Voci sulla fuoriuscita dei due deputati. Loro non confermano e non smentiscono. Uno dei due vorrebbe porre la questione della democrazia interna e sulle possibili conseguenze di una spaccatura, "inevitabile se mancasse una sintesi politica"
Potrebbe essere la giornata del primo distacco volontario dai gruppo parlamentari del Movimento Cinque Stelle. Le agenzie di stampa, infatti, danno come “insistenti” le voci che a Montecitorio danno in uscita dal gruppo due deputati: Alessandro Furnari e Vincenza Labriola. Dai due nessuna conferma. E al momento non ci sarebbe ancora nessuna richiesta ufficiale. Interpellato dall’Agi uno dei cosiddetti “fedelissimi” ha confermato che “gira questa voce e quindi – ha spiegato – ho chiesto ai due deputati. Loro non confermano. Ma neanche smentiscono…”. I due deputati, entrambi di Taranto, potrebbero andare nel gruppo misto.
Alle 20 è prevista un’assemblea congiunta dei parlamentari 5 stelle e, secondo quanto viene riferito, tra i punti all’ordine del giorno torna di nuovo la questione degli stipendi e la restituzione dell’eccedenza. Uno dei cosiddetti “dissidenti”, secondo quanto apprende l’Agi, avrebbe intenzione di porre la questione della democrazia interna ma in un’ottica più costruttiva: “Voglio far riflettere – ha raccontato il deputato – sulle possibili conseguenze di una spaccatura” che sarebbe inevitabile se non si raggiungesse una sintesi politica. La richiesta da più fronti, tra l’altro, è che si restituisca all’assemblea il “primato” nelle decisioni. Contrariamente a quanto è successo, viene messo in evidenza, nella scelta dei parlamentari da mandare in tv nella “Fase 2“. Labriola smentisce l’addio ai 5 Stelle con parole che suonano sibilline: “Sono nel gruppo – risponde – finché non ci sono comunicazioni ufficiali vuol dire che uno è dentro”. Il clima, comunque, appare piuttosto teso. “Se ne vanno? – chiede ai cronisti un deputato M5S – Speriamo. Per ora nulla di ufficiale, ma in tanti se lo augurano”.
Nell’assemblea di stasera si tornerà a parlare di diaria e rendiconto spese. Atteso l’intervento di un commercialista per fugare eventuali dubbi dei parlamentari Cinque Stelle. All’ordine del giorno, inoltre, il fondo in cui dovrebbero confluire i soldi che i 5 Stelle intendono restituire, ovvero la metà dell’indennità base e quel che non viene speso dei rimborsi, più i soldi delle doppie indennità di carica e del Tfr che gli stellati rifiutano. All’ordine del giorno, infine, il cosiddetto caso Rodotà scoppiato la settimana scorsa, a seguito del post in cui Beppe Grillo “scaricava” il giurista incoronato dalle quirinarie. A chiedere di parlarne giovedì scorso il siciliano Tommaso Currò, considerato un dissidente della prima ora. Ma l’assemblea aveva votato contro la sua richiesta decidendo di affrontare altre questioni sul tavolo.