Il borgo trecentesco è conosciuto soprattutto per la famosa insalata, ma è un vero e proprio museo a cielo aperto. Dove si può vistitare, tra l'altro, una stamperia nata solo trent'anni dopo l'invenzione di Gutenberg. A giugno in programma anche una rassegna gastronomica
Se alla parola “Soncino” visualizzate un’insalata (sì, quella tenera, verde scuro, con le foglie piuttosto circolari), leggete qua. L’associazione d’idee non è sbagliata, ma rivela che – probabilmente – siete tra i molti che non conoscono questa cittadina unica che si trova in provincia di Cremona, a circa 30 km da Bergamo e Brescia. La ragione prima per conoscere Soncino è semplice: è molto bella. Bella (non a caso fa parte dell’associazione I Borghi più belli d’Italia) e ricchissima di arte e storia, come in Italia sono spesso anche i piccoli centri.
Per intenderci a proposito di bellezza e ricchezza, Soncino ha un famoso castello (la Rocca, costruita nel 1473 da Bartolomeo Gadio, anche autore del castello sforzesco di Milano), una cinta muraria intatta di 2 km, due sante (Stefana Quinzoli e Paola Elisabetta Cerioli) e un piccolo elenco di chiese e musei da medaglia. Insomma, anche se si riesce a veder tutto in giornata, le cose da visitare sono molte. La più bella? Non si visita, ma si respira: è l’atmosfera da “museo a cielo aperto”, capace di far dimenticare in poche ore stress, traffico e modernità.
Cosa vedere. Il Museo della Stampa si trova in una torre trecentesca del quartiere nord-est del borgo, un tempo abitato dagli ebrei. Già nella seconda metà del Quattrocento, cioè appena 30 anni dopo la scoperta di Gutenberg, in questo edificio era attiva la stamperia ebrea Soncino, di cui ancora il museo conserva le attrezzature. In seguito all’opposizione cattolica, la famiglia fu presto costretta ad andarsene, lasciando però in eredità al borgo una tradizione destinata a diventare sempre più importante. Nel museo, macchinari del secolo scorso e mostre temporanee.
Ancora, non andate via da Soncino senza aver visitato la sua Rocca, gioiello dell’architettura difensiva che risulta quasi… commovente per le sue piccole dimensioni. Nonostante le murature particolarmente spesse, costruite per resistere ad attacchi nemici che ormai avvenivano a colpi di cannone, l’edificio fu eretto in meno di un anno. Nelle due sale delle Torri gemelle della Rocca si trova oggi il Museo Archeologico e Storico, che illustra anche l’antica Aquaria, città fondata dai Galli che sorgeva nelle vicinanze.
Cosa fare. A giugno, poi, c’è una ragione in più per visitare il borgo sull’Oglio: è la Festa del Fiume, tradizionale rassegna che si tiene davanti all’ex Colonia fluviale. Qui, dal 7 al 10 e dal 13 al 17 giugno si terranno nove serate gastronomiche, accompagnate da musica e balli.
Cosa assaggiare. Credete che il prodotto tipico di Soncino sia l’insalata di cui sopra? Sbagliato: sono le cosiddette radici amare (o scorza nera), gustosissima verdura invernale simile alle carote, ma molto più lunga e di colore bianco. Di sapore amarognolo, la scorza nera ha virtù preziose, anzi quasi medicinali: oltre ad essere altamente depurativa, favorisce la crescita dei batteri Bifidus nell’intestino, che potenziano le nostre difese immunitarie.