In ‘Cronache dalla Galassia’, Isaac Asimov descrive l’imperialismo nascente del pianeta Terminus. Lo strumento del dominio è una religione creata ad arte: il vertice ecclesiale è in realtà controllato dal governo di Terminus. Dai pianeti vicini giungono seminaristi per ricevere una ‘formazione religiosa’. La Vera Fede – esportata nei pianeti vicini –  crea colà una fedeltà ‘religiosa’ che si rivela più forte di ogni altra. Quando i governi locali varano politiche sgradite/ostili a Terminus, scoprono che Terminus controlla cuori, menti, e istituzioni. Le politiche sgradite a Terminus sono impossibili a causa dell’insubordinazione strisciante. I governi locali finiscono per cadere ed essere sostituiti da governi amici del piccolo e disarmato Terminus.

Negli anni 1974-80, fra torture e omicidi di massa, i cileni sbigottiti si chiesero come la mala pianta dei generali golpisti fosse cresciuta, in un paese democratico da oltre 60 anni, senza che se ne fossero accorti. I militari avevano un’ideologia, elaborata in ambienti americani di destra (la scuola militare Usa di Panama dove venivano formati), che giustificava la tortura, l’omicidio, il Golpe contro la minaccia comunista, in nome della ‘Sicurezza Nazionale’. La dottrina era pubblica (anche se sorvolava sui dettagli sordidi). Ma nessuno negli anni “60 leggeva (tantomeno fra le righe) le riviste dei militari. Allende aveva sfidato gli Stati Uniti, ma non si era accorto di avere il nemico in casa.

Ieri sul Sole 24 Ore Stefano Manzocchi commenta la Relazione del Governatore della Banca d’Italia. Grazie a una serie impressionante di salti logici, arriva alla conclusione che il Governatore ha ragione: contro la crisi non si può, non si deve fare nulla. “Un Governatore timido?… Non direi. Piuttosto, una Banca d’Italia che rivendica la sua appartenenza all’Eurosistema [che ormai] ha interiorizzato… fino a vedere un suo uomo alla Presidenza della BCE”. Come il prof. Manzocchi giustifica la paralisi della politica economica di fronte alla crisi?

(1)  “Lo Statuto della Bce pone la stabilità dei prezzi come suo obiettivo, ma non quella dei redditi o dell’occupazione”. Falso. Lo Statuto dice che la stabilità dei prezzi (cioè: inflazione al 2%) è l’obiettivo prioritario, ma il secondo obiettivo, una volta raggiunta la stabilità dei prezzi, è la crescita dei redditi (strettamente legata all’occupazione). E l’inflazione in Europa è all’1,2-1,4%.

(2)  “Divergenze ed eterogeneità permangono forti nella zona Euro, limitando l’azione della BCE”. Conclusione falsa. Non solo l’Italia, tutta l’Eurozona, considerata nel suo insieme, è in recessione e a rischio deflazione.

(3)  “Occorre adattare istituzioni e politiche europee per consentire all’Euro di sopravvivere [giusto, ma come?] e la direzione è indicata da Visco: integrazione bancaria, fiscale, e politica”. Falso. Questo linguaggio nasconde l’imposizione eterna e più stretta delle stesse politiche inadeguate. Passando sopra alle Costituzioni (L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro). Cambiandole, con larghe intese, se necessario.

(4)  “Sull’Italia i toni del Governatore sono quasi drammatici: ‘La recessione sta segnando profondamente il potenziale produttivo…’”. Eh? Le politiche Monti/Bankitalia/Eu non dovevano far aumentare dell’11% il Pil potenziale, a fronte di un sacrificio del Pil e dell’occupazione ‘di breve termine’? Invece abbiamo accettato di subire disastri per raccogliere in cambio… altri disastri? In democrazia chi ha promosso una strategia fallimentare, chi ha mancato in modo plateale gli obiettivi (auto attribuiti), non dovrebbe andarsene, fare spazio ad altri, capaci di raggiungere quegli obiettivi? Forse non siamo in democrazia.

(5)  “I tempi non consentono più … certe ricette shock… sintomo di provincialismo…” Cioè: “I tempi” non ci consentono più tutte le ricette atte a fermare rapidamente la crisi. “Il mondo è cambiato e [in caso di uscita dall’Euro] non ci sarebbe concesso di svalutare del 30%...”. Perché no? Il Giappone lo ha appena fatto. Chi e come ce lo impedirebbe?

(6) “Più spesa pubblica per sostenere consumi e investimenti può rappresentare la soluzione? Sì, ma seguendo le direttive concordate con la UE”. Perché? Non lo dice. La Germania nel 2004, quando ebbe problemi, non solo violò il Patto di Stabilità, lo modificò ad (personam) nationem. Ma noi invece, guai a violare il sacro limite del 3% del deficit/Pil!

(7)  Arriva infine la motivazione di tanta incongruità: “In Italia le riforme non si sono mai fatte in tempi di prosperità”. Sarà, e allora? In Cile il comunismo non era mai stato sradicato senza un po’ di tortura, e allora?

(8)  “Quelle indicate da Bankitalia sono soluzioni insufficienti? Visco sembra sottoscrivere la posizione secondo cui la politica macroeconomica, anche fuori dai vincoli europei, non può da sola modificare il declino che il nostro paese ha intrapreso da almeno 20 anni”. Da sola forse no, ma un contributo non potrebbe darlo? Inoltre per ora a noi basterebbe fermare, se non il declino (che fino al 2007 ha portato a un mero rallentamento della crescita), almeno la crisi. Cioè: il crollo della domanda e dell’occupazione, non il declino della crescita della produttività. Capisce la differenza, prof. Manzocchi?

Certi personaggi, che hanno il sedere al caldo, guardano scivolare le classi inferiori nel baratro senza muovere un dito. Questa è omissione di soccorso. Tradimento. Lotta di classe unilaterale contro i poveracci. E la religione neoliberista fa da collante.

 

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Standard & Poor’s: “Banche, taglio di 44 miliardi di finanziamenti alle imprese”

next
Articolo Successivo

Crisi, da Confindustria i 5 punti al governo per il rilancio dell’economia

next