"L'unica cosa che ho chiesto è che ci lascino lavorare senza ostacoli, non è molto", ribadisce l'ad di Fiat. Il vero problema è che "il livello attuale dell'euro non è sostenibile per alcuna azienda che voglia esportare". Poi sottolinea: "Non mi è mai mancato in dieci anni il sostegno della famiglia Agnelli"
“Al governo di larghe intese chiedo di creare le condizioni per fare lavorare la gente. L’unica cosa che ho chiesto è che ci lascino lavorare senza ostacoli, non è molto”. Il lavoro come chiave di tutto: a lanciare questo appello all’esecutivo, dal Consiglio Italia – Usa è Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat.
“La priorità assoluta è far lavorare la gente“, ha rimarcato il numero uno del Lingotto. Il momento però è difficile e Marchionne non possiede la bacchetta magica, come sottolinea ai cronisti che gli chiedono come sia possibile far ripartire l’Italia. “Se avessi la ricetta l’avrei già pubblicata – è la replica dell’ad, che poi specifica – sono ottimista sul futuro del Paese a medio e lungo termine nel breve è più difficile”.
Marchionne ha più volte ribadito il concetto: “Abbiamo preso l’impegno di ristabilire una base di occupazione che sia decente in questo Paese, un impegno che però deve essere di tutti quanti”, sottolineando che “non mi è mai mancato in dieci anni il sostegno della famiglia Agnelli e non è mancato neanche oggi”.
Il vero problema, secondo Marchionne è che “il livello attuale dell’euro non è sostenibile per alcuna azienda che voglia esportare”. E tassi d’interesse a livelli troppo alti: ”Sono rimasto scioccato dalla decisione della Bce di non abbassare i tassi di interesse. Ho visto la reazione dell’euro stanotte e stamattina: il suo valore è assolutamente sproporzionato alle nostre capacità economiche di competere – ha aggiunto Marchionne – io avrei fatto di tutto per cercare di svalutare l’euro perché non aiuta nè l’economia nè nessun altro. Abbiamo visto che il Giappone si è comportato in una maniera completamente diversa, che gli americani continuano a facilitare l’espansione del credito nei mercati finanziari e questo serve anche in Europa. Non possiamo limitarci a fare discorsi stoici. Dobbiamo veramente ripensare a questa posizione”. Marchionne ha poi precisato che questo discorso “è riferito ai tassi di interesse associati all’euro che sono stati lasciati a livelli troppo alti”.
Poi il progetto di fusione con Chrysler, su cui l’ad preme il piede sull’acceleratore.”Stiamo lavorando sul progetto Fiat-Chryser da parecchio tempo. L’ho detto pubblicamente e lo ripeto. Cercheremo di portarlo avanti nel più breve tempo possibile”. Sulla quotazione a Wall Street, però Marchionne è chiaro: “Dipende da quando troviamo l’accordo con Veba“.