A un centinaio di metri a nord ovest del Parco Sempione c’è uno spazio verde nascosto tra vecchi ruderi che separa via Montello e i Bastioni di Porta Volta. Un tempo qui c’era la scuola di circo, con un telone montato che ospitava equilibristi e saltimbanchi. Poi la scuola chiuse e questo spazio fu abbandonato al degrado. Il tempo passò e arrivò la giunta Moratti che decise che questo spazio verde dovesse lasciare spazio a un parcheggio multipiano.

Una cittadina turca posa con ironia accanto a una piantina del neonato Piccolo Parco Gezi

L’ostinazione dei cittadini del quartiere da una parte e il cambio di giunta dall’altra, hanno fatto in modo che il progetto fosse messo in soffitta, anche se non si esclude che possano ripensarci nuovamente e ricoprire il tutto con una bella colata di cemento e acciaio. Il giardino adesso è in gestione ai cittadini del quartiere per un anno, questi se ne prendono cura e vi organizzano attività culturali o dei semplici pic-nic.

I giardini di Viale Montello da ieri ospitano il “Piccolo Parco Gezi”, un tributo rivolto dai cittadini milanesi e dalla comunità turca locale alle origini della protesta che in questo momento sta coinvolgendo tutta la Turchia.

Una decina di volontari armati di vanga ieri hanno piantumato quattro piantine in un angolo del giardino ponendovi alla base una bandierina turca per ricordare a tutti che resistere alla distruzione del proprio territorio è un dovere morale. Oggi in quell’angolo ci  sono due meli e due ciliegi che un giorno renderanno ancora più bello e piacevole quel fazzoletto di terra.

Se vi è sfuggita la notizia, non vi preoccupate  è solamente perché non siete soliti leggere la stampa turca: mentre i quotidiani Hurriyet , Radikal e altri, infatti, hanno raccontato la notizia totalizzando oltre 2500 condivisioni, la cosa è passata sotto silenzio in quasi tutte le redazioni delle testate italiane.

Forse se si fosse saputa in giro una cosa simile, si sarebbe rischiata l’emulazione, gli Italiani avrebbero iniziato a guardarsi intorno alla ricerca degli ultimi fazzoletti verdi delle nostre città per tutelarli e magari avrebbero iniziato ad opporsi alla speculazione edilizia nel proprio quartiere, piantando alberi e riqualificando delle zone altrimenti abbandonate a se stesse.

Pensate un po’ che scenario orribile…

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