Una cattedrale nel deserto blindata da un cordone di polizia in assetto antisommossa e qua e là qualche cantiere ancora aperto. Così si è presentata la nuova avvenieristica stazione Tav Mediopadana di Reggio Emilia all’inaugurazione che si è tenuta in mattinata tra le proteste, seppur pacifiche, di una cinquantina di manifestanti tenuti a distanza dalle forze dell’ordine. Assente Enrico Letta, la cui partecipazione inizialmente era data per certa, c’erano invece il ministro per le infrastrutture Maurizio Lupi e quello per gli Affari regionali Graziano Delrio, fino a pochi giorni fa anche sindaco della città. Ma soprattutto, e un po’ a sorpresa, Romano Prodi e Pierluigi Bersani, per la prima volta insieme dopo la vicenda dei 101 franchi tiratori e dopo l’addio del politico di Bettola alla segreteria Pd.
Entrambi furono tra i fautori politici della grande opera quando erano al governo, uno come premier, l’altro come ministro. “Sempre una festa rivedere Romano”, ha detto l’ex segretario dei democratici. “Sono sempre stato contento di lavorare con Pierluigi, perché ci devono essere problemi? I rapporti tra le persone vanno sempre al di là dei problemi politici, in un paese civile”, ribatte l’ex premier. La stazione di Reggio Emilia, che si affaccia sull’Autostrada del sole, servirà un bacino potenziale di due milioni di utenti e sarà l’unica sulla linea dell’alta velocità Bologna-Milano. Dal capoluogo lombardo disterà poco più di 40 minuti, mentre 2 ore e 17 minuti sarà il tempo che si impiegherà per andare a Roma. L’opera dell’archistar Santiago Calatrava, lunga quasi 500 metri e composta da 457 onde d’acciaio dipinto di bianco, è costata è costata 79 milioni di euro, denaro pubblico, nonostante inizialmente il Comune avesse programmato una spesa di soli 38 milioni.
Tenuti a distanza dalla polizia (reparti della celere sono stati inviati a Reggio anche da altre parti d’Italia), una cinquantina di No Tav e di attivisti di altre associazioni hanno contestato l’opera in maniera pacifica ma rumorosa. “È una stazione per ricchi. A Reggio sappiamo bene i problemi che noi pendolari abbiamo ogni giorno”, spiega Simone, uno degli organizzatori del corteo. “E ora prepariamoci: qui intorno alla stazione inizierà la speculazione edilizia”.
Nei giorni la procura di Reggio Emilia ha anche aperto due inchieste sui cantieri della Mediopadana. Una su presunte irregolarità nella concessione dei subappalti. Quattro manager sono stati iscritti nel registro degli indagati: Antonio Simbari, amministratore della Si.To Costruzioni, Giovanni Capucci, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione della coop rossa Scarl Sermidese, Daniele Vegetti, amministratore unico della Vegetti Sns e Salvatore De Luna, uno dei dirigenti della Cimolai Spa, colosso mondiale delle costruzioni metalliche.
L’altra inchiesta, ora passata sotto la competenza della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, riguarda la presenza nei cantieri di un condannato per omicidio e affiliato alla cosca mafiosa dei Cursoti. Per anni l’uomo ha lavorato come guardiano nei luoghi di lavoro, prima per la linea ad alta velocità, poi per la stazione stessa. In mattinata è stata inaugurata anche la stazione Alta velocità di Bologna. Dopo anni di cantieri, infiniti problemi per i residenti della zona e molti rinvii, i treni della linea Tav avranno una loro fermata dedicata, liberando in questo modo la vecchia stazione che servirà gli altri treni ordinari. Lo scalo bolognese, sotterraneo e situato dietro lo scalo storico, non sarà terminato prima della fine del 2013.