensibile e anzi ho parlato bene, nei giorni scorsi, dell’operato dei parlamentari del Movimento 5 Stelle”.

Mantiene lo stile di sempre Rodotà, pesa le parole e rinuncia ad attacchi frontali. Un sassolino però ci tiene a toglierselo dalle scarpe. “In questi anni non sono stato in un freezer ma sempre attivo sul campo” chiarisce. Non fa nomi ma il riferimento è alla battuta di Beppe Grillo, che sul blog aveva apostrofato il giurista come “ottuagenario scongelato”. Lui risponde rivendicando l’impegno per i referendum e a difesa del lavoro. “Mi sono battuto per il referendum sull’acqua pubblica, per la questione dei beni comuni di cui sono stato attento promotore. Sono poi molto orgoglioso di avere mantenuto un rapporto molto stretto con gli operai di Pomigliano”. Insomma, “se era un freezer, era un bel freeezer”. Rodotà, non ha comunque voluto polemizzare direttamente con Grillo ribadendo di difendere la libertà di espressione di chiunque anche dell’ex comico. E ad ascoltare il giurista anche due deputati del Movimento 5 stelle, l’emiliano Michele Dell’Orco e Christian Iannuzzi, del Lazio. “La nostra stima per il professore è immutata” hanno detto dietro il palco. “Siamo abituati ai toni di Grillo, ma noi lo rivoteremmo anche domani”.  

Il convegno di Libertà e Giustizia
Non solo Rodotà, sul sagrato della chiesa di Santo Stefano arrivano anche il leader della Fiom, Maurizio Landini, l’intellettuale Gustavo Zagrebelsky e lo scrittore Roberto Saviano, quest’ultimo tra i più applauditi dal pubblico. Fanno capolino anche Rosy Bindi, il numero uno di Sel, Nichi Vendola, il magistrato Antonio Ingroia e Nando Dalla Chiesa, ex deputato e figlio del generale Carlo Alberto. Quella di Bologna è l’altra festa della Repubblica, lontana dagli sfarzi di Roma e dalle parate dei Fori imperiali. Una manifestazione organizzata a per difendere la Costituzione per renderla non “cosa vostra ma cosa di tutti”. Un palco al centro di piazza Santo Stefano dove a sfilare non sono i militari ma intellettuali, scrittori e politici. Tutti nomi di una sinistra che vuole cercare un’alternativa alle larghe intese. 

video di David Marceddu

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