Fonti ministeriali fanno sapere che mercoledì verrà varato un decreto per posticipare a settembre i test d’ammissione per le facoltà a numero programmato. Il decreto rivede anche il bonus maturità. Il ministro Carrozza: "Fondamentale recuperare i 300 milioni di investimento del fondo di finanziamento ordinario per le Università statali"
Test d’ingresso rimandati a settembre. Fonti ministeriali fanno sapere che saranno posticipati a settembre i test d’ammissione per le facoltà a numero chiuso. Mercoledì sarà varato un decreto che stabilisce lo slittamento.
Il nuovo decreto ministeriale sulle modalità delle prove di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato nazionale per l’anno accademico 2013-14, sostituirà quello emanato il 24 aprile scorso e prevede la ridefinizione dei criteri di valorizzazione del percorso scolastico e il posticipo delle date delle prove a settembre. Così ripartite: il 3 settembre per i Corsi di Laurea e di Laurea Magistrale a ciclo unico, direttamente finalizzati alla formazione di Architetto, il 4 settembre per i Corsi di Laurea delle professioni sanitarie, il 9 settembre per i corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi Dentaria, il 10 settembre per il corso di laurea magistrale in Medicina Veterinaria.
Il provvedimento, che mantiene la graduatoria nazionale, prevede dunque l’emanazione da parte delle Università di nuovi bandi entro il 25 giugno e, lo stesso giorno, la riapertura delle iscrizioni sul portale Universitaly con possibilità di aggiornare le informazioni, incluse le preferenze. La nuova scadenza per le iscrizioni on line sarà fissata al 18 luglio, mentre per il pagamento dei contributi di iscrizione presso le Università la scadenza sarà il 25 luglio.
Il provvedimento prevede pure – annuncia il ministero – la ridefinizione dei criteri di valorizzazione del percorso scolastico e dunque del bonus maturità. Il decreto Profumo stabilisce che i punti, da 4 a 10, verranno “attribuiti esclusivamente ai candidati che hanno ottenuto un voto almeno pari a 80/100, rapportato alla distribuzione in percentili dei voti ottenuti dagli studenti che hanno conseguito la maturità nella stessa scuola nell’anno scolastico 2011/12”. E sono state proprio le tabelle che spiegano come convertire, attraverso i percentili, il voto di maturità in punti bonus a far emergere disparità tra città e città ma anche tra scuola e scuola.
“Stiamo cercando di cambiare il meccanismo di assegnazione del bonus, in modo – ha assicurato oggi il ministro Carrozza – da andare verso una maggiore equità, nel rispetto della legge”. La norma che stabilisce il numero dei punti da assegnare (da 4 a 10) è contenuta in un decreto legislativo, dell’epoca Fioroni, e non ci sono i tempi per intervenire sul quel fronte. Tra le ipotesi circolate in questi giorni c’era quella di alleggerire il peso del bonus, riducendo appunto il numero dei punti attribuibili.
Carrozza, dai microfoni di Radio1 ha anche ribadito che “è fondamentale recuperare i 300 milioni di investimento del fondo di finanziamento ordinario per le Università statali, a partire da quest’anno. Questi soldi servono, eravamo al limite, ora siamo sotto al limite. Dobbiamo far laureare il 40 per cento della popolazione giovanile, perché l’Italia – ha spiegato – deve diventare il paese della conoscenza, della manifattura, tutte cose che diventano il motore dell’economia. Non dobbiamo vedere l’università come un luogo per elites, ma per intraprendere un percorso di crescita e far capire che il titolo di studio non è un pezzo di carta, ma strumento di sviluppo, di crescita”.