Chiedeva domenica papa Francesco di pregare per le vittime delle nuove schiavitù e guerre.
E in effetti con l’indebolirsi della democrazia, il progredire della crisi e il gonfiarsi del potere economico-finanziario si profila ogni giorno di più un nuovo tipo di guerra. La guerra spietata dei potenti contro gli indifesi, la guerra dei prepotenti contro la massa di chi rispetta la legge e pensa (ingenuamente) che la società dovrebbe orientarsi secondo i dettami di un’etica civile sancita dalle norme. Potenti e prepotenti non vogliono pagare mai. Né rispondere delle loro azioni. Né risarcire morti e sofferenze causate da loro. Mai.
Prendiamo la sentenza Eternit: disastro doloso. L’imprenditore elvetico Herr Schmidheiny latita, come si conviene a “chi può”. Il predecessore barone Cartier de Marchenne è passato a miglior vita, reato estinto, gli eredi nulla devono. Andrebbe promossa ex novo una causa civile, con sentenze chissà quando… Chi ha avuto, ha avuto!
La storia non è nuova. Nel disastro di Bhopal del 1984, quando un’immensa nube tossica uccise 3.787 persone, poi arrivate secondo stime a 15.000, con danni ulteriori a mezzo milione di indiani, il management americano della multinazionale Union Carbide India Ltd. se la cavò senza un graffio.
Persino papa Wojtyla, coraggioso altrove, nel suo primo viaggio in India non disse una parola. Stesse impunità in altri regimi e latitudini.
Disgusta l’arroganza smisurata dei potenti e prepotenti. Quanto più è diffusa – sulla carta – la cultura della legge uguale per tutti e la retorica dei diritti umani, tanto più si scintilla l’atteggiamento sprezzante dei boss, che non devono sottostare alle leggi dei comuni mortali.
I comuni mortali pagano l’Imu? La Chiesa-potere non vuole proprio. Strano: il rigoroso Monti, così europeo e attento ad ascoltare la messa, aveva deciso che tutti dovevano dare sull’unghia nel 2012, solo la Chiesa nel 2013. Ora manca un reale catasto dell’uso degli edifici e il gettito sarà aleatorio. Curiosa coincidenza. Il governo Letta ne sa qualcosa?
Anche i pedofili ben collocati possono partecipare alla partita. Il sindaco Alemanno, costituendosi parte civile in ritardo contro il prete abusatore Conti, ha ritardato la sentenza di Cassazione con la prospettiva di un pacchetto di prescrizioni: senza risarcimenti.
Il gioco ormai è scoperto. Tu paghi e io no.
il Fatto Quotidiano, 4 giugno 2013