Potrebbe essere chiamato lo sciopero di telefonini e computer. Lo potrebbero mettere in atto i giornalisti dell’Agenzia Adnkronos che hanno proclamato lo stato di agitazione e hanno affidato al Cdr un pacchetto di tre giornate di sciopero.
“La prima astensione dal lavoro, in caso di mancata risposta alle richieste che seguono, è proclamata per il 10 giugno. Contemporaneamente, i giornalisti – si legge nella nota – dichiarano che non verrà più concesso l’uso di mezzi di loro proprietà, cellulari, pc portatili, tablet, mezzi di trasporto, che continuano a sopperire alle carenze delle strutture messe a disposizione dall’Azienda. Queste decisioni si sono rese necessarie per rispondere al gesto senza precedenti e intollerabile dell’azienda che, nonostante i ripetuti appelli e la contrarietà del Cdr, ha dato corso alla decisione unilaterale di non voler più onorare l’attuale accordo integrativo, liberamente sottoscritto dalle Parti e tuttora vigente. L’Assemblea ribadisce che il mancato rispetto dell’accordo sottoscritto è inaccettabile e chiede che le somme previste dall’integrativo siano regolarmente erogate a tutti gli aventi diritto, e nella misura prevista dall’accordo stesso, ripristinando la legalità della situazione entro il 9 giugno. In caso di mancata ottemperanza entro questa data, sarà avviata un’azione legale”.
I giornalisti lamentano che si tratta di un “accordo dal peso economico assai contenuto che va a integrare stipendi che, al netto degli scatti di anzianità, sono per la stragrande maggioranza dei giornalisti dell’agenzia al minimo tabellare previsto dal Contratto nazionale. Peraltro, per decisione unilaterale dell’Azienda e in maniera del tutto arbitraria, da anni gli effetti dell’accordo Integrativo non vengono applicati uniformemente a tutti i giornalisti impegnati nell’agenzia e che ne avrebbero diritto”. Il Comitato di redazione lamenta anche che “l’azienda da mesi si limita ad annunciare piani di investimenti e nuovi prodotti senza aver finora fornito esempi concreti e tangibili di una volontà di rilancio che, nel Cinquantenario della testata, mantenga all’Adnkronos il ruolo di centralità che le spetta nel panorama informativo italiano”.
“Da oggi tutte le disposizioni previste dal Contratto in riferimento alle mansioni, l’ordine gerarchico e l’organizzazione del lavoro saranno applicate alla lettera. Inoltre, sempre da oggi, tutte le spettanze e gli istituti dovuti dal Contratto nazionale, e non ancora erogati o negati, dovranno essere corrisposti nelle modalità e nei tempi previsti dal contratto. Tra le iniziative di protesta previste dallo stato di agitazione, i giornalisti dell’Adnkronos ritirano le loro sigle e firme. Il documento è stato votato a larghissima maggioranza. Ci scusiamo con gli Abbonati, gli utenti e il pubblico per gli effetti che la protesta avrà sulla produzione giornalistica dell’Agenzia”