Il passaggio dei due già registrato sul sito della Camera. Critiche dagli ex colleghi: "Benvenuti nel fritto misto", scrive Giuseppe D'ambrosio. Il capogruppo a Montecitorio Riccardo Nuti ironizza: "Guarda caso lasciano quelli che hanno fatto discussioni sulla restituzione dei soldi". Intanto prosegue la polemica tra i senatori Giarrusso e Crimi: "Provvederemo a cacciare i berlusconiani dal Movimento"
I deputati Vincenza Labriola e Alessandro Furnari sono ufficialmente passati al gruppo misto della Camera lasciando il Movimento 5 stelle. La notizia è ufficiale visto che i loro nomi, corredati di foto, figurano sul sito di Montecitorio tra i componenti del gruppo presieduto da Pino Pisicchio. Le voci della possibile fuoriuscita erano trapelate due giorni fa quando le agenzie di stampa davano come “insistenti” le voci di malcontento a Montecitorio da parte dei due deputati tarantini. Dai due non erano arrivate né conferme né smentite.
Le spiegazioni ufficiali sono state affidate ad un comunicato stampa pubblicato in rete da Furnari: “Io e la mia collega Vincenza Labriola, pur rimanendo fedeli alle idee fondanti del nostro MoVimento, abbiamo deciso di lasciare l’istituzione MoVimento 5 Stelle. Siamo i primi liberi cittadini a compiere questo passo. Tra le cause di questa scelta meditata a lungo e, comunque, dolorosa, c’è una questione di cuore: l’Ilva, i suoi drammi e il coinvolgimento della nostra Taranto a cui il MoVimento ha voltato le spalle. Nei giorni scorsi ci sono state delle affermazioni pubbliche di Beppe Grillo, relativamente all’Ilva, che ci trovano in totale disaccordo. Riteniamo doveroso prenderne le distanze e creare le condizioni per poter lavorare liberi e sereni per il bene della nostra città e del Paese tutto. Noi siamo per la chiusura dell’area a caldo, per la tutela della salute e per la tutela dei lavoratori. Noi siamo dalla parte dei cittadini di Taranto che vogliono respirare aria pulita e che chiedono che venga rispettato il loro diritto alla salute e che urlano a gran voce la richiesta di abrogazione del decreto “Salva Ilva”. Al centro del problema anche la questione della democrazia interna: “In questi mesi ci sono state alcune decisioni calate dall’alto che di fatto hanno spezzato quel legame di fiducia che ci legava ad un sogno oramai trasformatosi in altro. L’istituzione in cui si è trasformato è a nostro avviso incapace di sopravvivere alla disorganizzazione imperante al suo interno”, aggiungono.
Furnari già questa mattina aveva avvertito su Facebook che avrebbe spiegato il motivo della decisione all’inizio della prossima settimana. “Ieri sera in assemblea ho esordito dicendo che “a me dei soldi non interessa niente” e che avrei accettato qualsiasi decisione dell’assemblea. Così è stato – scrive sul social network – Ho spiegato che il problema era collegato al ‘COME’ Beppe ci avesse comunicato determinate cose e non al ‘cosa’ ci avesse detto. Se Beppe fosse venuto a dirci che “alcune cose erano cambiate e che ci chiedeva di fare qualche sacrificio in più, allora tutto sarebbe stato più semplice”. Ieri sera, all’interno dell’assemblea, tutto è stato chiarito e la verità è emersa. Ieri negli occhi dei miei colleghi ho visto la chiara volontà di risolvere la situazione. Ci siamo riusciti. E’ stato difficile andare, da solo, contro tutto e tutti, ma sono riuscito a risolvere nel migliore dei modi un problema che, se trascinato, avrebbe rischiato di “farci male”. Adesso il gruppo parlamentare del Movimento è più compatto e più forte di prima. Ora smettiamo di parlare di queste cose e continuiamo a lavorare per il bene dell’Italia. Infine, vorrei dire a tutti di fare riferimento soprattutto a ciò che scrivo nella mia bacheca e di diffidare di ciò che a volte scrivono alcuni giornali. La frase relativa alla residenza è stata detta in velocità ed è stata fraintesa. Mi dicono che stamattina Repubblica ha scritto che avrei dato “del pezzo di merda a Beppe”, lo smentisco ufficialmente. Come ho dichiarato circa un’ora fa all’Ansa: “Io amo il Movimento, voglio bene a Beppe Grillo ed ho stima di Gianroberto Casaleggio, nel suo lavoro è il migliore”.
Giuseppe D’Ambrosio, deputato M5S, va all’attacco di Alessandro Furnari e Vincenza Labriola postando sulla sua bacheca Facebook due scatti del sito della Camera dai quali si capisce l’iscrizione al misto dei due ex parlamentari stellati. “Benvenuti nel fritto misto“, scrive ironicamente D’Ambrosio. “Siamo felici per loro e gli auguriamo buon lavoro”, commenta il capogruppo alla Camera Riccardo Nuti: “Guarda caso – dice all’Adnkronos – lasciano due parlamentari tra quelli che hanno fatto discussioni sulla restituzione dei soldi“. C’è il timore che ora lascino anche altri? “Non so e non credo – risponde Nuti – Sicuramente, come abbiamo annunciato, tra pochi giorni restituiremo” i risparmi della diaria e dell’indennità: “Chi non lo vuole fare verrà meno agli impegni presi e scritti nel Codice di comportamento” degli eletti M5S. Alcuni, però, sostengono che le regole siano state cambiate in corsa. “Non è vero, non sono mai state cambiate – replica Nuti – e quando ne abbiamo parlato in assemblea e Crimi ha chiesto se qualcuno non voleva restituire” la parte eccedente della diaria “nessuno si è pronunciato a riguardo. Se la persone non esprimono la propria volontà in assemblea non possiamo farci niente, di fatto è un venir meno dello spirito dei 5 stelle”. Quanto a Furnari e Labriola, Nuti si toglie un sassolino dalla scarpa: “la loro attività svolta in Parlamento è nulla. L’apporto in commissioni nullo e anche sull’Ilva non hanno fatto nessuna proposta di legge o dato idee in assemblea. A livello umano non li conosco, ma dal punto di vista dell’attività legislativa..”.
Della stessa opinione il gruppo alla Camera che in una nota ufficiale attacca i due: “Siamo certi che al gruppo misto lavoreranno molto meglio, anche considerando che saranno finalmente liberi di disporre di tutto il denaro spettante senza dover più adempiere agli impegni presi con il codice di comportamento e col ‘fastidioso Beppe Grillo. Argomento, questo, che hanno molto a cuore e su cui si concentra la loro ‘dissidenza”. Così, in una nota, il gruppo M5S alla Camera commentando l’addio di Labriola e Furnaro. ”Tale serenità economica – prosegue il gruppo ‘stellato – consentirà loro anche di dedicarsi finalmente al problema Ilva, che da deputati tarantini vedono certamente come stella polare. Finora, però, non hanno purtroppo avuto modo di pronunciarsi o di impegnarsi in proposito neanche una volta, preferendo delegare in toto tale spinosa questione al senso di responsabilità degli altri colleghi pugliesi che ci stanno mettendo la faccia e l’impegno. Per finire siamo sicuri che i due deputati, finalmente liberi, sapranno rendere merito anche al nuovo titolo di cui potranno ora fregiarsi: l’onorevole Labriola e l’onorevole Furnari”.
Ma nel Movimento 5 stelle si verificano anche altri scontri. In una intervista a La Repubblica il senatore del M5s Mario Giarrusso, punta il dito contro Vito Crimi: “Gli infiltrati sono ovunque” e “dico che c’è qualcuno che va segnalato a Beppe per mandarlo affanculo come merita. Provvederemo a cacciare i berlusconiani dal Movimento”. “Abbiamo passato quattro mesi – sottolinea – a fare casino per l’ineleggibilità di Berlusconi, e abbiamo un capogruppo che non si presenta al voto per il presidente della Giunta. Ognuno tragga le conclusioni”. La giornata, aggiunge, “è stata per noi una Caporetto” e chiedo che intervenga Napolitano: la maggioranza si è scelta l’opposizione che più le fa comodo mandando a pezzi la democrazia. Richiamiamo il capo dello Stato al suo dovere di garante”. Il riferimento è alla polemica seguita all’elezione di Dario Stefano a presidente della Giunta per le elezioni. Vito Crimi è arrivato in ritardo non riuscendo a partecipare alla votazione. Così, il collega del Movimento 5 stelle Mario Giarrusso è uscito infuriato: “Non chiedete a me, il mio capogruppo non ha votato”. Una tensione che ha portato il senatore all’autosospensione dalla commissione: “Ho scritto al presidente Grasso di sostituirmi in Giunta visto che non ci si può dimettere. Stefano è un infiltrato dell’Udc. In Giunta c’è una maggioranza palese ed una occulta trasversale che vogliono salvare il Cavaliere. Da noi mele marce, se ne devono andare”.