Mentre in piazza Taksim continua l’occupazione di Gezi Park, il premier turco Recep Tayyip Erdogan è rientrato a Istanbul accolto da migliaia di sostenitori. C’è chi dice che erano 10mila, chi in 100mila: tanti, rumorosi e determinati. Dall’una alle tre del mattino il piazzale dell’aeroporto Ataturk si è trasformato in un’arena dalla quale Erdogan ha pronunciato il proprio discorso acclamato da migliaia di persone che hanno letteralmente intasato la viabilità di accesso allo scalo internazionale, bloccando tutte le principali arterie viabilistiche. I sostenitori di Erdogan e del partito di maggioranza non hanno esitato a bollare come “pretestuose” le proteste che in questi giorni stanno infiammando il Paese, con oltre ottanta focolai nelle principali piazze turche e hanno ribadito che la Turchia è un Paese democratico e per esprimere il dissenso esistono le elezioni (che si terranno nel 2015, ndr). Fino ad allora per il premier e i suoi ‘fedelissimi’ non c’è spazio per quelli che sono stati ribattezzati “vandali” nel tentativo di screditare la portata della protesta e del movimento
di Alessandro Madron e Andrea Postiglione