Domenica scorsa, a Washington, ho visitato il museo dell’Olocausto, in compagnia di un senatore e di un deputato cileno, Alejandro Navarro e Hugo Gutierrez, e del mio vecchio amico argentino, avvocato Beinusz Szmukler. Si tratta di una raccolta di documentazione fotografica e video davvero notevole.
Come già avevo notato qualche tempo fa, visitando una mostra fotografica davanti all’ex Reichstag a Berlino, risulta impressionante rendersi conto di come i nazisti, prima di dedicarsi allo sterminio degli ebrei, degli zingari e degli omosessuali, avessero combattuto e vinto la loro battaglia con la sinistra e in primo luogo i comunisti. Il museo dell’Olocausto contiene una buona ricostruzione di quanto avvenne in Germania ed Europa fra il 1933 e il 1945, anche se forse sarebbe stato opportuno sottolineare maggiormente il ruolo svolto da talune multinazionali dell’epoca, come l’IBM, nell’appoggio all’Hitler e ai suoi crimini.
Argentina e Cile, Paesi da cui provengono i miei compagni di visita di quella mattina, sono stati teatro, in tempi più recenti, di massacri dell’opposizione da parte di giunte militari fasciste sostenute dai governi statunitensi dell’epoca e dal Fondo Monetario Internazionale. Massacri rimasti in buona parte impuniti. Abbiamo manifestato, due giorni dopo, davanti alla Casa Bianca, per chiedere l’estradizione del militare assassino del cantante Victor Jara, ucciso nei giorni dopo il golpe dell’undici settembre 1973 dopo essere stato orrendamente torturato.
Piccoli esempi di una memoria storica che andrebbe sempre tenuta viva. Tutte le volte che la crisi incalza, la destra propone le sue ricette, basate sull’eliminazione fisica dell’alternativa di sinistra, sul razzismo, sul sessismo, sulla repressione brutale di ogni opposizione e di ogni diversità. Più di un segnale in questo senso si può cogliere nell’Europa di oggi, afflitta appunto dalla crisi e ancor più dalle dissennate politiche imposte da Merkel & C. Così i nazisti di Alba Dorata in Grecia e i loro epigoni italiani, come quelli che hanno recentemente picchiato a Velletri, in venti, il cantante dei 99 Posse, e gettato una molotov di fronte a un centro sociale di Roma.
Tempi recenti. Un pericolo sempre presente contro il quale sarebbe folle abbassare la guardia.
C’è un legame fra queste mostruosità passate e questi attacchi presenti da un lato e la destra italiana degli Alemanno e dei Berlusconi dall’altro? Penso di sì, e non solo per i continui apprezzamenti di Mussolini (impresa nella quale purtroppo si è cimentata anche la capogruppo dei Cinque Stelle alla Camera).
Esiste un lungo filo nero che attraversa la storia della destra reazionaria, sempre pronta a tutto pur di difendere i privilegi dei ricchi. Un filo che potrebbe riemergere alla superficie della storia in tempi anche prossimi. Specie se si dimentica il passato, impresa nella quale sono maestri gli sconsiderati “nuovisti” del Partito democratico.
Guai quindi ad abbassare la guardia nei confronti del fascismo che va contrastato senza tentennamenti con ogni mezzo opportuno e necessario.
Anche per questo motivo occorre votare a Roma, domani e dopodomani, per Ignazio Marino.
Garantendo fra l’altro l’entrata in Campidoglio di quattro ottimi consiglieri come quelli risultati i più votati nella lista di Sel, guidati da una grande lottatrice e specchiata figura come Gemma Azuni. E sperando che, forte dell’appoggio popolare ottenuto e sulla spinta di una pressione che va sempre più organizzata dal basso, Marino riesca a spazzare via dal suo partito le componenti più beceramente subalterne e complici dei poteri forti, primi fra tutti a Roma i palazzinari, che purtroppo lo infestano da tempo e hanno contribuito in modo notevole al sacco e alla deturpazione della nostra bella città.
Nella consapevolezza che crisi, corruzione e abbandono degli ideali di trasformazione sociale aprono la strada, sempre e comunque, al fascismo e alla destra peggiore.