Il presidente del Consiglio conferma: il 2 per mille inoptato andrà tutto allo Stato. Il capo del governo parla di tutto: della durata del governo ("5 anni"), dell'Imu ("Troveremo la soluzione migliore per superarla"), del lavoro ("Sgravi già dal 2013". Renzi? "Sarebbe un buon segretario del Pd"
Una “rivoluzione di trasparenza positiva” che non frega i cittadini, ma dà loro la possibilità di finanziare la politica. Il presidente del Consiglio Enrico Letta conferma quanto emerso in giornata: il 2 per mille “inoptato” andrà tutto allo Stato. Il primo testo uscito prevedeva, invece, che se un contribuente non avesse indicato chiaramente a chi devolvere la quota parte delle proprie imposte, quel “gruzzoletto” sarebbe stato ripartito tra erario e casse dei partiti. Il capo del governo, poi, da una parte concede a Beppe Grillo il merito del “cambio di clima”, ma dall’altra dice di non capire le critiche del leader del Movimento Cinque Stelle alla riforma del finanziamento pubblico ai partiti: “Mi ha colpito questo atteggiamento di Grillo – ha spiegato Letta – Credo dovrebbe intestarsi questo cambio di clima nel Paese. Perché se siamo qui è anche perché 8 milioni di cittadini stanchi hanno votato per il Movimento Cinque Stelle che su questo ha fatto una battaglia”.
Sempre di riforme istituzionali Letta ha parlato a proposito di eventuali trasformazioni dell’architettura dello Stato. In giornata Berlusconi ha parlato chiaramente di presidenzialismo. Lo stesso Letta nei giorni scorsi aveva annunciato che quella che ha fatto (ri)salire Napolitano al Quirinale sarebbe stata l’ultima elezione con questo sistema. Ma ora il presidente del Consiglio frena: “Ritengo che una riflessione sia necessaria – dichiara – è un tema sul quale lavoreranno i saggi è il meglio della scienza giuridica”. E pone di nuovo il limite di un anno e mezzo entro il quale effettuare le riforme: “Diciotto mesi è il limite rispetto al quale io ho preso un impegno con il Parlamento se non c’è il risultato definitivo ne trarrò le conseguenze”.
“Guerra civile? Eccessivo. Quanto duriamo? 5 anni”
Letta commenta anche le parole di Berlusconi che ha parlato di “fine di guerra civile” tra Pd e Pdl e di svolta epocale con la formazione del governo di larghe intese: “Mi sembra una espressione un po’ forte – ha risposto il capo del governo – C’è stata una discussione, un dibattito… Ma guerra civile a mio avviso è espressione forte. Il mio governo non ha la bacchetta magica né vuol fare entrare il paese in un’altra era si tratta di uno stato di eccezione e a questo mi attengo con il programma e la fiducia data ad esso”. E comunque i problemi al governo non arriveranno neanche a causa dei guai giudiziari del Cavaliere: “Ci possono essere eventi esterni ma io non ho paura degli effetti sul governo, tutti stanno lavorando di lena, c’è armonia e un buon lavoro di squadra tra i ministri e questo è un buon segnale dopo anni di governi litigiosi”. Letta precisa che “siamo alternativi e rimaniamo alternativi, c’è una differenza forte e marcata. Ma è molto importante per ricostituire la praticabilità del campo. Se faremo un buon lavoro la democrazia italiana tornerà ad essere una democrazia matura”. Comunque il presidente del Consiglio è così ottimista da dire che il suo governo può durare “ancora 4 anni e dieci mesi“.
“Imu, troveremo la soluzione migliore per il superamento”
Poi le tasse. A partire dall’Imu, la questione principale sulla quale Pd e Pdl non si trovano su niente: “Il 31 agosto – dice Letta – è la data limite stanno lavorando esperti e parlamentari, troveremo la soluzione migliore per il superamento dell’Imu e penso che la discussione sarà attenta, non sono in condizione di anticipare nulla”. E’ il fisco, spiega ancora il presidente, e ancora di più il rapporto con Equitalia il “tema si gioca buona parte della discussione sul rapporto tra cittadini, fedeltà fiscale e entrate. Serve una lotta all’evasione durissima con regole giuste, puntando sulla prevenzione per rendere sempre più tracciabili i pagamenti. E poi intervenire ex post con modalità eque è un tema sentitissimo e nei prossimi mesi interverremo, la discussione è già cominciata”. Infine l’Iva: “Cercheremo di fare qualcosa perché un segnale di aumento è negativo. L’Iva non l’alziamo noi, sale comunque. Ci sono varie ipotesi in ballo, differenziazione di beni e prodotti o ipotesi di eliminazione totale, dipende dalle coperture visto che non stampiamo noi i soldi e non ci sono soldi in più. E siccome le priorità sono l’Iva e la disoccupazione valuteremo e troveremo le coperture giuste”.
“Lavoro, sgravi già nel 2013”
Letta parla anche di misure che possano dare impulsi e energia a sviluppo e lavoro: “Già nell’esercizio 2013, ed è lo sforzo più difficile, vogliamo dare un segnale di defiscalizzazione e decontribuzione per le imprese che vogliono assumere i giovani – spiega – perché è una vergogna una disoccupazione al 38 per cento. Lo vogliamo fare prima del consiglio europeo”. Il presidente del Consiglio ha aggiunto che “a Roma il 14 giugno metteremo appunto delle proposte comuni dei 4 paesi più importanti dell’Eurozona perché il tema principale è come anticipare alcune misure che sono nel bilancio europeo ma spalmate in 7 anni, l’idea è farne alcune subito nel 2014 come aggiungere misure per la defiscalizzazione del lavoro”.
“Renzi sarebbe un buon segretario del Pd”
Infine il destino del Pd. Letta si definisce “amico e tifoso di Matteo (Renzi, ndr): penso potrebbe far bene il segretario del Pd come lo sta facendo bene Epifani, abbiamo un segretario che sta dando una mano al governo e sta facendo un ottimo lavoro”. Comunque l’attuale vicesegretario se ne tira fuori: “Io penso di dovermi preoccupare del governo non del partito o del congresso sarebbe un errore perché sono il presidente del Consiglio di una maggioranza in cui ci sono altri partiti”.