Bruxelles apre procedura d'infrazione in scia ai reclami contro gli ospedali iberici che non accettano la tessera sanitaria, facendo pagare ai viaggiatori prestazioni mediche che dovrebbero essere gratuite
C’è la storia di un turista britannico operato d’urgenza all’ospedale di Ibiza al prezzo di 24.600 euro. Ma anche quella, sempre di un paziente inglese, costretto a pagare 202 euro per un trattamento contro il mal di schiena al pronto soccorso dell’ospedale di Malaga. Lo ha scritto la Bbc che ha riportato i casi dei due cittadini del Regno Unito sottoposti a cure d’urgenza. Dopo essere arrivati nell’uno e nell’altro ospedale iberico in gravi condizioni di salute, ai due turisti è stato chiesto di pagare il trattamento con la loro assicurazione di viaggio. O in contanti.
Secondo la Commissione europea, a lamentarsi in realtà sarebbero stati a centinaia. Insomma per andare al pronto soccorso in Spagna, non basta più la tessera sanitaria europea. Meglio l’assicurazione di viaggio o la propria carta di credito: per un turista inglese, tedesco o italiano una visita medica potrebbe non solo non essere più gratuita, ma costare parecchio.
Bruxelles ha avviato un procedura di infrazione contro il Paese iberico dopo una lunga serie di denunce fatte da turisti stranieri e da compagnie di assicurazione. Secondo i reclami in alcune zone del Paese, le più frequentate dai villeggianti, gli ospedali iberici non hanno accettato la tessera sanitaria, facendo pagare agli stessi viaggiatori prestazioni mediche che, in base alle regole Ue, dovrebbero invece essere gratuite per tutti i cittadini dei 27 Paesi membri dell’Unione. Insomma senza costi e senza disparità di trattamento.
La Commissione europea si è detta “preoccupata” e ha chiesto conto e ragione al ministero della Sanità di Madrid, dando al Paese due mesi di tempo per rispondere alle accuse mosse dai cittadini europei, prima di sottoporre la questione al tribunale di Giustizia europea di Lussemburgo. La Spagna “potrebbe violare i suoi obblighi ai sensi del diritto dell’Unione europea”, si legge nel comunicato. “L’assistenza sanitaria pubblica è gratuita in Spagna e la tessera sanitaria europea da diritto alle stesse condizioni che i cittadini spagnoli. Ma, in alcuni casi, si è detto erroneamente ai turisti che la tessera sanitaria europea non è valida senza un’assicurazione di viaggio. Altri pazienti hanno creduto di essere assistiti con la Tse, e solo dopo hanno scoperto che era stata emessa fattura per il trattamento ricevuto alla loro assicurazione”, spiega Bruxelles.
Il portavoce Ue Jonathan Todd ha perfino sostenuto che in alcuni casi i pazienti che avevano a disposizione solo la tessera sanitaria sono stati parcheggiati nei “corridoi degli ospedali” con “gravi dolori” , senza dar loro alcuna assistenza medica. In realtà la querelle tra Bruxelles e Madrid risale al 2010, quando erano arrivate le prime denunce. Tutte sempre dalle zone più turistiche, come le isole Baleari, le Canarie e la Costa del Sol. Il ministero della Sanità spagnolo ha affermato però di conoscere solo alcuni specifici reclami di pazienti del Regno Unito e ha assicurato che i viaggiatori scelgono “liberamente” se vogliono essere assistiti attraverso la tessera sanitaria o la polizza privata. E ha aggiunto che Il Paese riceve ogni anno più di 50 milioni di turisti e che più di 500mila accedono agli ospedali del Sistema sanitario nazionale senza alcun problema.
Intanto le compagnie private hanno spiegato a Bruxelles che non sempre l’assicurazione sul viaggio include anche l’assistenza sanitaria. Così i turisti in terra iberica hanno spesso dovuto sborsare di tasca propria per ricevere delle cure mediche. Com’è accaduto a Nathan Cleal, studente di 22 anni di Southampton, che contattato dalla Bbc, ha raccontato di aver ricevuto una lettera da un ospedale di Maiorca, con velate minacce di azioni legali. Due giorni di ricovero, durante una vacanza alle isole Baleari, gli sono costati ben 3500 euro. Pur avendo la tessera sanitaria europea in tasca.