Quello formato da Pd e Pdl è un governo che nasce da una “situazione eccezionale” e a cui non c’è alternativa. In sostanza, un “pertugio” da cui bisogna passare. Enrico Letta, intervistato da Ezio Mauro a Firenze per La Repubblica delle idee, ha sottolineato però che ”non bisogna fare nessuna pacificazione”. Quanto a Grillo, è incerto sulle possibilità di un dialogo coi 5 Stelle a fronte delle ultime dichiarazioni. “Quando sento il capo di uno dei partiti principali dire che il Parlamento è una tomba maleodorante ho difficoltà a pensar e che si possa fare granché con queste parole”. Anche se riconosce al leader del M5S che il taglio del finanziamento pubblico ai partiti è anche merito suo.
“Berlusconi non è il driver del governo” – Alla domanda se fosse Berlusconi a guidare l’esecutivo, Letta ha spiegato che “il risultato elettorale di due domeniche fa dimostra che non è cosi”. E fa “una previsione”: “Lunedì pomeriggio – prosegue riferendosi all’esito dei ballottaggi – si vedrà ancora di più che è un equilibrio, quello in corso. Sono convinto che gli elettori del centrosinistra siano molto consapevoli di questo aspetto. Io -ha sottolineato Letta- ci metto la mia personale faccia”. E sull’ipotesi di un eventuale condanna del Cavaliere, ritiene che ”non ci sarà nessuna influenza” sull’esecutivo e si augura “senso di responsabilità da parte di tutti i parlamentari della maggioranza” perché è “inutile alzare bandiere e bandierine sapendo che è una cosa velleitaria”. Inoltre ha definito “battute” l’invito di Berlusconi ad ingaggiare un braccio di ferro con Angela Merkel, sottolineando che “non bisogna personalizzare” il dibattito sull’Europa.
“Impegno per legge sulla corruzione” – Prioritaria per il presidente del Consiglio la necessità di ”affrontare lo scioglimento dei nodi” del nostro sistema istituzionale, “altrimenti ogni confronto” elettorale “non scioglierà i problemi”. Per il premier, inoltre, questo è un governo che si muove ”in una situazione eccezionale” e ora il nostro Paese “ha bisogno di uscire dallo stallo con riforme economiche ed istituzionali”. L’impegno di Palazzo Chigi per fare una legge che “sarà portata in Parlamento” è anche sul fronte corruzione, dove sono al lavoro un gruppo di giuristi per “nuove norme per contrastarla insieme alla criminalità organizzata”, come il contrasto al voto di scambio mafioso, l’autoriciclaggio e una gestione diversa dei beni confiscati.
Legge elettorale, Imu e Iva – Tra i nodi da sciogliere rientra anche l’eliminazione del bicameralismo perfetto e il punto fermo sulla legge elettorale che ‘non si può cambiare “senza toccare il punto principale richiesto dall’opinione pubblica” e cioè la “riduzione del numero di parlamentari”. Il Porcellum inoltre determina due maggioranze diverse tra Camera e Senato che creano una “situazione ingestibile”. Quanto all’Imu spiega che il suo esecutivo ha “approvato un decreto che fissa al 31 agosto la data per la riforma della tassa sulla casa. Le modalità saranno note in quel momento, poi il Parlamento deciderà se approvarle”. E ricorda di avere preso degli impegni riguardo alla tassa sulla casa nel suo discorso alla Camera. Impegni che intende mantenere “ma senza sfasciare i conti pubblici”. Anche sull’Iva ribadisce che “proveremo a evitare l’aumento” che, però non dipende dal governo perché “tra i suoi poteri non c’è quello di stampare moneta” e il dibattito sull’imposta “nasce nel 2011”.
“Uscita dall’euro disastro per l’Italia” – Letta è intervenuto anche sulla moneta unica, ritenendo che l’uscita “dall’euro sarebbe il disastro finale per l’Italia, un errore drammatico, perché finirebbe l’euro”. Poi ha dichiarato che chiederà “con forza” l’unione bancaria europea, perchè significa anche “più soldi alle piccole e medie imprese” e la creazione di “un esercito europeo è l’unico modo per risparmiare sulle spese militari”. Letta sostiene inoltre che ”questo è il momento della grande accelerazione e l’Italia ha una grande occasione” in Europa perché “il semestre italiano può essere come quello che decise Maastricht” e il governo il “rompighiaccio” che ci consenta di andare “verso l’unione politica”.
In merito al ritiro delle truppe in Afghanistan, tema rilanciato oggi anche da Ferruccio De Bortoli a seguito della morte del bersagliere nella zona di Farah, spiega che “oggi non si pone il problema dell’uscita, che è stato già fissato”: ma “dentro quel percorso occorre fare il massimo per la sicurezza” dei soldati. Poi riconosce che “quello che la comunità occidentale ha fatto lì ha risparmiato cose peggiori”.
Incontro con Renzi: “Non siamo due galli in un pollaio” – Prima dell’incontro a La Repubblica delle idee, Letta ha incontrato per due ore a Palazzo Vecchio il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Un colloquio che si è concluso con una stretta di mano e ‘il 5’ immortalato dai fotografi. Ma nel dibattito con Ezio Mauro ha chiarito: “‘Chi pensa che noi rinverdiremo antiche storie di galli nel pollaio, ha sbagliato film”. Ha spiegato che hanno parlato “di governo, amministrazione, partito, ma è normale, con lui ci sentiamo spesso”. Dall’incontro “sono uscito praticamente in mutande, Renzi mi ha chiesto 20 milioni per gli Uffizi” e altri fondi per Firenze. E rispondendo a una domanda sul rottamatore ha concluso: “Io mi concentro su questa fase politica, e solo su questa – ha evidenziato – Non guardo al mio futuro personale”. Nel corso della sua visita a Firenze ha incontrato anche il presidente della regione Toscana Enrico Rossi.
Politica
Letta: “Sciogliere i nodi istituzionali. Nessuna alternativa a questo governo”
Il presidente del Consiglio a Firenze ha incontrato Matteo Renzi e il presidente della Toscana Enrico Rossi. Poi è intervenuto alla 'Repubblica delle idee', dove ha sottolineato che l'esecutivo si trova in una situazione eccezionale
Quello formato da Pd e Pdl è un governo che nasce da una “situazione eccezionale” e a cui non c’è alternativa. In sostanza, un “pertugio” da cui bisogna passare. Enrico Letta, intervistato da Ezio Mauro a Firenze per La Repubblica delle idee, ha sottolineato però che ”non bisogna fare nessuna pacificazione”. Quanto a Grillo, è incerto sulle possibilità di un dialogo coi 5 Stelle a fronte delle ultime dichiarazioni. “Quando sento il capo di uno dei partiti principali dire che il Parlamento è una tomba maleodorante ho difficoltà a pensar e che si possa fare granché con queste parole”. Anche se riconosce al leader del M5S che il taglio del finanziamento pubblico ai partiti è anche merito suo.
“Berlusconi non è il driver del governo” – Alla domanda se fosse Berlusconi a guidare l’esecutivo, Letta ha spiegato che “il risultato elettorale di due domeniche fa dimostra che non è cosi”. E fa “una previsione”: “Lunedì pomeriggio – prosegue riferendosi all’esito dei ballottaggi – si vedrà ancora di più che è un equilibrio, quello in corso. Sono convinto che gli elettori del centrosinistra siano molto consapevoli di questo aspetto. Io -ha sottolineato Letta- ci metto la mia personale faccia”. E sull’ipotesi di un eventuale condanna del Cavaliere, ritiene che ”non ci sarà nessuna influenza” sull’esecutivo e si augura “senso di responsabilità da parte di tutti i parlamentari della maggioranza” perché è “inutile alzare bandiere e bandierine sapendo che è una cosa velleitaria”. Inoltre ha definito “battute” l’invito di Berlusconi ad ingaggiare un braccio di ferro con Angela Merkel, sottolineando che “non bisogna personalizzare” il dibattito sull’Europa.
“Impegno per legge sulla corruzione” – Prioritaria per il presidente del Consiglio la necessità di ”affrontare lo scioglimento dei nodi” del nostro sistema istituzionale, “altrimenti ogni confronto” elettorale “non scioglierà i problemi”. Per il premier, inoltre, questo è un governo che si muove ”in una situazione eccezionale” e ora il nostro Paese “ha bisogno di uscire dallo stallo con riforme economiche ed istituzionali”. L’impegno di Palazzo Chigi per fare una legge che “sarà portata in Parlamento” è anche sul fronte corruzione, dove sono al lavoro un gruppo di giuristi per “nuove norme per contrastarla insieme alla criminalità organizzata”, come il contrasto al voto di scambio mafioso, l’autoriciclaggio e una gestione diversa dei beni confiscati.
Legge elettorale, Imu e Iva – Tra i nodi da sciogliere rientra anche l’eliminazione del bicameralismo perfetto e il punto fermo sulla legge elettorale che ‘non si può cambiare “senza toccare il punto principale richiesto dall’opinione pubblica” e cioè la “riduzione del numero di parlamentari”. Il Porcellum inoltre determina due maggioranze diverse tra Camera e Senato che creano una “situazione ingestibile”. Quanto all’Imu spiega che il suo esecutivo ha “approvato un decreto che fissa al 31 agosto la data per la riforma della tassa sulla casa. Le modalità saranno note in quel momento, poi il Parlamento deciderà se approvarle”. E ricorda di avere preso degli impegni riguardo alla tassa sulla casa nel suo discorso alla Camera. Impegni che intende mantenere “ma senza sfasciare i conti pubblici”. Anche sull’Iva ribadisce che “proveremo a evitare l’aumento” che, però non dipende dal governo perché “tra i suoi poteri non c’è quello di stampare moneta” e il dibattito sull’imposta “nasce nel 2011”.
“Uscita dall’euro disastro per l’Italia” – Letta è intervenuto anche sulla moneta unica, ritenendo che l’uscita “dall’euro sarebbe il disastro finale per l’Italia, un errore drammatico, perché finirebbe l’euro”. Poi ha dichiarato che chiederà “con forza” l’unione bancaria europea, perchè significa anche “più soldi alle piccole e medie imprese” e la creazione di “un esercito europeo è l’unico modo per risparmiare sulle spese militari”. Letta sostiene inoltre che ”questo è il momento della grande accelerazione e l’Italia ha una grande occasione” in Europa perché “il semestre italiano può essere come quello che decise Maastricht” e il governo il “rompighiaccio” che ci consenta di andare “verso l’unione politica”.
In merito al ritiro delle truppe in Afghanistan, tema rilanciato oggi anche da Ferruccio De Bortoli a seguito della morte del bersagliere nella zona di Farah, spiega che “oggi non si pone il problema dell’uscita, che è stato già fissato”: ma “dentro quel percorso occorre fare il massimo per la sicurezza” dei soldati. Poi riconosce che “quello che la comunità occidentale ha fatto lì ha risparmiato cose peggiori”.
Incontro con Renzi: “Non siamo due galli in un pollaio” – Prima dell’incontro a La Repubblica delle idee, Letta ha incontrato per due ore a Palazzo Vecchio il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Un colloquio che si è concluso con una stretta di mano e ‘il 5’ immortalato dai fotografi. Ma nel dibattito con Ezio Mauro ha chiarito: “‘Chi pensa che noi rinverdiremo antiche storie di galli nel pollaio, ha sbagliato film”. Ha spiegato che hanno parlato “di governo, amministrazione, partito, ma è normale, con lui ci sentiamo spesso”. Dall’incontro “sono uscito praticamente in mutande, Renzi mi ha chiesto 20 milioni per gli Uffizi” e altri fondi per Firenze. E rispondendo a una domanda sul rottamatore ha concluso: “Io mi concentro su questa fase politica, e solo su questa – ha evidenziato – Non guardo al mio futuro personale”. Nel corso della sua visita a Firenze ha incontrato anche il presidente della regione Toscana Enrico Rossi.
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Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Le parole di Meloni sull’Ucraina sono state nette e chiare in un contesto molto difficile. Le va riconosciuto". Così il segretario di Azione, Carlo Calenda, da Odessa.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Amiamo le nostre nazioni. Vogliamo confini sicuri. Preserviamo aziende e cittadini dalla follia della sinistra verde. Difendiamo la famiglia e la vita. Lottiamo contro il wokeismo. Proteggiamo il nostro sacro diritto alla fede e alla libertà di parola. E siamo dalla parte del buon senso. Quindi, in definitiva, la nostra lotta è dura. Ma la scelta è semplice. Ci arrenderemo al declino o combatteremo per invertirlo?". Lo ha detto Giorgia Meloni al Cpac.
"Lasceremo che la nostra civiltà svanisca? O ci alzeremo e la difenderemo? Lasceremo ai nostri figli un mondo più debole o più forte? Vorremo che le nuove generazioni si vergognino delle loro radici? O recupereremo la consapevolezza e l'orgoglio di chi siamo e glielo insegneremo? Ho fatto la mia scelta molto tempo fa e combatto ogni giorno per onorarla. E so che non sono solo in questa battaglia, che siete tutti al mio fianco, che siamo tutti uniti. E credetemi, questo fa tutta la differenza", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Quando la libertà è a rischio, l'unica cosa che puoi fare è metterla nelle mani più sagge. Ecco perché i conservatori continuano a crescere e stanno diventando sempre più influenti nella politica europea. Ed ecco perché la sinistra è nervosa. E con la vittoria di Trump, la loro irritazione si è trasformata in isteria". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
"Non solo perché i conservatori stanno vincendo, ma perché ora i conservatori stanno collaborando a livello globale. Quando Bill Clinton e Tony Blair crearono una rete liberale di sinistra globale negli anni '90, furono definiti statisti. Oggi, quando Trump, Meloni, Milei o forse Modi parlano, vengono definiti una minaccia per la democrazia. Questo è il doppio standard della sinistra, ma ci siamo abituati. E la buona notizia è che le persone non credono più alle loro bugie".
"Nonostante tutto il fango che ci gettano addosso. I cittadini continuano a votarci semplicemente perché le persone non sono ingenue come le considera l'ultimo. Votano per noi perché difendiamo la libertà", ha ribadito.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La sinistra radicale vuole cancellare la nostra storia, minare la nostra identità, dividerci per nazionalità, per genere, per ideologia. Ma non saremo divisi perché siamo forti solo quando siamo insieme. E se l'Occidente non può esistere senza l'America, o meglio le Americhe, pensando ai tanti patrioti che lottano per la libertà in America Centrale e Meridionale, allora non può esistere nemmeno senza l'Europa". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Il Cpac ha capito prima di molti altri che la battaglia politica e culturale per i valori conservatori non è solo una battaglia americana, è una battaglia occidentale. Perché, amici miei, credo ancora nell'Occidente non solo come spazio geografico, ma come civiltà. Una civiltà nata dalla fusione di filosofia greca, diritto romano e valori cristiani. Una civiltà costruita e difesa nei secoli attraverso il genio, l'energia e i sacrifici di molti". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla conferenza dei conservatori a Washington.
"La mia domanda per voi è: questa civiltà può ancora difendere i principi e i valori che la definiscono? Può ancora essere orgogliosa di sé stessa e consapevole del suo ruolo? Penso di sì. Quindi dobbiamo dirlo forte e chiaro a coloro che attaccano l'Occidente dall'esterno e a coloro che lo sabotano dall'interno con il virus della cultura della cancellazione e dell'ideologia woke. Dobbiamo dire loro che non ci vergogneremo mai di chi siamo", ha scandito.
"Affermiamo la nostra identità. Affermiamo la nostra identità e lavoriamo per rafforzarla. Perché senza un'identità radicata, non possiamo essere di nuovo grandi", ha concluso la Meloni.
(Adnkronos) - "Il nostro governo - ha detto Meloni - sta lavorando instancabilmente per ripristinare il legittimo posto dell'Italia sulla scena internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e rivendicando il nostro ruolo di leader globale".
"Puntiamo a costruire un'Italia che stupisca ancora una volta il mondo. Lasciate che ve lo dica, lo stiamo dimostrando. La macchina della propaganda mainstream prevedeva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, cancellandola dalla mappa del mondo, allontanando gli investitori e sopprimendo le libertà fondamentali. Si sbagliavano", ha rivendicato ancora la premier.
"La loro narrazione era falsa. La realtà è che l'Italia sta prosperando. L'occupazione è a livelli record, la nostra economia sta crescendo, la nostra politica fiscale è tornata in carreggiata e il flusso di immigrazione illegale è diminuito del 60% nell'ultimo anno. E, cosa più importante, stiamo espandendo la libertà in ogni aspetto della vita degli italiani", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - L'Italia è "una nazione con un legame profondo e indistruttibile con gli Stati Uniti. E questo legame è forgiato dalla storia e dai principi condivisi. Ed è incarnato dagli innumerevoli americani di discendenza italiana che per generazioni hanno contribuito alla prosperità dell'America". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac a Washington. "Quindi, a loro, permettimi di dire grazie. Grazie per essere stati ambasciatori eccezionali della passione, della creatività e del genio italiani".