Sarà che ho una certa età e fatico sempre più a riconoscermi in questo mondo “moderno”, in questa “civiltà” di cui andiamo tanto fieri. Ricordo quarant’anni fa quando le Tv cominciavano a trasmettere telefilm americani violenti e si discuteva sull’impatto di certe scene come omicidi o altro, soprattutto sui bambini. Non voglio idealizzare il passato, ma rispetto ad oggi quell’epoca mi sembra un’oasi di pace e rispetto reciproco. Ci interessava addirittura preservare i bambini!
Non ci rendiamo conto secondo me di ciò che siamo diventati. E che nel frattempo quelle scene finte fatte con il succo di pomodoro che schizza, si sono tramutate in realtà, sono diventati lo scenario quotidiano di milioni di persone nel mondo. Solo settimana scorsa in milioni di salotti è piombato sia pure su uno shermo televisivo,un uomo con le mani imbrattate di sangue umano, con un macete e un coltello con cui ha appena decapitato un giovane nel centro della civilissima Londra.
Quanti bambini di quattro o cinque anni hanno visto quella scena? L’avranno scambiata per finzione oppure per l’ambientazione del prossimo videogame? Non possiamo nemmeno spegnere la tv come quarant’anni fa, perché oggi i media sono ovunque, c’è internet, ci sono i cellulari, il bambino passa davanti a un negozio in centro, c’è un Tg e il bambino vede l’assassino con il macete in mano che gli parla.
Questo simultaneamente in ogni parte del mondo. Ci interessa ancora preservare l’infanzia? È ancora possibile? Ci chiediamo su quali basi emotive cresceranno gli uomini di domani?
A noi non interessa più. Anzi il peggio dell’uomo è fonte di arricchimento, ci siamo abituati anche a questo. A qualsiasi ora fin dal mattino una pletora di esperti, attrici fallite, crimonologi, sacerdotesse del nulla cominciano a fare la cronaca dei delitti che avvengono sul suolo italico e a dire la loro, cercando di penetrare nel cuore delle vittime con i microfoni incollati alle labbra dei protagonisti. Tutto intercalato da biscotti, salumi o detersivi o auto o da attori americani che si gustano il caffè.
Per fare un servizio completo, credo, la cronaca nera dovrebbe essere affiancata dai risultati delle vendite che tira. Le coltellate alla gola funzionano di più delle sparizioni, gli stupri con omicidio meno di quelli con vittima sopravvissuta. Adesso c’è pure il settimanale con foto esclusive! Può il diritto di cronaca scaricare sui bambini scene davanti alle quali gli adulti stessi dovrebbero osservare silenzio e riflessione? Non possiamo cominciare a dare una responsabilità anche agli sponsor?
Qualcuno si interroga ancora su come dovrebbe vivere l’uomo per trovare una forma di armonia, se non di felicità, oppure siamo ormai rassegnati a tutto?