Secondo i giudici contabili il Comune in provincia di Varese ha sforato il patto di stabilità durante l'amministrazione Lega-Pdl. Così, mentre l'ex sindaco del Carroccio è diventato senatore, la nuova giunta cerca di fare di tutto per evitare i licenziamenti
Sono giorni di apprensione per 4 dipendenti del comune di Tradate (Varese) che entro breve potrebbero perdere il posto di lavoro. La scorsa settimana in municipio è arrivata infatti una delibera della Corte dei Conti della Lombardia che mette nero su bianco quanto accertato dalla sezione regionale di controllo. Ovvero “la violazione del patto di stabilità per l’anno 2011” e la relativa “violazione della sanzione che impone il blocco delle assunzioni”. E sono 4 le determine firmate dall’allora direttore generale con le quali nel corso dell’anno sono stati assunti tre dipendenti a tempo determinato e uno a tempo indeterminato, quest’ultimo riassunto in extremis il 31 dicembre 2011 dopo che era transitato alle dipendenze della società patrimoniale di proprietà del Comune stesso.
Fino al 2012 la cittadina di Tradate è stata governata da una giunta Lega-Pdl che negli ultimi anni di mandato non aveva nessuna voglia di fare brutta figura con i propri cittadini e, proprio per questa ragione, non poteva permettersi di vedere “castrato” il proprio bilancio e la propria capacità di spesa. Ergo, nel corso del 2011, per nessun motivo al mondo si sarebbe potuto patire lo sforamento del patto di stabilità. Così, alla fine del 2010, quando i conti hanno iniziato a traballare sotto il peso della crisi economica che ha congelato il mercato immobiliare facendo mancare gli oneri di urbanizzazione con cui il Comune era solito finanziare la spesa corrente, l’amministrazione forzaleghista ha tirato fuori dal cilindro una soluzione innovativa per tappare i buchi di bilancio. Ha venduto – o, meglio, ha ceduto a titolo oneroso – due immobili (la biblioteca comunale e una villa con auditorium) alla propria società patrimoniale, la Seprio Patrimonio Servizi srl, che nonostante fosse indebitata ha accettato di acquistare i due immobili comunali per 6 milioni di euro. Un’operazione che ha permesso di aggirare i limiti del patto di stabilità, arrivando al 2011 con i conti formalmente in regola. Il via libera arrivò, con l’avallo di fior di consulenti, in un clima di grande tensione, dentro e fuori dalla maggioranza, e con aspre battaglie in consiglio comunale e in giunta.
Nel 2011, il Comune di Tradate ha così potuto comportarsi come se nulla fosse accaduto, tanto che sul finire dell’anno ha proceduto con l’assunzione di 4 dipendenti. Ma non solo. In vista delle elezioni del 2012 e sotto il peso delle sacrosante richieste dei fornitori, il Comune ha deliberato lo sforamento del patto di stabilità per l’anno successivo. Un drastico cambiamento di rotta motivato con la volontà di pagare fatture per tre milioni di euro, rivendicando il diritto ad utilizzare i fondi a propria disposizione.
La situazione non è sfuggita alla Corte dei Conti, che si è espressa con diversi dispositivi sulle condotte dell’amministrazione di Tradate. Con l’ultima delibera ha anche specificato che il divieto di assunzione andava inteso in senso più possibile allargato e nel 2011 per Tradate era da considerarsi sostanzialmente doppio. In prima istanza perché aveva sforato il patto nel 2010 (anche se è stato accertato solo oggi), in seconda battuta perché l’amministrazione aveva già deciso e deliberato che avrebbe sforato il patto nel 2011.
Ora la patata bollente è passata nelle mani dell’attuale giunta (che dal 2012 ha cambiato colore), che entro 60 giorni dal ricevimento della delibera dovrà “adottare i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità e a ripristinare gli equilibri di bilancio”. In parole povere, oltre al pagamento delle sanzioni, il Comune deve risolvere il nodo di quei 4 rapporti di lavoro giudicati illegittimi dall’organo di controllo.
“L’ultima delibera della Corte dei Conti della Lombardia – ha detto l’assessore al personale Segio Beghi – è stata un pugno nello stomaco per tutta l’amministrazione. La notizia di 4 assunzioni illecitamente eseguite nel 2011, susseguiti alla delibera 205/2011 con la quale si è, di fatto, decisa la fuoriuscita consapevole dal patto di stabilità ha turbato tutti”. E poi continua: “Questa è l’ennesima testimonianza della leggerezza amministrativa della passata giunta. È insostenibile che i cittadini continuino a pagare per gli sbagli dei vecchi amministratori, ritengo che vada presentato a ciascuno le proprie responsabilità. Ora il problema sta nell’interpretazione applicativa della legge di stabilità quindi, pur nel rispetto della legge stessa, si assumeranno tutti i pareri legali per rispondere alle contestazioni della Corte dei Conti, trovando il modo di tutelare l’occupazione; ma nessuno deve pagare per gli errori di altri”. Insomma, l’attuale amministrazione ce la metterà tutta per evitare il licenziamento di 4 dipendenti, anche se la frittata ormai sembra fatta.
Resta da ricordare che l’allora sindaco della città di Tradate si chiamava Stefano Candiani, da fedelissimo di Roberto Maroni è stato piazzato in una posizione sicura nella lista per il Senato e da febbraio siede su uno scranno di Palazzo Madama. Sulla questione specifica ha però le idee chiare: “Nel momento in cui le assunzioni sono state fatte era legittimo farle. Quella Corte dei Conti è un’opinione – dice il senatore Candiani – L’amministrazione comunale sta strumentalizzando la questione, nessuno oggi parla dei posti di lavoro che abbiamo salvato pagando le fatture dei fornitori. Le regole del patto di stabilità sono assurde e l’amministrazione attuale dovrebbe fare quadrato assieme a me per difendere gli interessi del comune e dei dipendenti invece preferisce strumentalizzare la questione. Queste quattro persone non sono state aggiunte all’organico, ma sono persone che hanno sostituito altri dipendenti. Se sforamento c’è stato, è stato rilevato oggi e le sanzioni non possono essere applicate in maniera retroattiva, al più dovrà essere imposto il divieto di assunzione per il prossimo anno”.