Il governo Letta ha varato il tanto atteso disegno di legge per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Tutto bene ? Non proprio…
Con un gioco di prestigio, tutto ciò che è uscito dalla porta rientrerà dalla finestra con gli interessi. E’ stato infatti approvato un sistema di finanziamento che agevola in modo vergognoso le donazioni dei privati rispetto al regime esistente per le stesse donazioni che i privati fanno a favore di onlus e terzo settore in generale.
Chi oggi, persona fisica, effettua una donazione a favore del terzo settore può godere di una detrazione del 26% con un tetto massimo di 2.000 euro, con la nuova legge varata dal governo Letta chi effettuerà donazioni a favori dei partiti potrà usufruire di una detrazione del 52% fino a 5.000 euro e del 26% sino a 20.000 euro.
Facendo due calcoli si capisce che in caso di una donazione per un massimo di 20.000 euro chi li avrà donati in beneficienza potrà detrarre solo 520 euro (il 26% di 2.000 euro) e chi invece li avrà donati ad un partito otterrà una detrazione fiscale di 6.500 euro, cioè dodici volte tanto.
Non pago di questo sconcio, il governo ha anche introdotto una forma addizionale di finanziamento istituendo un’aliquota del 2 per mille che i privati potranno destinare ad un fondo al quale attingeranno tutti i partiti. A questo proposito è solo il caso di ricordare che mentre i fondi dell’8 per mille o del 5 per mille vengono accreditati ai vari enti beneficiari con due/tre anni di ritardo, quando negli anni ’90 i governi allora in carica istituirono il 4 per mille a favore dei partiti, non aspettarono neanche di avere i risultati dei calcoli di quanti fondi i privati avessero loro destinato e si concessero un ricco anticipo di 160 miliardi di lire, salvo poi dimenticarsi di fare il debito conguaglio quando capirono che avrebbero dovuto rimborsare una cifra considerevole.
Per non farsi mancare nulla, sono stati poi introdotti una serie di altri incentivi che vanno dall’esenzione Imu per le sedi dei partiti, alla gratuita occupazione degli spazi televisivi per finire con generose franchigie sulle spese postali.
Secondo la britannica Charities Aid Foundation, l’Italia occupa il 104esimo posto al mondo per donazioni dei privati in beneficienza, superata da tutti i paesi industrializzati. Mi sembra quindi giusto che in un paese dove ci sono oltre 8 milioni di persone sotto la soglia di indigenza, il nuovo governo non solo si dimentichi totalmente di loro (preferendo destinare sgravi fiscali a chi sostituisce i mobili di casa) senza stanziare alcuna cifra per l’emergenza sociale, ma continui ad disincentivare le donazioni di privati a favore del sociale.
Senza andare troppo lontano, gli esempi virtuosi non mancherebbero: in Svizzera, i partiti non ricevono un solo franco dal governo, ma in compenso vi è la più alta percentuale di fondazioni benefiche in rapporto alla popolazione, oltre 10.000 per 8 milioni di abitanti grazie agli incentivi fiscali offerti dal governo (che esercita un controllo di merito molto stretto sulla loro attività), a dimostrazione del fatto che è possibile una diversa etica del capitalismo.